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Primo ciclo mestruale: dubbi, tabù e luoghi comuni sbagliati

Ancora troppi tabù e sentito dire sulle mestruazioni. Bisogna invece affrontare l'argomento con grande chiarezza

Mestruazioni è ancora una parola difficile da pronunciare in pubblico. C’è tanta strada da fare, specialmente adesso che il diffondersi delle fake news via web ripropone, e amplifica, vecchi pregiudizi e luoghi comuni duri a morire, come quello del divieto di fare sport o dell’impossibilità di restare incinta durante il ciclo. Informazioni false e fuorvianti che vanno a riempire la testa soprattutto delle più giovani, ancora ignare di che cosa veramente le aspetti. Arrivare al primo ciclo mestruale informate è invece cruciale.

Gli esperti che auspicano maggiore consapevolezza hanno coniato un termine, «istruzione mestruale». Deve essere puntuale, precisa e precoce. L’arrivo del primo ciclo mestruale non è solo un cambiamento fisico, ma spalanca le porte alla sessualità, con tutti i rischi che comporta, ed è bene che le ragazzine imparino a prendersi cura di sé.

Gruppo San Donato

Primo ciclo mestruale: dialogo in famiglia 

«La prima mestruazione, il cosiddetto menarca, è un momento fisiologico nella vita di una donna. Spesso però viene caricata di aspettative o ansie a volte eccessive». Roberta Rossi è psicoterapeuta e sessuologa presso l’Istituto di sessuologia clinica di Roma. È importante iniziare a parlarne appena possibile con la bambina, anche perché vedrà gli assorbenti della mamma o delle sorelle e questo renderà tutto più naturale. Se colta impreparata, una figlia rischia di arrivare a conclusioni sbagliate, soprattutto quando le risposte ai propri dubbi sono ricavate da deduzioni personali, dal passaparola delle amiche o dal web.

La corretta informazione in famiglia è fondamentale 

«È fondamentale trasmettere informazioni precise ma semplici e al passo con i tempi. Occorre spiegare come il ciclo sia solo una delle tante fasi della fisiologia femminile, la prima tappa di un percorso articolato, che passerà dalla gravidanza (per chi la vorrà) per arrivare alla menopausa». Aprire un canale di dialogo su questi temi delicati fin dalle più tenere età è importante. In questo modo le ragazzine sapranno di poter trovare degli alleati nei genitori in caso di necessità. «Così sarà più facile affrontare in futuro la prima visita dal ginecologo, la vaccinazione contro l’Hpv ed eventuali richieste di spiegazioni sulla contraccezione». «Il dialogo in famiglia parte dal buon esempio degli adulti. Una madre può parlare senza imbarazzo degli eventuali disturbi durante il ciclo, senza accampare scuse come se l’origine di quei fastidi fosse motivo di vergogna, e senza escludere il compagno e gli eventuali figli maschi. Ovviamente, i figli vanno anche educati a rispettare la privacy e a salvaguardare la propria intimità, per esempio quando sono in bagno a lavarsi o a cambiarsi l’assorbente».

Chiarezza e trasparenza

È importante non sorvolare sugli eventuali aspetti negativi della questione, né tanto meno sminuire le difficoltà. Il ciclo può comportare fastidi fisici, a volte invalidanti, emozioni contrastanti e anche alcune limitazioni nella vita quotidiana. Spiegare che questo può essere comune, ma che comunque si può anche capire se ci sono cause che possono essere affrontate, aiuta le adolescenti a sentirsi comprese e accolte. «È ora di sfatare una volta per tutte il mito negativo secondo cui la donna è nata per soffrire. Le mestruazioni non sono sempre dolorose e, quando lo sono, non si tratta di una condizione ineluttabile. Fortunatamente oggi abbiamo a disposizione molte soluzioni (farmaci, integratori, dispositivi, supporti di ogni tipo) per alleviare i disagi e non dover rinunciare alle nostre abitudini».

Primo ciclo mestruale: necessaria anche la consapevolezza che si diventa fertili

L’altro aspetto fondamentale da affrontare con le pre-adolescenti è quello della tutela di sé. «Bisogna spiegare bene che, da questo momento, inizia il percorso di responsabilità rispetto alla propria salute e di un altro aspetto importante: la fertilità. La natura ci ha dato tutti gli strumenti per esaudire i nostri desideri di maternità. Vanno rispettati e tutelati, a prescindere dai nostri futuri progetti di vita. Oltre al discorso gravidanze, è bene ricordare che una corretta informazione sulle pratiche igieniche e sulla fisiologia del ciclo mensile tiene al riparo da altri rischi: infezioni intime e malattie sessualmente trasmesse».

Il tema, quindi, non va tenuto nascosto. Però non bisogna neppure insistere troppo nei preparativi.

Peso e ormoni influenzano lo sviluppo

«L’età del menarca, cioè del primo ciclo mestruale, è molto importante nella vita di una donna sia a livello psicologico che fisico». Rossella Nappi è ginecologa, endocrinologa e sessuologa all’Irccs Policlinico San Matteo e professore ordinario di ginecologia e ostetricia all’Università di Pavia. «Ma soprattutto, dal punto di vista medico, l’età ha un valore predittivo, cioè può essere un indice di vulnerabilità della donna nei confronti di alcune situazioni».

Quando il ciclo arriva troppo presto o troppo tardi

«Ragazzine che mestruano troppo presto corrono un maggior rischio di andare incontro a:

  • disfunzioni della crescita (bassa statura),
  • problemi di metabolismo,
  • sindrome dell’ovaio policistico,
  • resistenza all’insulina, una condizione da non sottovalutare perché è l’anticamera del diabete.

Al contrario, un inizio tardivo dell’attività mestruale implica l’assenza di estrogeni, gli ormoni femminili ad azione protettiva, e può compromettere il raggiungimento del picco di massa ossea, da cui dipende la maturazione corretta dell’apparato scheletrico. C’è quindi un rischio aumentato, in età adulta, di soffrire di osteoporosi».

Primo ciclo mestruale: l’età media si è abbassata

Negli ultimi anni l’età media dello sviluppo mestruale si è abbassata e, se nel primo dopoguerra era di 13-14 anni, oggi si attesta sugli 11 anni e 10 mesi. Perché? «L’avvento del menarca è subordinato alla presenza di una certa percentuale di massa grassa nel corpo, specialmente nell’area compresa tra gluteo e femore». Il tessuto adiposo lancia specifici segnali chimici all’ipotalamo, la struttura “dormiente“ del cervello dove risiedono gli ormoni deputati all’ovulazione (più precisamente l’ormone GnRH), e attiva una sostanza chiamata, forse non a caso, kiss-peptina. Si tratta di un fattore strettamente collegato al metabolismo. Risente, cioè, di ormoni, come la leptina, o di sostanze come le adipochine, sintetizzate e secrete dal tessuto adiposo. Queste mandano un segnale di via libera alla kiss-peptina che a sua volta mette in moto la grande macchina del ciclo mestruale. Il GnRH comincia a stimolare la produzione di specifici ormoni, chiamati gonadotropine, e il menarca ha inizio».

Perché succede?

Il principale motivo per cui le ragazze oggi hanno il primo ciclo più presto rispetto alle loro mamme o nonne è dunque riconducibile a cibi molto nutrienti, responsabili di un aumento dilagante di sovrappeso e obesità infantile, che secondo stime internazionali negli ultimi 40 anni è aumentato di dieci volte in tutto il mondo: le teenager con eccesso di peso sono passate da cinque milioni a 50 milioni. In Italia la percentuale di bambini e adolescenti obesi è quasi triplicata.

Ma c’e anche un’altra ragione della precocità. «La kiss-peptina, come sembrerebbe suggerire il nome, è suscettibile agli stimoli emozionali e sessuali. Se un tempo i contatti con l’altro genere e la scoperta della sessualità erano argomenti tabù e avvenivano con molta gradualità, oggi la sovraesposizione delle ragazzine a input di vario tipo (pensiamo al mondo dei media e dei social network) e gli approcci relazionali e sessuali più precoci e accelerati di un tempo, portano a una iper-stimolazione di questo ormone». I due elementi (aumento del sovrappeso in età infantile e sovra-stimolazione sessuale) spiegano i casi diffusi di pubertà precoce (sotto i nove anni), facilmente prevedibili con un accurato monitoraggio, da parte del pediatra, della crescita (rapporto peso e altezza) e della dieta, che dev’essere equilibrata e comprendere tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni, con un occhio attento alle quantità di zuccheri e grassi.

Il ritardo puberale

Ma non è raro neppure riscontrare casi di ritardo puberale. «Si parla di pubertà tardiva in assenza di mestruazioni all’età di 16 anni. Può essere il caso di ragazzine dalla corporatura molto esile, che mangiano poco perché non vogliono ingrassare, oppure sono stressate e sotto pressione per via di uno stile di vita troppo frenetico e ricco di impegni. Sono situazioni molto comuni. Solo in una piccola percentuale di casi un menarca in ritardo nasconde la presenza di una malattia».

In ogni modo, il pediatra è in grado di capire quando è il caso di approfondire e chiedere un consulto ginecologico. «Normalmente, qualche segnale di cambiamento comincia a manifestarsi già a dieci anni d’età. Avviene con la comparsa dei cosiddetti caratteri sessuali secondari, cioè peluria sul pube e, in seguito, sviluppo delle ghiandole mammarie». «Se, compiuti i 13 anni, il pediatra riscontra una scarsità di questi segnali, il cui sviluppo completo richiede all’incirca un paio d’anni, si può parlare di ritardo generalizzato nello sviluppo puberale. In questo caso è bene rivolgersi all’endocrinologo pediatra e al ginecologo per fare gli opportuni accertamenti».

Questi ultimi comprendono esami del sangue, indagini cromosomiche e visita ginecologica con ecografia pelvica per escludere eventuali malformazioni anatomiche. «È fondamentale accertare che la dieta sia corretta e il peso nella norma e che non sussistano problematiche di tipo psicologico. In alcuni casi è possibile indurre la pubertà con una stimolazione ormonale».

Smascherare i falsi miti sul primo ciclo mestruale

Puntuale, in anticipo o in ritardo, prima o poi il ciclo arriva. E a questo punto bisogna smascherare alcuni falsi miti che ancora resistono.

Durante il ciclo non si può rimanere incinta

«I primi 12-24 mesi sono “di rodaggio“. È normale che il ciclo sia irregolare, perché si sta assestando», rassicura Nappi. «Bisogna, però, porre molta attenzione a queste irregolarità. Se la ragazzina comincia ad avere rapporti sessuali, può restare incinta. Anche al primo rapporto sessuale, infatti, è possibile concepire, così come si può restare gravide anche durante il ciclo. È bene che le ragazzine lo sappiano».

● Bisogna rassegnarsi ai disagi

Se:

  • le alterazioni mestruali persistono dopo uno o due anni,
  • c’è un eccesso di peluria, accompagnato da acne, capelli grassi e qualche chilo di troppo,

è meglio consultare uno specialista perché potrebbe trattarsi di sindrome dell’ovaio policistico. Nei primi 6-12 mesi, inoltre, i flussi possono essere molto abbondanti. Ciò può essere indice di uno squilibrio tra la produzione di estrogeni (in eccesso) e il progesterone (scarso) e bisogna intervenire subito per evitare problemi come un’anemia da carenza di ferro.

«Molti genitori sottovalutano queste situazioni pensando che siano capricci o condizioni passeggere. È importante invece che le mestruazioni incidano il meno possibile sulla quotidianità delle ragazze. Se il flusso è così abbondante e/o doloroso da impedire di uscire, andare a scuola o fare sport, c’è qualcosa che non va e quel qualcosa va risolto».

● Non si può fare sport

L’attività fisica va proseguita in quei giorni, non ci sono studi scientifici che dimostrano che sia dannosa. Anzi, può alleviare i crampi, migliorare l’umore e la sensazione di stanchezza spesso associata al ciclo.

«È importante che eventuali disturbi, se molto invalidanti, vengano riconosciuti sia dai genitori, che spesso sono restii a portare le figlie dal ginecologo “solo perché il ciclo è doloroso“, sia dalla comunità di pediatri e medici di medicina generale, che devono indirizzare la famiglia dallo specialista per escludere possibili patologie che si sviluppano nel tempo e che possono iniziare proprio con il ciclo abbondante e doloroso, prima fra tutti l’endometriosi. A volte è sufficiente la prescrizione di integratori, per esempio vitamine del gruppo B, ferro e acido folico, per bilanciare le perdite e alleviare i fastidi. Se non ci sono problemi, invece, la prima visita ginecologica è consigliata intorno ai 14 anni, circa due anni dopo la prima mestruazione, anche soltanto per fare una chiacchierata con il ginecologo e prepararsi al meglio alle femminilità adulta».

Le regole dell’igiene perfetta

● Detergente

Se per l’igiene intima nell’infanzia è indicato un detergente neutro, nell’età dello sviluppo bisogna usare un prodotto con pH acido (4,5) nella settimana del ciclo mestruale, e con pH 5,5 nei restanti giorni del mese. Il sangue mestruale, infatti, riduce l’acidità della vagina e facilita le infezioni. Il detergente dev’essere specifico per l’igiene intima, delicato e non schiumogeno. È bene lavarsi due o tre volte al giorno, senza esagerare. Fuori casa può essere utile armarsi di salviette umidificate, da utilizzare a scuola o in palestra.

● Assorbenti

Gli assorbenti devono essere di buona qualità e cambiati spesso (almeno ogni due ore), senza aspettare che siano zuppi. Le dimensioni vanno calibrate in base ai giorni del ciclo, usando per la notte gli appositi presidi allungati. I tamponi non sono sconsigliati nelle ragazzine. Scegliendo quelli di piccola taglia, possono aiutare a gestire il ciclo a scuola, mentre si fa sport o in vacanza. Se si avverte dolore o fastidio nell’inserimento, è bene rivolgersi al ginecologo.

● Coppette

Le coppette, piccoli contenitori in silicone a forma di campana che si inseriscono nel canale vaginale e raccolgono il sangue mestruale, sono una valida alternativa, ma all’inizio richiedono un po’ di manualità. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, il 70% delle donne che le ha provate desidera continuare a usarle. La stessa indagine conferma che sono presidi igienici e sicuri a ogni età.

I vantaggi:

  • praticità (si possono indossare anche di notte e non vanno tolte quando si va in bagno),
  • minore necessità di cambiarsi (sono disponibili diverse misure in base al flusso, alcune portabili anche per 8-10 ore),
  • minor impatto ecologico,
  • minori rischi di allergie in chi ha già avuto reazioni allergiche agli assorbenti.

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