Salute

Perché alcuni antidolorifici funzionano meglio negli uomini?

Uomini e donne rispondono in modo diverso al dolore. Ecco le tre ipotesi principali

Gli antidolorifici funzionano meglio negli uomini? A questa domanda cerca di rispondere una meta analisi che si è concentrata proprio sulle ricerche esistenti su questo tema. Va detto che fino al 2016 oltre l’80% degli studi sul dolore ha coinvolto solo partecipanti maschi. Le donne subiscono continue fluttuazioni ormonali per tutta la vita che influiscono sulla loro sensibilità al dolore. Considerare questi cambiamenti nel passato sarebbe stato complicato.

Prove ancora contrastanti

I ricercatori hanno avvertito che le prove sono ancora contrastanti. Sembra però che l’ibuprofene sia più efficace negli uomini. Il prednisone, un tipo di corticosteroide, avrebbe invece effetti collaterali più importanti nelle donne.

Gruppo San Donato

Antidolorifici funzionano meglio negli uomini: il ruolo degli ormoni

Il corpo delle donne funziona diversamente da quello degli uomini. L’esempio tipico è nelle malattie cardiovascolari. Fino a prima della menopausa le donne sono meno esposte a queste patologie, mentre dopo la situazione cambia. Alcune ricerche hanno dimostrato che ci sono differenze nei segnali del dolore nel cervello e nel midollo spinale.

Estrogeni e testosterone

La prima teoria riguarda gli estrogeni, gli ormoni femminili per eccellenza. A seconda di dove si trovi e a quale livello può peggiorare il dolore o migliorarlo. Il testosterone, che è l’ormone maschile per eccellenza, può attenuare il dolore. Alcuni pazienti con dolore cronico possono anche assumere trattamenti con testosterone. Quindi le donne possono avere un peggioramento del dolore a causa dei loro alti livelli di estrogeni. E gli uomini con un basso livello di testosterone possono elaborare il dolore in modo simile alle donne.

Antidolorifici funzionano meglio negli uomini: le differenze nelle difese immunitarie

La seconda differenza risiede in alcune cellule immunitarie chiamate microglia. Si tratta delle cellule immunitarie del cervello. La teoria è che il blocco della microglia blocca anche il dolore. Quando le microglia sono bloccate negli uomini, anche il dolore è bloccato. Ma questo non ha funzionato per le donne. Come mai? Le donne usano cellule immunitarie chiamate cellule T invece della microglia per controllare la loro risposta al dolore.

Diversa la risposta del dolore

L’ultima teoria riguarda l’acido ribonucleico (RNA). L’RNA è il materiale genetico che trasporta i messaggi nel nostro corpo. Le donne hanno livelli elevati di RNA nel sangue rispetto agli uomini. Si ipotizza che livelli elevati portino a una predisposizione al dolore cronico. Molte di queste molecole di RNA sono codificate da geni sul cromosoma X. Poiché le donne hanno due cromosomi X, sono più predisposte a sviluppare dolore cronico.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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