
L’estate è la stagione perfetta per mostrare un tatuaggio, ma non sempre è il momento ideale per farselo. La combinazione di raggi ultravioletti, caldo, cloro, salsedine e sudorazione intensa può infatti compromettere il processo di guarigione e la qualità finale del tatuaggio, soprattutto nelle prime settimane successive alla sua realizzazione.
Il tatuaggio non è solo una forma di espressione artistica, ma anche una procedura dermatologicamente invasiva, che comporta l’inserimento di pigmenti nel derma attraverso microtraumi cutanei. Per questo motivo, come sottolineano gli esperti, è fondamentale trattarlo con la stessa cura che si riserverebbe a una ferita chirurgica superficiale.
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Tatuaggi in estate: gli errori da non commettere
«Uno degli errori più comuni che vediamo d’estate – spiega Adriano Lodovico Amoretti, in arte Vico, tatuatore e organizzatore della Torino Tattoo Convention – è esporsi al sole o fare il bagno in mare subito dopo essersi tatuati. Molti pensano che basti coprire la zona con una crema o una garza, ma la verità è che nei primi giorni il tatuaggio è un tessuto infiammato che deve essere protetto da qualsiasi stress esterno. Calore, sabbia, cloro e raggi UV possono rallentare la cicatrizzazione, alterare i colori e aumentare il rischio di infezioni».
Cinque consigli per proteggere la pelle e l’inchiostro
Per proteggere la pelle e l’inchiostro durante i mesi estivi, è utile seguire alcune indicazioni basate su principi dermatologici e immunologici. Ecco i cinque consigli fondamentali da mettere in pratica secondo gli esperti della Torino Tattoo Convention, con il supporto della letteratura scientifica.
Protezione solare ad ampio spettro solo a guarigione avvenuta
È fondamentale ricordare che nei primi 10-15 giorni dopo il tatuaggio non bisogna applicare alcuna protezione solare, perché la cute è ancora lesa. I filtri UV, infatti, contengono agenti chimici o fisici che, se applicati su pelle non integra, possono penetrare in profondità e causare dermatiti da contatto o ritardare la riepitelizzazione.
Una volta completata la guarigione, invece, la protezione solare diventa imprescindibile. I raggi UVA e UVB possono degradare i pigmenti (in particolare quelli rossi, gialli e verdi) attraverso un processo di ossidazione fototermica, causando sbiadimento, alterazione cromatica e perdita di definizione. «Il nostro consiglio – sottolinea Vico – è usare una protezione ad ampio spettro, con SPF 50, resistente all’acqua, e riapplicarla ogni due ore, soprattutto se si suda o si fa il bagno. La protezione va considerata una barriera quotidiana, non una soluzione occasionale».
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Idratazione quotidiana: la base per una pelle sana e un tattoo brillante
Mantenere la pelle ben idratata non è solo una questione estetica, ma una vera e propria esigenza funzionale. Una cute secca ha un turnover cellulare più lento, una maggiore predisposizione a desquamazione e una ridotta elasticità, tutti fattori che incidono negativamente sulla resa visiva del tatuaggio.
L’ideale è utilizzare creme emollienti con ingredienti come pantenolo, burro di karité, glicerina, ceramidi o aloe vera, che nutrono il film idrolipidico e favoriscono la rigenerazione tissutale. L’idratazione quotidiana andrebbe mantenuta tutto l’anno, ma diventa ancora più importante in estate, quando sole, vento e salsedine contribuiscono alla disidratazione cutanea. «Quando la pelle è secca – spiega Vico – il tatuaggio appare sbiadito, opaco, meno definito. Basta applicare una buona crema ogni giorno per mantenerlo vivo come appena fatto».
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Detersione delicata per i tatuaggi in estate
Il tatuaggio va deterso con la stessa cura con cui si trattano le pelli sensibili. Detergenti aggressivi o troppo schiumogeni possono alterare il pH cutaneo, indebolire la barriera idrolipidica e causare microirritazioni, soprattutto nei primi giorni post-tatuaggio.
È preferibile scegliere prodotti senza SLS/SLES, con pH fisiologico (5.5), arricchiti con principi lenitivi come camomilla, calendula o avena colloidale. La detersione deve essere breve, con acqua tiepida, e seguita da un’asciugatura per tamponamento, evitando di sfregare la pelle. «Scegliere il detergente giusto è fondamentale – consiglia Vico – perché una pelle aggredita e impoverita risponde peggio alla guarigione e rischia di compromettere il risultato finale del tatuaggio».
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Esfoliazione solo dopo la completa guarigione
Lo scrub può essere utile per mantenere la pelle liscia e i colori del tatuaggio brillanti, ma deve essere effettuato solo a guarigione avvenuta, ovvero non prima di 3-4 settimane dalla seduta. L’esfoliazione, se fatta in modo delicato, aiuta a rimuovere le cellule morte, uniformare la texture e favorire l’assorbimento dei prodotti idratanti. Tuttavia, scrub troppo frequenti o con microgranuli aggressivi possono causare microlesioni, rendendo la pelle più reattiva ai raggi UV o favorendo l’ingresso di agenti patogeni.
«Lo scrub va fatto con intelligenza – spiega Vico – scegliendo formulazioni naturali, a grana fine, e solo se la pelle è completamente guarita. Mai sottovalutare i tempi del corpo».
Sì ai tatuaggi in estate, ma con consapevolezza
Tatuarsi in estate non è vietato, ma richiede attenzione e rigore. I primi 10-14 giorni sono cruciali: la pelle è infiammata, il sistema immunitario è impegnato nella cicatrizzazione e qualsiasi contaminazione può causare ritardi nella guarigione, infezioni batteriche o perdita di pigmento.
Durante questa fase:
- niente bagni in mare o piscina, perché salsedine e cloro sono irritanti e alterano l’equilibrio del microambiente cutaneo;
- no all’esposizione solare diretta, anche se breve;
- no alla sabbia e alla polvere, che possono introdurre microrganismi nella ferita;
- solo docce rapide, con detergenti delicati;
- preferire abiti larghi in cotone, che non sfregano sulla zona tatuata.
«Il momento migliore per tatuarsi resta l’autunno – conclude Vico – quando non ci sono stress ambientali e la pelle ha tutto il tempo di guarire senza interferenze. Ma anche in estate, con le giuste precauzioni, si può ottenere un ottimo risultato».