Salute

Papillomi nasali: attenzione, possono diventare tumori maligni

Il focus di Giuseppe Spriano, direttore della divisione di otorinolaringoiatria dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma I

Focus a cura di Giuseppe Spriano, direttore della divisione di otorinolaringoiatria dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma I.

Oltre ai polipi nasali, è possibile che si creino nei seni paranasali anche altri ammassi di cellule, sempre di natura benigna, ma con una struttura molto diversa. Queste neoformazioni benigne della mucosa nasale sono i papillomi invertiti, che hanno una forma e una struttura che ricorda quella dei lamponi, bernoccoluta e rossastra. L’origine dei papillomi non è chiara ma, a differenza dei polipi, possono degenerare in un tumore maligno. Dunque è fondamentale rimuoverli in tempo utile, quando ancora non creano problemi, se non la difficoltà a far passare l’aria.

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QUANDO ANDARE DALL’OTORINO
Quando il senso di naso chiuso e i raffreddori non passano, ma tendono a peggiorare e si protraggono per due settimane o più. Se lo specialista individuerà una neomassa con una rinoscopia (che esplora le cavità nasali con l’endoscopio, formato da sottili fibre ottiche), sarà necessario eseguire anche una Tac, per capire meglio quanto è estesa e da dove trae origine (oltre a polipi e a papillomi, nel naso possono formarsi, raramente, anche carcinomi).

LA CHIRURGIA
È l’unica tecnica per eliminare i papillomi. Si esegue in endoscopia, attraverso appositi strumenti ottici e chirurgici, con un effetto mininvasivo. Nel caso del polipo, il chirurgo si limita ad asportarlo. Se invece è presente un papilloma invertito, è necessario intervenire in modo più deciso, eliminando anche una parte del tessuto circostante, e soprattutto la base d’impianto, per limitare il rischio di recidive. Si può usare il laser al posto del bisturi per incidere la mucosa, ma non per estrarre la neoformazione. Spesso è sufficiente un ricovero in day hospital, con anestesia locale. Nei casi più complessi, è richiesto un ricovero di due-quattro giorni, con intervento in anestesia generale. Le tecniche endoscopiche permettono di operare con grande precisione, e la conseguenza, positiva, è uno scarsissimo sanguinamento, oltre a una drastica riduzione del dolore, anche nei primi giorni dopo l’operazione. Polipi e papillomi non si formano sul setto nasale che, di norma, non viene toccato durante l’operazione. Semmai, si approfitta dell’intervento per raddrizzare l’eventuale setto deviato.

NON OPERARSI?
Lasciar crescere i papillomi, senza intervenire, può essere rischioso, sia per la possibile degenerazione maligna, ma anche per il progressivo peggioramento della respirazione, la diminuzione dell’olfatto e la comparsa di sinusiti, anche gravi.
Giuseppe Spriano – OK Salute e benessere

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