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Orecchioni: tutto quello che c’è da sapere

L'infettivologa Antonella Castagna spiega come si manifesta la parotite, in che modo si trasmette e come può essere curata

La parotite è una malattia infettiva la cui manifestazione principale è la dolorosa tumefazione delle parotidi, le ghiandole salivari poste sotto le orecchie e dietro l’angolo della mandibola: da qui il nome popolare di orecchioni.

Come avviene il contagio?

L’infezione si trasmette attraverso le goccioline delle secrezioni respiratorie – tosse o starnuti – diffuse nell’aria dal malato ed esordisce con la febbre, che può anche essere alta, ma solitamente nel giro di una settimana si risolve spontaneamente. La persona con parotite può trasmettere l’infezione nei giorni precedenti la comparsa della sintomatologia e nella settimana successiva.

Gruppo San Donato

Esistono possibili complicanze?

A differenza del morbillo, i rischi di eventuali complicanze sono minori: nei pazienti maschi è abbastanza frequente la contemporanea comparsa dell’orchite (il gonfiore di uno o di entrambi i testicoli), mentre encefalite o meningite sono infrequenti e di solito hanno un andamento benigno.

Come si cura

Non esistono a oggi farmaci antivirali specifici contro il virus che causa la parotite, ma possiamo ridurre i sintomi scatenati dall’infezione. Si ricorre, così, alla terapia di supporto classica anche per la sindrome influenzale, con la prescrizione di antinfiammatori, analgesici e antipiretici (per la febbre). È utile, poi, l’isolamento del paziente per evitare il contagio.

Si può prevenire?

Il metodo più sicuro per evitare la parotite è la vaccinazione contro il virus, nell’ambito della vaccinazione trivalente MPR (morbillo, parotite e rosolia) o quadrivalente MPRV (morbillo, parotite, rosolia, varicella) che garantisce un’immunità permanente. La prima dose generalmente si somministra tra i 12 e i 15 mesi di età e induce la comparsa di anticorpi specifici nel 60-90% degli immunizzati, mentre la seconda verso i 6 anni, assicurando una copertura vaccinale superiore al 95%. Il vaccino antiparotite è stato
introdotto in Italia a inizio anni ’80 e negli anni ’90, con la disponibilità dei vaccini combinati morbillo, parotite e rosolia, si è iniziato a fare la vaccinazione ai bimbi nel secondo anno di vita.

Focus a cura di Antonella Castagna, infettivologa all’IRCCS Ospedale San Raffaele e docente di Malattie Infettive all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

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