
Le teorie di Ryke Geerd Hamer continuano a mietere vittime. L’ex medico tedesco, che dal 1986 non possiede più la licenza per praticare la professione medica, ha sviluppato e predicato la teoria secondo cui il tumore è frutto di un conflitto interiore del paziente, guaribile solo con la risoluzione del disturbo psicologico stesso. Sebbene l’uomo sia ormai deceduto dal 2017, il “metodo Hamer” (anche noto come “Nuova medicina germanica”) continua a essere praticato – anche in Italia – grazie ai suoi numerosi seguaci.
Se ne torna a parlare perché il 21 ottobre 2025 si apre, in corte d’Assise al tribunale di Vicenza, il processo per l’omicidio di Francesco Gianello, morto a 14 anni a causa di un osteosarcoma. Gli imputati sono Luigi e Martina Gianello, genitori del ragazzo, e il reato contestato è omicidio con dolo eventuale: decidendo di affidarsi a tre persone – un medico e due terapisti – seguaci di Hamer, avrebbero ritardato la diagnosi e l’inizio delle terapie, causando o accelerando il decesso del figlio, avvenuto nel 2024.
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Chi è l’ex medico che ha sviluppato l’omonimo “metodo”?
Ryke Geerd Hamer, ex internista tedesco radiato dall’Ordine dei medici e sospeso dalla pratica da un tribunale tedesco, ha elaborato questa complessa teoria dopo la morte del figlio Dirk, avvenuta nel 1978. Il ragazzo, che si trovava su una barca nei pressi dell’isola di Cavallo, fu colpito nel sonno da un proiettile partito dalla carabina di Vittorio Emanuele di Savoia. A seguito della ferita riportata il giovane morì mesi dopo in ospedale. L’anno successivo al padre venne diagnosticato un tumore al testicolo e, dopo essere completamente guarito, l’uomo attribuì l’insorgenza di questa neoplasia proprio allo shock del decesso prematuro e drammatico del figlio. Da qui inizia a gettare le basi della sua “teoria”.
Su quali presupposti si fonda il “metodo Hamer”?
Hamer sosteneva che il tumore fosse frutto di un conflitto interiore del paziente, guaribile solo con la risoluzione del disturbo psichico stesso, quindi con sedute di psicoterapia e trattamenti omeopatici.
Il “metodo Hamer” è in grado di curare i tumori?
Come ci ha spiegato tempo fa Luigi Ricciardiello, coordinatore di progetti finanziati dalla Fondazione AIRC e professore associato di Gastroenterologia all’Università di Bologna, in un’intervista sulle bufale più note in ambito oncologico, quelle di Hamer sono teorie totalmente infondate.
«Negli anni sono state condotte analisi molto approfondite sulla Nuova medicina germanica ma nessuna di esse ha portato alla validazione del “metodo”, tanto che l’Istituto Elvetico per la Ricerca Oncologica applicata, l’Istituto Nazionale per la Salute e la Ricerca medica francese e la nostra Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri hanno ufficialmente etichettato questa presunta terapia anticancro come fasulla e pericolosa», conferma il professore.
Quali rischi si corrono se ci si affida ai seguaci di questo metodo?
Affidarsi ai rimedi alternativi di Hamer è pericolosissimo perché può portare a gravi ritardi nella terapia. Se non trattati con interventi e farmaci, anche tumori che al momento della diagnosi sono curabili possono metastatizzare, degenerare e portare a esiti infausti. Purtroppo i pazienti che decidono di seguire questa strada, perché consigliati da medici o persone irresponsabili, mettono in grave pericolo la propria vita.

 
						



