Salute

Morte in culla: 5 consigli per ridurre il rischio

La Sindrome della morte improvvisa del lattante è un fenomeno imprevedibile, ma molti fattori di rischio sono noti e si possono evitare con semplici attenzioni

Un evento repentino, e quindi imprevedibile, che colpisce i neonati mentre si trovano in culla. La Sids, ossia la sindrome della morte improvvisa del lattante, è un fenomeno in parte ancora oscuro, di cui non si conoscono esattamente le cause, ma si sono ormai individuati dei chiari fattori di rischio. Quindi con attenzioni molto semplici si può ridurre notevolmente l’incidenza di Sids, che comunque rimane bassa. Il 90% di queste morti improvvise sono legate a pratiche di sonno non sicure, come il bedsharing, che non vanno incoraggiate.

Come riporta il Ministero della Salute, non esistono dati nazionali sull’incidenza del fenomeno, ma in Italia, in passato, è stata calcolata nell’ordine del 1-1,5% dei nati vivi, attualmente in netto declino per la maggior attenzione nel mettere a dormire i neonati in posizione supina. Ora è stimabile attorno allo 0,5‰, ovvero 250 nuovi casi all’anno.

Gruppo San Donato

In occasione della conferenza internazionale dedicata alla morte in culla e alla morte perinatale, in corso a Firenze dal 6 all’8 ottobre, e della Settimana della consapevolezza sul lutto perinatale, al via il 7 ottobre, l’associazione SEMI per la Sids, onlus che in Italia riunisce i genitori che hanno perso i propri bimbi a causa della morte in culla, mette a disposizione di tutte le famiglie dei consigli e un test di autovalutazione per ricordare le regole fondamentali della nanna sicura.

Morte in culla: fattori di rischio

I fattori di rischio noti includono:

  • posizionamento prono durante il sonno;
  • esposizione al fumo di tabacco (prenatale e postnatale);
  • l’uso eccessivo di coperte o cuscini;
  • la condivisione del letto;
  • un ambiente di sonno sovra-riscaldato. 

Cause della morte in culla

Studi neurologici hanno rivelato anomalie nelle strutture cerebrali coinvolte nel controllo della respirazione e del risveglio nei neonati affetti da Sids. Le ricerche attuali si concentrano sulla comprensione dei disturbi del sonno, delle alterazioni genetiche e della regolazione autonoma della temperatura, del respiro e del risveglio che potrebbero contribuire alla suscettibilità.

Come ha spiegato alla conferenza il pediatra Raffaele Piumelli:

L’ipotesi più accreditata per spiegare la Sids resta quella del triplice rischio, ovvero la concomitanza di: età critica (il primo anno di vita, con una finestra di maggior rischio tra i 2 e i 4 mesi); fattori di rischio epidemiologico e ambientale (posizione prona, bed sharing, etc.); una vulnerabilità biologica, legata ad alterazioni a carico delle strutture troncoencefaliche implicate nel controllo del cuore e del respiro.

«Negli anni», continua, «sono emerse nuove evidenze scientifiche che identificano in alcune variazioni nel metabolismo di neurotrasmettitori quali la serotonina, la dopamina o l’orexina dei tratti che aumentano il rischio Sids. Ma va ricordato che, anche se ci piacerebbe trovare il colpevole, non esistono ad oggi marcatori in grado di predirla».

Falsi miti

Condivisione del lettone

Tra condividere la camera e condividere il lettone (il cosiddetto bed sharing) c’è una grande differenza in fatto di sicurezza. Il lettone ha cuscini morbidi, lenzuola e coperte che si possono spostare mentre si dorme e in cui il bambino può rimanere impigliato o schiacciato, rischiando il soffocamento. Anche se piccolissimi, i bebè si muovono e possono scivolare negli spazi tra il materasso e la struttura del letto, o ritrovarsi a pancia in giù.

Finché non si stabilisce un ritmo di sonno e poppate, i neogenitori risentono inoltre di una forte stanchezza. Quando si appisolano spesso entrano in un sonno profondo, diventando meno risvegliabili. Una situazione che, di nuovo, può essere pericolosa se nel letto o sul divano con loro c’è un bambino di pochi mesi. Condividere la camera, ma non il letto è il sistema più sicuro per proteggere i neonati dalla Sids e da altre morti infantili legate al sonno. 

Periodo di rischio

Si crede che la Sids colpisca i neonati di poche settimane. Tanto che c’è chi consiglia di lasciare la posizione supina e di far dormire il bebè sul fianco già dai tre mesi di vita. Altre volte, invece, l’errore è pensare che il potenziale letale si riduca dal sesto mese in poi. Entrambe queste informazioni sono errate e pericolose. Abbassare la guardia al terzo mese significa esporre il bambino al periodo di maggiore incidenza della Sids, che è proprio tra i due e i quattro mesi di vita. Più in generale, però, può verificarsi per tutto il primo anno di vita.  

Il cuscino anti-soffoco

Il cuscino anti-soffoco non esiste. Anche se traspirante, anche se in memory foam, il cuscino non va mai utilizzato nel primo anno di vita. Nemmeno i cuscini anti-reflusso, né quelli per i bimbi che hanno la “testa piatta”.

Il problema della testa piatta non può diventare più importante della prevenzione della Sids, tanto da sacrificare la posizione a pancia in su. È un problema temporaneo a cui si può tranquillamente ovviare mettendo il bebè a pancia in giù durante il giorno. Durante l’ora del pancino, in cui il piccolo da sveglio può esercitare i muscoli di testa, collo e braccia. 

Stesso discorso per il reflusso. Per evitarlo bastano semplici accorgimenti: pasti piccoli e frequenti, soste durante la poppata per il ruttino, posizione verticale sia durante che dopo il pasto. Il rigurgito non può soffocare il bambino quando è coricato sulla schiena: in questa posizione l’esofago è sopra la trachea e quindi risulta più facile che eventuali rigurgiti possano entrare ed essere aspirati.

5 consigli per ridurre il rischio di morte in culla

Posizione supina

La posizione più idonea per dormire è quella sulla schiena: non fate dormire il vostro bambino a pancia sotto e nemmeno sul fianco. Utilizzate un materasso rigido, coperto da un lenzuolo con angoli e senza cuscino. Non utilizzate altre lenzuola, coperte, trapunte, paracolpi, peluche o altri oggetti morbidi. Tenetelo nella vostra stanza ma, non nel letto con voi. I dispositivi di seduta, come seggiolini per auto, passeggini, dondolini, sdraiette, marsupi e imbracature per neonati, sono sconsigliati per il sonno, così come divani e poltrone.

Niente fumo

Non fumate (anche svapo e fumo passivo), né durante la gravidanza, né quando il bambino è nato. E non tenete il bimbo in ambienti dove si fuma. Aumenta il rischio che i bambini nascano prematuri e sottopeso alla nascita, entrambi fattori di rischio per la Sids.

Temperatura fresca

Non coprite troppo il neonato e non avvolgetelo stretto nelle coperte. Tenetelo lontano da fonti di calore: la temperatura ambientale ideale per il sonno è di 18-20° C. Se il bambino ha la febbre può aver bisogno di essere coperto di meno, mai di più. Se è necessario coprirlo, lo strumento più sicuro è il sacco-nanna.

Allattamento al seno

L’allattamento al seno fornisce al neonato un sistema immunitario integrato e i bambini allattati al seno si svegliano più facilmente dal sonno. 

Uso del succhiotto

Per evitare il rischio di strangolamento, il ciuccio non deve essere mai attaccato ai vestiti del bambino, a peluche o al collo. È possibile introdurlo dopo il primo mese di vita ad allattamento avviato, senza forzare se il bimbo lo rifiuta. È utile sospenderne l’uso entro l’anno di vita. 

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