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Il forno a microonde fa venire i tumori?

Le radiazioni emesse dall'apparecchio sono a bassa energia e non ionizzanti, quindi non sono in grado di interagire con il nostro Dna

Nell’immaginario collettivo il forno a microonde, che scalda i cibi sfruttando l’interazione della materia con i campi elettromagnetici, aumenterebbe il rischio di tumori nell’uomo: le radiazioni emesse dall’apparecchio sarebbero in grado di alterare il nostro Dna, causando l’insorgenza del cancro. In realtà «Non vi è alcuna dimostrazione che l’uso del forno a microonde nel cucinare e nel scaldare i cibi possa aumentare il rischio di cancro», interviene Anna Franzetti, Responsabile Area divulgazione di missione e progetti educativi dell’AIRC. «Questo elettrodomestico è presente nelle nostre case a partire dagli anni Cinquanta, quindi abbiamo maturato un numero sufficiente di anni di osservazione per poter dire che si tratta di un sistema di cottura per cui non sono stati evidenziati pericoli per la salute».

Il forno a microonde fa venire il cancro: perché si è diffusa questa credenza?

«Probabilmente il fraintendimento nasce dal termine “radiazione”. Quando noi pronunciamo questa parola evochiamo la radioattività prodotta dalle centrali o dalle armi nucleari. In realtà i forni a microonde funzionano sfruttando l’interazione dell’alimento, in particolare dell’acqua e dei grassi contenuti in esso, con i campi elettromagnetici generati durante l’accensione. Si tratta però di radiazioni a radiofrequenza, come quelle emesse dai telefoni cellulari, dotate di una bassa quantità di energia e non ionizzante», precisa Luigi Ricciardiello, professore associato di gastroenterologia all’Università di Bologna e ricercatore Fondazione Airc. «Ciò significa che, a differenza dei raggi X o di quelli UV, che appartengono alla categoria delle radiazioni ionizzanti, queste non sono abbastanza potenti per modificare il Dna umano».

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Quindi gli alimenti non sono radioattivi?

«No, la struttura dei cibi che noi scaldiamo non viene compromessa perché le radiazioni sono a bassa energia. Queste radiazioni agiscono solo a livello dello sfregamento delle molecole, che produce il calore necessario per cuocere i cibi», continua Franzetti.

C’è qualche altro rischio legato alle radiazioni emesse dal forno a microonde?

«È importante dire che i materiali ricchi d’acqua assorbono molto bene questo tipo di radiazione. Anche i tessuti umani sono ricchi d’acqua quindi una raccomandazione è quella di verificare che il microonde sia sempre ben schermato perché in caso contrario si potrebbero rischiare delle scottature o delle ustioni. Un’altra accortezza che si deve avere è quella di conservare sempre attentamente i cibi perché in questo caso la cottura nel microonde potrebbe non eliminare tutta la carica batterica che questi alimenti contengono e provocare quindi dei disturbi gastrointestinali o altro», continua Ricciardiello.

Quando è meglio cucinare con il forno a microonde?

«Dal punto di vista nutrizionale in alcuni casi è meglio cucinare con il microonde. Il cibo cotto e successivamente riscaldato è comunque sempre più povero di nutrienti rispetto a quello crudo perché molte vitamine e proteine col calore si denaturano: questo vale sia per le cotture classiche sia per quelle al microonde. Dal momento che il forno a microonde cuoce alcuni cibi (come ad esempio le verdure e il pesce) senza acqua in tempo molto breve, il valore nutrizionale di questi alimenti risulta addirittura più elevato del corrispettivo cucinato nel modo più classico», conclude la dottoressa Franzetti.

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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