Salute

Ictus: in arrivo la riabilitazione personalizzata

Due nuovi studi pongono le basi per terapie mirate. Il recupero del cervello dipende dal danno subito e dalle caratteristiche genetiche del paziente.

Si apre la strada a terapie ‘a misura di paziente’ per il recupero dopo l’ictus: la scelta dell’approccio più adeguato sarà direzionata dall’entità del danno cerebrale e dalla genetica di chi ne è stato colpito.

Le ultime novità in materia sono made in Italy e arrivano dall’Università Campus-BioMedico di Roma dove il team di neurologi ha pubblicato due importanti studi sull’efficacia della riabilitazione personalizzata. Nel primo, su Nature Reviews Neurology, i ricercatori hanno illustrato una strategia basata sulle dimensioni dell’area del cervello in cui si è esteso il danno: quando è modesta i maggiori risultati, in termini di recupero dell’attività cerebrale post-ictus, si ottengono inibendo l’emisfero non lesionato, mentre se il danno è molto vasto il potenziamento dell’emisfero lesionato si è dimostrato più efficace.

Gruppo San Donato

Un secondo studio, pubblicato su Brain Stimulation, sottolinea l’importanza delle caratteristiche genetiche del paziente: alcune varianti di un gene, che codifica una neurotrofina (il Bdnf, brain derived neurotrophic factor), giocano un ruolo nella plasticità neuronale e, di conseguenza, nella capacità dei neuroni di sopravvivere e di riprogrammarsi dopo un danno. «Abbiamo scoperto che per poter definire i programmi terapeutici e riabilitativi post-ictus anche le caratteristiche genetiche dell'individuo rappresentano un elemento rilevante da prendere in considerazione», spiega Vincenzo Di Lazzaro, direttore della neurologia del Campus Bio-Medico e primo autore della ricerca. «Di fatto, questo gene influenza il modo in cui i due emisferi cerebrali reagiscono a un ictus: nei soggetti con la forma più diffusa del gene l'emisfero cerebrale non colpito prende il sopravvento, diventando ipereccitabile agli stimoli esterni. Quest'ipereccitabilità ha un ruolo significativo nei processi di recupero, in quanto può favorirlo, soprattutto quando i danni dell'ictus sono molto estesi, ma può anche interferire con esso nel caso di lesioni di minori dimensioni».

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio