Salute

I sonnambuli? Meglio non svegliarli

Chi va in giro mentre dorme è in una fase di sonno profondo: se destato all'improvviso potrebbe fare male a se stesso e agli altri

Nel quinto atto del Macbeth di William Shakespeare, lady Macbeth soffre di sonnambulismo. Un medico allora dice alla sua dama di compagnia: «Mi raccomando, sorvegliatela, allontanate da lei tutto ciò con cui potrebbe farsi del male e tenetela d’occhio».
Sacrosanti consigli. Gli stessi che ripetono gli esperti oggi. Aggiungendo solo: «E non preoccupatevi più di tanto». Il sonnambulismo, che interessa l’1-2% della popolazione infantile e lo 0,2-0,3% di quella adulta, non è nulla di grave.
«È una sorta di risveglio che avviene negli stadi tre e quattro non rem, cioè nella parte profonda del sonno, entro le prime due ore dal momento in cui ci si è addormentati», spiega Luigi Ferini Strambi, responsabile del centro di medicina del sonno dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele.
Senza rendersene conto e con gli occhi semichiusi (talvolta aperti), alcuni si mettono a camminare, altri possono anche solo sedersi sul letto e parlottare.
Attorno ai sonnambuli si sono sviluppati alcuni miti. Come il fatto che li si fa morire destandoli. Falso. Bisogna però tener conto che si trovano in una fase di sonno profondo: se svegliati, sono confusi e potrebbero fare male a se stessi e agli altri. Ecco perché si raccomanda di tenerli d’occhio e aspettare che tornino a letto.
Si dice poi che riescano a schivare gli oggetti: in effetti, non si sa come, mantengono un certo contatto con l’ambiente esterno.

Le cause del sonnambulismo
Quali sono le cause del disturbo? Gioca molto la genetica: il 40% di chi ne è affetto ha un familiare a sua volta sonnambulo. Ci sono poi situazioni che favoriscono il problema: febbre alta e infezioni, per esempio, perché tendono ad aumentare il sonno profondo, condizione in cui si sviluppa il sonnambulismo.
Ma anche dormire poco può avere il suo peso. Ecco perché come rimedio consiglio di andare a letto a orari regolari e di non sottrarre ore al riposo notturno. Chi presenta episodi sporadici, a distanza di alcuni mesi l’uno dall’altro, non deve preoccuparsi.
«Invece consiglio di rivolgersi a un centro di medicina del sonno a chi in età adulta si ritrova sonnambulo senza esserlo mai stato prima e a chi presenta episodi più di due o tre volte alla settimana», spiega Ferini Strambi.
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Gruppo San Donato

Ultimo aggiornamento: 25 febbraio 2010

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