Salute

«Dopo il cancro al seno la scrittura mi ha salvato la vita»

La lettrice di OK Sonia Scarpante racconta: «Undici anni fa la mastectomia. Ho cominciato a indagare su me stessa e ne è nato un libro. Poi un altro e un altro ancora...»

Sonia Scarpante, architetto milanese, ha subito una mastectomia nel 1988. Subito dopo ha sentito il bisogno di scrivere. E assecondando questa passione la sua vita è migliorata. Il suo ultimo libro è “Non avere paura”, edizioni San Paolo. Ecco la sua testimonianza a OK La salute prima di tutto.

«Il mio nuovo percorso di vita è iniziato 11 anni fa dopo un intervento eseguito all’Istituto europeo di oncologia per tumore alla mammella.
La tipica crisi matrimoniale mi aveva messo a dura prova e non avevo le forze necessarie per contrastarla: le mie autodifese si erano indebolite e avevo immagazzinato troppo dolore per uscire indenne da una situazione psicologicamente difficile. Da quel dolore sono stati sufficienti solo 6 mesi per l’esito drammatico. Sono stata operata con un intervento di mastectomia nel 1998 e pochi giorni dopo l’intervento ho sentito l’urgente bisogno di scrivere.
È nato un percorso autobiografico di grande potere terapeutico attraverso cui mi sono rivista, battendo le varie tappe della vita. È nato così il mio libro a carattere autobiografico e contrastato dai miei cari perché entravo nelle relazioni, nei rapporti sentimentali, nel vivo delle emozioni che mi sono appartenute. Il coraggio, la determinazione mi hanno sostenuto, coadiuvata da una figlia di soli 11 anni che in me credeva già molto.
Lettere ad un interlocutore reale. Il mio senso è il titolo di questo mio libro da cui veramente è nato il senso nuovo della mia vita. Attraverso quella scrittura mi sono riconciliata con le affettività malate, ho sciolto i nodi interiori, ho imparato a risolvere i sensi di colpa che appartengono a ognuno di noi.

Gruppo San Donato

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Credo fortemente nella forza terapeutica della scrittura: è importante saper farci attraversare da essa non ostacolando quelle spinte dell’anima che hanno bisogno di uscire allo scoperto in un percorso di cura. Cercando di reggere quell’intensità di emozioni che la scrittura sa suscitare.
A questo libro ne sono seguiti altri. Due testimonianze di cui una, Mi sto aiutando con prefazione del professore Umberto Veronesi, un libro di racconti, due raccolte di poesie di cui l’ultima, Le dimensioni perdute gode della prefazione di padre Bartolomeo Sorge.
Il mio scrivere batte i solchi delle testimonianze di donne che hanno percorso o che percorrono la strada della malattia e della sofferenza psichica. Ciò che si raccoglie dalle testimonianze anche nel reparto di Oncologia è sempre un bisogno di cambiamento, la necessità di essere maggiormente trasparenti con se stessi. Lo stesso avviene nei centri di ascolto che organizziamo come associazione Le Griots. Sono socia fondatrice di tale associazione che nasce come associazione culturale e di educazione terapeutica ed è composta da dieci donne che hanno realizzato, tramite la casa editrice In Dialogo, un libro sulla loro esperienza, e in un secondo momento hanno pensato di portare sui palchi di teatri e all’interno di ospedali la rappresentazione teatrale E ancora danzo la vita. Rappresentazione che comunica, a chi si trova a camminare sulla stessa strada, un messaggio di condivisione e di speranza.

Credo che la malattia voglia sfondare quel muro dell’emotività come credo che voglia comunicare a molti di noi il bisogno di darsi un senso nuovo, di essere maggiormente autentici, più coerenti con se stessi. Lo stesso concetto di coerenza che permane nelle pagine dei suoi due ultimi libri del grande giornalista Tiziano Terzani che ci ha lasciato una grande lezione d’amore soprattutto indirizzata a chi si trova a convivere con la paura della malattia e delle sue incognite.
Molte testimonianze che raccolgo comunicano questo bisogno di una lettura interiore, questo desiderio di rivedersi con occhi nuovi e di ricostruirsi attraverso una riscoperta di sé. A volte raccogliamo anche la richiesta di risanare le affettività difficili, i sensi di colpa che accompagnano molti di noi nella vita. Credo che vi siano molti strumenti legati all’interiorità da cui possiamo attingere per prendersi cura della persona nel senso pieno del termine.
Alcuni strumenti sono fortemente legati alla creatività come l’arte con le sue innumerevoli sfaccettature. La danza, la musica, il teatro, la scrittura, la poesia, la fede interiore o tecniche più orientali che vanno di pari passo con la meditazione: lo Yoga, il tai ci… E per aumentare queste energie interiori è necessario passare attraverso una sana introspezione, la riflessione, la meditazione che sa portare sempre verso altri lidi attraverso quell’intuizione sana che sa condurre sempre dove il cuore ha bisogno di sanarsi.
Le donne in questo senso rappresentano la grande forza, sono quelle che più facilmente sanno entrare nei sentimenti, nella relazione perché da millenni si occupano di cura all’interno della famiglia e nel ruolo sociale. Le donne sono quelle che più facilmente sanno mettersi in gioco e che accettano con più grinta le sfide della vita. In questo senso le emozioni, i sentimenti possono essere veramente la nostra punta di diamante, perché rappresentano le possibilità a venire da cui attingere per aprirsi anche alla medicina in modo completo e sostanziale».

Sonia Scarpante – OK La salute prima di tutto

 

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