Salute

Creatinina e urea: come leggere gli esami del sangue

Come spiega l'ematologo Francesca Onida, questi due parametri valutano il funzionalità dei reni. Insieme a loro vengono spesso richiesti anche gli elettroliti nel siero

La funzionalità renale andrebbe verificata se si sospettano nefropatie, se si assumono farmaci potenzialmente dannosi, ma anche dopo infezioni o infiammazioni anche banali, come un’influenza. Due gli esami consentono di valutare il funzionamento dei reni: il dosaggio della creatinina e dell’urea (o azotemia).

Che cos’è la creatinina? 

È un prodotto di scarto che si viene a formare durante il lavoro dei muscoli. Viene filtrata dai reni e poi eliminata dal corpo attraverso le urine. È indispensabile per valutare il buon funzionamento del rene in quanto viene influenzato solo in minima parte dall’apporto alimentare di proteine.

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I valori della creatinina

Uomo: 0,6-1,2 mg/decilitro
Donna: 0,5-1,1 mg/decilitro

Valori più alti: atrofia muscolare, cachessia, gravidanza.
Valori più bassi: insufficienza renale acuta o cronica, disidratazione.

Che cos’è l’urea (o azotemia)?

È il prodotto finale di scarto che deriva dalla degradazione delle proteine. È prodotta dal fegato e, attraverso il sangue, filtrata dai reni ed eliminata con le urine. È utile per valutare il buon funzionamento del rene.

I valori dell’urea

Uomo/donna: 10-50 mg/decilitro

Valori più alti: insufficienza renale acuta e cronica, aumentato apporto di proteine con la dieta, ipertiroidismo, disidratazione.
Valori più bassi: dieta ipoproteica, malattie del fegato, gravidanza.

Elettroliti nel siero

Insieme a creatinina e urea, spesso il medico può prescrivere anche la determinazione degli elettroliti nel siero: tra questi, particolare importanza rivestono le concentrazioni di sodio, potassio e calcio, anche se in alcune condizioni è altrettanto importante la determinazione di cloro, fosforo e magnesio.

Parola all’esperto

Approfondisci con la videointervista a Francesco Onida, professore associato di Ematologia, dipartimento di Oncologia e Emato-Oncologia dell’Università degli Studi di Milano che ha curato anche questo testo, e ricorda sempre che il referto deve essere controllato e interpretato dal tuo medico.

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