Salute

Carenza di piastrine: come si cura

Le terapie per la malattia della coagulazione del sangue

Le piastrine hanno il compito di garantire l’emostasi, contribuiscono cioè a far coagulare il sangue. Il loro numero normale varia da 150mila a 400mila per millimetro cubo. Sotto la soglia minima si parla di piastrinopenia, cioè di carenza di piastrine.

Cause

La piastrinopenia può essere conseguenza di vari tipi di malattie, come leucemie, anemia aplastica, splenomegalia (l’ingrossamento patologico della milza) e trombocitopenia autoimmune (calo delle piastrine che si verifica nelle ultime fasi della gravidanza). Le piastrinopenie si definiscono primitive (o idiopatiche) quando non si conosce la causa scatenante.

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Sintomi della carenza di piastrine

Il più tipico è la porpora, cioè la comparsa di macchie emorragiche cutanee, ma possono esserci epistassi (sangue dal naso) e gengive sanguinanti. Qui trovi la guida completa sulla fragilità capillare.

Possono anche verificarsi, ma sono molto rare, anche emorragie cerebrali. Ematomi profondi invece sono più caratteristici di una patologia plasmatica piuttosto che di una sindrome piastrinica.

Diagnosi

Il livello delle piastrine nel sangue si misura con l’emocromo. «Chi ha un numero di piastrine fra 100mila e 150mila è considerato borderline, vale a dire come una persona sana che deve però essere tenuta sotto controllo costante», spiega Giorgio Dini, che a Genova è direttore del dipartimento di ematologia e oncologia pediatrica dell’Istituto Gaslini e docente a contratto in ematologia pediatrica. «Oltre alla conta delle piastrine, bisogna fare esami specifici per cercare la causa della piastrinopenia».

Cure

Variano a seconda della causa e della gravità della carenza di piastrine. «I farmaci più utilizzati sono i cortisonici e le immunoglobuline, mentre le trasfusioni sono in genere necessarie sotto le 20mila piastrine per millimetro cubo», continua Dini. «Asportare la tiroide? Il rapporto fra piastrinopenia e tiroidite cronica è controverso ed è materia di studio. Se alla base di entrambe c’è un problema di autoimmunità, il più delle volte basta una cura con immunosoppressori. La tiroide, tra l’altro, si asporta in casi estremi e poi si sopperisce con una terapia ormonale sostitutiva a vita».

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