Salute

Fragilità capillare: tutto quello che devi sapere

C'è spesso confusione su cosa sia davvero e da cosa sia causata. Ecco tutte le diagnosi e le cure per risolvere il problema

La fragilità capillare

Antiestetica, a volte dolorosa, la fragilità capillare si manifesta principalmente sulle gambe con capillari evidenti “a ragnatela”. Dietro a questo disturbo, però, c’è molto di più. Abbiamo approfondito l’argomento con l’esperto di Ok Andrea Odero, specialista in chirurgia vascolare presso la Casa di Cura Columbus di Milano

Che cos’è la fragilità capillare

In Medicina la fragilità capillare si chiama con il termine clinico di Porpora: petecchiale se gli ematomi sono inferiori a 3 mm, ed ecchimotica se superiori. È caratterizzata dalla rottura dei vasi sanguigni più piccoli, i capillari, che si rompono spontaneamente o dopo piccoli traumatismi. Questo causa piccoli sanguinamenti cutanei e sottocutanei, qualche livido o ecchimosi (dal blu porpora al verde giallo in pochi giorni).

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La fragilità capillare non è pericolosa, ma può essere espressione di una patologia sottostante come i difetti delle piastrine e i difetti della coagulazione innati (l’emofilia) o jatrogeni con uso di anticoagulanti, l’ipertensione o venosa o arteriosa e la carenza di vitamina C (acido ascorbico). A livello della parete del capillare un abuso di pomate corticosteroidee può causare un’abnorme dilatazione dei capillari e un diffuso arrossamento locale.

Fragilità capillare sulle gambe

Discorso a parte va fatto per la impropriamente detta fragilità capillare, caratterizzata dalla comparsa nel tempo principalmente alle gambe di capillari evidenti e dilatati.

Si tratta delle teleangectasie, conosciute come spider vein per la loro caratteristica a ragnatela. Possono essere singole o raccolte a cluster.
Si possono formare al naso, guance, labbra e possono causare vergogna e la richiesta della loro eliminazione, che avviene danneggiando il vaso dilatato, facendolo collassare o cicatrizzare.

I sintomi sono variabili. Le teleangectasie possono essere asintomatiche, o causare dolore, bruciore e prurito. Hanno una dimensione di 1 mm massimo, mentre quelle di calibro maggiore si chiamano varici reticolari e hanno un calibro massimo fino a 3 mm.

Quali sono le cause?

Anche nel caso delle teleangectasie solitamente benigne possono nascondersi alcune patologie mediche che lo specialista può riconoscere: le teleangectasie emorragiche ereditarie, ad esempio, invece che sulla pelle si formano in organi vitali come il fegato e causare sanguinamenti.

Le cause possono essere ereditarie, ma alcuni comportamenti possono aggravarle.

L’esposizione al sole o alle elevate temperature causano una vasodilatazione che nel tempo può divenire permanente. L’alcolismo può determinare, per l’effetto vaso dilatatorio prolungato, la formazione di teleangectasie intorno al naso, ma anche problemi al fegato, con evidenti fini vasi capillari a livello dell’arcata toracica vicino all’addome.

La rosacea è tra le cause della fragilità capillare in quanto allarga le venule della cute del volto e determina un aspetto arrossato al naso ed alle guance. Il lupus aumenta la sensibilità della cute al sole e alle temperature e anche l’invecchiamento può determinare la comparsa di teleangectasie al volto.
L’insufficienza venosa a carico degli arti inferiori è una causa di teleangectasie: le vene della cute si dilatano per difficoltà nello scarico venoso.

Le cause non legate a patologie

La familiarità è tra i fattori di rischio. I traumi danneggiano la rete di vene del tessuto sottocutaneo e possono preludere alla formazione di teleangectasie. La terapia ormonale a base di estrogeni e progesterone ne favorisce la formazione.

La gravidanza è un periodo a rischio per la formazione di teleangectasie. Il progesterone causa rilasciamento delle pareti venose, favorendo insieme all’aumento delle pressioni venose (il bambino occupa spazio in addome) la formazione di venule e insufficienza venosa.

Anche stare troppe ore in piedi o seduti può causare teleangectasie: insegnanti, infermiere, impiegate, parrucchiere e commercianti sono la categorie più colpite.

Come si cura

Nei casi lievi si possono assumere integratori al mirtillo o farmaci vasoprotettori.

Una delle tecniche più utilizzata per l’eliminazione delle teleangectasie è la Scleroterapia. Iniettando con aghi molto sottili ipodermici piccole quantità di agenti sclerosanti, si determina un danno controllato all’endotelio, la superficie interna delle vene, causando una progressiva fibrosi e successiva occlusione con una trombosi controllata. In questo modo le venule incriminate cicatrizzano e scompaiono.

Il laser

Il laser si utilizza principalmente per i vasi di dimensioni più piccole, poco responsivi alla terapia sclerosante e con dimensioni submillimetriche (minori della pinta dell’ago). Questa tecnica causa per pochi minuti dolore e calore. Si utilizza anche la luce pulsata, con effetto similare a quello del laser.
La terapia farmacologica è a base di acido ascorbico per la fragilità capillare, così come l’assunzione di flavonoidi come la diosmina, esperidina, rusco e vitis vinifera.

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