Salute

Buchi alle orecchie: dove si possono fare e precauzioni da seguire per evitare le infezioni

Gli operatori devono aver seguito un corso formativo specifico, utilizzare materiale sterile o monouso e non possono utilizzare la pistola perforante. I consigli della dermatologa per buchi nelle orecchie in sicurezza

Secondo un’indagine condotta da Italiani.Coop nel 2018, 8 donne su 10 hanno i buchi alle orecchie (contro il 20% degli uomini), e chi non ne ha, solo il 3%, ne vorrebbe in futuro. «Nel nostro Paese la foratura dei lobi è spesso fatta ai bambini molto piccoli, per una ragione culturale e di abitudini familiari», commenta Marta Brumana, responsabile dermatologia dell’ospedale San Pio X e Humanitas Medical Care di Milano. Per legge, tatuaggi e piercing non possono essere richiesti prima dei 14 anni (e fino alla maggiore età con obbligo di consenso di uno dei due genitori), ma i buchi alle orecchie sono l’unica eccezione e sono consentiti anche sotto i 14 anni, sempre previo consenso genitoriale.
«È molto importante che vengano effettuati nel modo migliore. La Sidemast, la Società Italiana di Dermatologia, ha lanciato un appello per cercare di prevenire i problemi legati a piercing e orecchini troppo precoci. In generale, se non si vuole aspettare qualche anno, per i bambini si raccomanda l’importanza delle corrette norme igieniche e si consiglia di non bucare il bordo delle orecchie, oltre il lobo, perché in questa zona è più facile che si scatenino reazioni e cheloidi, cioè cicatrici in rilievo ispessite», avverte l’esperta.
Le precauzioni per evitare infezioni, allergie o cicatrici valgono per tutti, anche per chi, non avendo fatto i buchi durante l’infanzia, sceglie di farli in età adulta oppure di farne un secondo oppure un terzo. Di seguito, i consigli della dermatologa.

Buchi alle orecchie: dove si possono fare

È possibile fare i buchi alle orecchie in farmacia, presso una gioielleria o in un negozio specializzato in piercing. «Sia i professionisti medici che quelli non medici possono offrire servizi di foratura dei lobi, basta che l’operatore abbia seguito un corso formativo specifico» spiega Brumana. «In genere, i buchi alle orecchie vengono eseguiti infilando un ago nel lobo, perché l’utilizzo di dispositivi meccanici per la foratura, tipo la pistola perforante che spara l’orecchino nell’orecchio, è vietato in Italia. I piercer dovrebbero sempre essere addestrati e certificati nelle procedure sanitarie adeguate, come garantire che tutta l’attrezzatura utilizzata sia sterile».
«Gli obblighi sono chiaramente espressi da regolamenti ufficiali, che stabiliscono procedure per evitare la contaminazione, la diffusione e la trasmissione di germi patogeni, a tutela del cliente e degli operatori.
Tali obblighi riguardano soprattutto l’utilizzo di materiale sterile o monouso».

Buchi alle orecchie in gravidanza e allattamento

La foratura dei lobi, come anche altri piercing, durante i nove mesi di gravidanza non è raccomandata. «Anche se tutto viene eseguito in modo sicuro, c’è sempre la possibilità che si verifichi un’infezione e si diffonda nel flusso sanguigno, il che rappresenta un rischio per il bambino», sottolinea l’esperta.

Precauzioni da seguire dopo la foratura dei lobi

Per evitare complicazioni come un’infezione o la chiusura dei buchi alle orecchie, la dottoressa Brumana elenca tre consigli semplici ed efficaci:
  1. Non togliere gli orecchini per almeno sei settimane, anche di notte. Rimuovere gli orecchini iniziali troppo presto potrebbe causare la chiusura dei piercing.
  2. Lavare delicatamente gli orecchini con acqua e sapone delicato, senza profumo, almeno una volta al giorno, per evitare infezioni. È molto importante risciacquare bene.
  3. Applicare uno strato di vaselina sottile attorno a ciascun foro. La vaselina manterrà umida la zona, e una ferita umida guarisce più velocemente.

Buchi alle orecchie e infezioni

Sintomi

«Se un orecchio diventa dolorante, rosso o gonfio, oppure da un foro fuoriesce un liquido giallastro, potrebbe esserci un’infezione in corso», avverte la dermatologo. «Se qualcuno di questi sintomi non scompare rapidamente, è consigliata una visita medica».

Rimedi

Seguire le misure igieniche è il miglior modo per prevenire l’infezione. «Se però si verifica, è importante pulire bene la zona ed applicare una pomata antibiotica specifica», spiega Brumana. «In casi più complessi il medico potrebbe prescrivere un antibiotico per bocca».

Buchi alle orecchie e allergia

Sintomi e diagnosi

«Un’allergia si può manifestare con sintomi come prurito, rossore, desquamazione o comparsa di piccole vescicole e croste. In caso si sospetti una reazione allergica è consigliato fare una valutazione dal dermatologo per avere una diagnosi corretta e una terapia ad hoc» raccomanda l’esperta. «La diagnosi viene effettuata tramite patch test, delle prove allergologiche che si effettuano attraverso l’applicazione di cerotti sulla schiena e che possono svelare eventuali allergie». Tra quelle scatenate dai buchi nelle orecchie la più comune è l’allergia al nichel, il metallo di cui spesso sono fatti gli orecchini.

Rimedi

«In caso di allergia è importante prima di tutto eliminare il contatto con il metallo allergenico, scegliendo orecchini anallergici. La dermatite può essere trattata dal dermatologo con creme al cortisone o creme lenitive».

Casi in cui non è suggerito fare i buchi nelle orecchie

Oltre alla gravidanza, un’altra casistica in cui è sconsigliata la foratura dei lobi è la predisposizione ai cheloidi. Ad esempio se già ne abbiamo uno.
«I cheloidi sono cicatrici ispessite, che possono verificarsi sui lobi e raggiungere dimensioni molto importanti. Si verificano quando il corpo crea troppo tessuto cicatriziale per guarire il buco, creando una protuberanza attorno al sito del piercing. I cheloidi non sono semplici da trattare ed è importante agire precocemente perché prima si interviene meglio è. Il dermatologo può trattarli con diverse modalità, ma i laser negli ultimi anni ci stanno dando degli ottimi risultati».

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Giulia Masoero Regis

Giornalista pubblicista, collabora con OK Salute e Benessere, sito e giornale, e altre testate di divulgazione scientifica. Laureata in Scienze Politiche, Economiche e Sociali all'Università degli Studi di Milano, nel 2017 ha vinto il Premio Giornalistico SID – Società Italiana di Diabetologia “Il diabete sui media”; nel 2018 il Premio DivulgScience nel corso della XII edizione di NutriMI – Forum di Nutrizione Pratica e nel 2021 il Premio giornalistico Lattendibile, di Assolatte, nella Categoria "Salute". Dal 2023 fa parte del comitato scientifico dell’associazione Telefono Amico Italia.
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