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Batterio New Dehli: 31 morti in Toscana. Chi colpisce?

C'è grande preoccupazione per il diffondersi di un super batterio negli ospedali della regione italiana. Ecco tutti i dettagli

Uno screening di massa è partito su tutti i pazienti degli ospedali della Toscana per cercare di comprendere perché il contagio si stia espandendo. La zona più colpita resta quella nord occidentale, ma si registrano casi praticamente ovunque. Al momento sono quindici gli ospedali e due i centri di riabilitazione dove ci sono stati casi conclamati di malattia. Al Cisanello di Pisa se ne sono contati già 31.

Un contagiato su 10 ha sviluppato la sepsi 

Sono più di 700 le persone colpite da questo batterio che resiste anche gli antibiotici di secondo livello da novembre 2018 al 31 agosto scorso. Nel 10% dei casi i pazienti hanno sviluppato la sepsi con un tasso di mortalità del 40 per cento. Le autorità invitano a leggere bene le cifre: non significa che le 31 persone morte, abbiano perso la vita per il batterio. Il New Dehli può aver peggiorato situazioni già estremamente complicate.

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In che modo avviene il contagio?

In genere chiunque entri in contatto con batteri resistenti diventa portatore. Solo una piccolo percentuale svilupperà un’infezione. Nel caso specifico questo super batterio si sviluppa soprattutto in ambito ospedaliero. C’è da alcuni anni una vera e propria task force per limitare le infezioni in ospedale, ma le difficoltà sono tante. Troppo spesso per superficialità o per mancanza di tempo salta l’osservanza di corrette pratiche di igiene, come la detersione delle mani da parte degli operatori sanitari.

Quali sono i sintomi?

Anche la NDM si manifesta con i sintomi tipici delle infezioni sistemiche, cioè quelle che colpiscono l’intero organismo. Generalmente i principali sono:

  • febbre,
  • infezione del tratto urinario,
  • eruzione cutanee improvvise,
  • dolori al torace,
  • polmonite,
  • problemi neurologici,
  • disturbi gastrici e artriti.

Perché si chiama New Dehli?

Questo batterio è stato isolato per la prima volta nel 2008 su un paziente svedese appena rientrato da una vacanza a Nuova Delhi, in India. I medici lo chiamano con la sigla NDM, acronimo di New Delhi Metallo beta-lactamase. Si tratta di un enzima prodotto da alcuni batteri presenti nell’intestino, che hanno la capacità di rendere inutili diversi tipi di antibiotici. È quindi l’ennesimo caso di antibiotico-resistenza. La capacità di resistere agli antibiotici rende così pericolosi questi batteri, soprattutto in pazienti già colpiti da gravi patologie o immunodepressi.

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L’Italia è il Paese più colpito in Europa

In Italia si conta il 33% delle vittime di tutti le morti che avvengono in Europa per l’AMR. Il principale motivo è che siamo tra coloro che usano peggio o abusano di antibiotici. I microbi possiedono l’abilità di modificare il loro corredo genetico, sviluppando meccanismi di difesa nei confronti degli antimicrobici, la classe di farmaci a cui appartengono anche gli antibiotici. In parole povere un antibiotico non è più in grado di uccidere il microrganismo per cui era stato creato. Questa situazione sta creando una grave emergenza in tutto il mondo, tanto che è una delle principali preoccupazioni dell’Organizzazione Mondiale della Salute.

C’è un legame certo tra il consumo eccessivo ed irresponsabile di antibiotici e l’insorgenza del fenomeno della resistenza, sia nel mondo umano, sia in quello animale. Ecco le regole per utilizzare bene gli antibiotici.

Fermare la diffusione di questi batteri è essenziale: ecco come fare. Questa situazione rende molto complicato affrontare malattie che fino a qualche anno fa erano facile da trattare.

Cosa sta facendo il Ministero della Salute?

Il Ministero della salute si è dotato di un Piano nazionale per il Contrasto dell’AMR attraverso cui sta incrementando la sorveglianza e il monitoraggio su tutto il territorio nazionale, con il pieno coinvolgimento dei laboratori pubblici e privati.
Inoltre, per registrare e controllare l’uso degli antibiotici e l’utilizzo, in deroga, alternativo, di farmaci per uso umano, è obbligatorio l’utilizzo della ricetta elettronica veterinaria che consentirà di tracciare l’intera filiera del farmaco, dalla produzione, alla vendita in farmacia fino all’utilizzo, in casa o in allevamento. Grazie al nuovo sistema, sarà possibile seguire l’intero percorso di ciascuna singola confezione di un medicinale e valutare un uso appropriato degli antibiotici, promuovendo l’adozione di misure idonee a conservare l’efficacia dei medicinali.

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