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Il cervello si arrugginisce se il posto di lavoro è noioso e sporco

Il declino cognitivo accelera quando mancano stimoli intellettuali e si è esposti a sostanze chimiche e rumori

A tutti piacerebbe fare un lavoro stimolante in un ambiente confortevole e pulito, ma la realtà è ben diversa per molte persone. Ne sanno qualcosa i metalmeccanici in officina come gli operai nei cantieri: la loro giornata lavorativa è fatta di gesti ripetitivi e sempre uguali, rumori assordanti e sostanze chimiche pericolose dall’odore sgradevole.

Che queste condizioni di lavoro facessero male al fisico era ben chiaro da anni, ma quello che si scopre ora è che anche il cervello può risentirne col passare degli anni. A minacciare i neuroni sono fattori di rischio ben evidenti e sotto gli occhi di tutti, come la sporcizia e la rumorosità del luogo di lavoro, così come elementi invisibili e impalpabili, primo fra tutti, la noia.

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E’ quanto dimostra uno studio pubblicato su Journal of Occupational and Environmental Medicine dal ricercatore Joseph Grzywacz dell’Università della Florida, negli Stati Uniti.

«Gli psicologi ci ricordano che il cervello è un muscolo che va esercitato, mentre gli igienisti affermano che l’esposizione a sostanze chimiche sul posto di lavoro può accelerare il declino cognitivo», spiega Grzywacz. In passato alcuni esperti puntavano il dito contro la noia e la mancanza di stimoli intellettuali come la principale causa di declino cognitivo dei lavoratori, mentre altri accusavano le condizioni igieniche ambientali. Con questo nuovo studio, afferma Grzywacz, si dimostra che entrambi i fattori giocano un ruolo cruciale nel lungo termine, condizionando la memoria, la capacità di mantenere la concentrazione e di svolgere brillantemente compiti intellettuali.

Lo si è verificato prendendo in esame quasi 5.000 adulti tra i 32 e gli 84 anni, arruolati nello studio “Midlife in the United States”: mettendo in relazione le loro capacità cognitive con le condizioni in cui svolgevano la professione, è emerso innanzitutto che i lavori più stimolanti (che spingono ad apprendere nuove cose e ad affrontare delle sfide) migliorano le performance intellettuali in età avanzata, soprattutto nelle donne. Il secondo risultato importante è che l’esposizione ad un posto di lavoro non salubre accelera il declino cognitivo, nelle donne così come negli uomini.

Per preservare i neuroni dei lavoratori, dunque, «bisognerebbe fare in modo che tutti possano avere una certa libertà decisionale nelle loro attività, oltre che la garanzia di lavorare in un luogo salubre».

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