Alimentazione

Meglio fare tre pasti o di più? Cosa dicono gli studi scientifici?

In realtà non ci sono molte differenze, dipende molto da abitudini e obiettivi, ricordando che l'unico modo per dimagrire è il deficit calorico

Mangiare poco e spesso è meglio o peggio per la nostra salute? Siamo culturalmente abituati a fare tre pasti principali: colazione, pranzo e cena. Anche studi epidemiologici svolti nel 2019 avevano confermato la bontà di questo stile di vita.

Negli ultimi anni sempre più esperti hanno cominciato a suggerire dei cambiamenti, raccomandando pasti meno abbondanti e più frequenti. Questo aiuterebbe a raggiungere il peso ideale e a prevenire alcune malattie croniche come quelle cardiovascolari. Di contro sta diventando sempre più popolare il digiuno intermittente. Anche in questo caso però gli studi sono contraddittori.

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Mangiare poco e spesso: qual è l’effetto sulla salute del cuore?

Alcune ricerche sottolineano come mangiare poco più a volte al giorno abbia un impatto sui livelli di colesterolo. Un imponente studio svolto nel 2019 ha confrontato un regime alimentare basato su tre pasti e uno con almeno quattro.

I risultati hanno dimostrato che nel secondo caso aumentano i livelli di colesterolo buono, considerato lo spazzino delle arterie, riducendo il rischio di problemi cardiovascolari.

La Società Americana dei Cardiologi ha spiegato che mangiare poco e con grande frequenza riduce il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari. Il documento si può leggere sulla loro rivista scientifica, Circulation.

Mangiare poco e spesso non aumenta le chance di dimagrire

Non c’è invece una chiara evidenza scientifica per sostenere che mangiare poco e spesso abbia un impatto sulla perdita di peso. Uno studio ha dimostrato che non ci siano differenze se si assumono le stesse calorie. Per dimagrire resta valido il concetto del deficit calorico. Si dimagrisce solo se il numero delle calorie consumate è superiore a quello delle calorie ingerite.

Qual è l’effetto di pasti frequenti sul metabolismo?

In molti sostengono che mangiare poco e spesso possa aumentare il metabolismo. Si sostiene da più parte che mangiare ogni 2-3 ore possa renderlo più veloce. La digestione degli alimentari richiede energia. In termini tecnici si parla di TEF, dall’inglese thermic effect of food, cioè effetto termico del cibo. In realtà anche in questo caso nessuno studio scientifico conferma questa affermazione: mangiare più spesso non aumenterebbe quindi il metabolismo. Di conseguenza non ci fa dimagrire più facilmente.

Per gli sportivi agonisti meglio mangiare poco e spesso

Diversi esperti sostengono che per chi pratica uno sport a livello agonistico sia molto meglio concedersi piccoli pasti ogni 2-3 ore. Anche la Società Internazionale della Nutrizione Sportiva consiglia agli atleti di mangiare poco e spesso, stando particolarmente attenti alle proteine. Inoltre in questo modo non si appesantiscono e hanno sempre la giusta energia per praticare attività fisica.

Chi deve mangiare poco e spesso per motivi di salute?

Un’altra meta analisi ha dimostrato che alcune persone potrebbero avere benefici dal mangiare poco e spesso. Secondo uno studio si tratta di persone che:

  • si saziano molto facilmente,
  • non riescono a ingrassare,
  • soffrono di gonfiore addominale o nausea,
  • digeriscono i cibi con grande difficoltà.

Chi è meglio che si limiti a tre pasti al giorno?

Ci sono di contro persone che è meglio che continuino a mangiare tre pasti al giorno. Tra loro ci sono coloro che:

  • hanno difficoltà a controllare le porzioni,
  • mangiano con distrazione,
  • non hanno tempo di organizzare diversi mini pasti sani.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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