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Sindrome di Peter Pan: quando l’adulto non vuole crescere

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La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.

Si chiama sindrome di Peter Pan, dal nome del protagonista del famoso cartone animato Walt Disney e descrive tutti quei soggetti incapaci di crescere e assumersi le responsabilità tipiche del mondo dei grandi. Il termine è stato introdotto per la prima volta negli anni 80 dallo psicologo Dan Kiley per definire una persona intrappolata in un limbo tra l’adulto che non vorrebbe diventare e il bambino che non può più essere. Anche se oggi l’Organizzazione mondiale della sanità non la riconosce ancora come disturbo psicologico, è una condizione molto comune nella società attuale specie tra gli uomini.

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Sindrome di Peter Pan: quali sono le caratteristiche?

Questa persona non vuole maturare e vestire i panni dell’adulto perché lo ritiene un mondo ostile e troppo carico di responsabilità. Si rifugia in comportamenti e atteggiamenti egocentrici, tipici di un adolescente. Teme e rinvia gli impegni per non rinunciare alla sua libertà ed è particolarmente attento alla cura del proprio aspetto fisico e anche se all’apparenza non si direbbe, ha un’autostima molto bassa. L’eterno bambino non ama la solitudine: tende a circondarsi di persone ma sfugge da relazioni affettive troppo impegnative. Spesso fatica a adattarsi nell’ambito lavorativo, si carica di ansia durante il confronto con gli altri e non riesce ad esprimere in modo adeguato le proprie emozioni.

Come si cura la “peterpanità”? Parlano gli esperti

Non essendo una vera e propria malattia, non esiste un trattamento specifico per questa sindrome: il più delle volte chi ne è affetto non se ne rende nemmeno conto. Accettare e imparare a gestire le difficoltà della vita come parte fondamentale del proprio percorso di crescita è il primo passo per abbandonare i tratti infantili tipici della giovane età. Iniziare a prendere piccoli impegni quotidiani e portarli a termine, aiuta a sviluppare il senso di responsabilità e maturità. Tuttavia in casi più seri può essere necessario l’aiuto di uno specialista che supporti l’individuo nell’auto analisi e identifichi gli atteggiamenti principali su cui lavorare. È importante che il “Peter Pan” venga messo di fronte alla vita reale, ammettendo la propria riluttanza nel crescere. Il professionista potrà cosi guidarlo verso nuove consapevolezze, quali il problem solving, l’autostima, l’indipendenza e la capacità di riconoscere i propri errori.

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