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Diabete pediatrico: tutte le caratteristiche

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La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.

Solitamente parliamo di diabete pensando a quello di tipo due cioè che insorge nell’arco della vita e colpisce prevalentemente la popolazione adulta, in realtà non dobbiamo dimenticarci del diabete di tipo uno che insorge nell’infanzia o nell’adolescenza.
Quali sono le caratteristiche di questa tipologia di diabete? Lo spiega Riccardo Bonfanti responsabile dell’unità funzionale di diabetologia pediatrica dell’unità operativa di pediatria neonatologia dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Gruppo San Donato

La chetoacidosi diabetica: cos’è?

Il diabete dei bambini è un diabete insulino-dipendente che non ha caratteristiche differenti rispetto agli adulti, l’unico problema è soprattutto la diagnosi: nei bambini piccoli è difficile da diagnosticare e c’è meno tempo perché loro stiano male, infatti in questa situazione il problema principale è la chetoacidosi diabetica, che purtroppo ancora tanti bambini all’esordio presentano.La chetoacidosi diabetica è dovuta al fatto che i bambini hanno poliuria, ovvero fanno tanta pipì e hanno tanta sete nei giorni prima la diagnosi, questo porta ad aumentare il rischio di disidratazione. Si tratta di una situazione molto grave e sovraccaricata anche di un certo tasso di mortalità.

I sintomi

Sono principalmente la sete e la minzione frequente, alle quali si aggiunge il fatto che il bambino mangia molto più frequentemente e perde peso.Purtroppo quando il bambino ha uno o due anni, la situazione si complica, in quanto può star male nel giro di una settimana e quindi è necessario prestare molta attenzione da parte del genitore ma anche del medico curante pediatrico in modo da avere una diagnosi tempestiva.

Le cause

Esiste una predisposizione genetica, anche se questa malattia non è una malattia genetica. Questa predisposizione è quantificabile: secondo una studio condotto presso il San Raffaele circa l’1% dei pazienti ha una predisposizione genetica, ma solo lo 0,1% diventa diabetico.

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