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Microbiota vaginale: i consigli per mantenerlo in equilibrio

Le statistiche dimostrano che, dall’inizio della vita sessuale alla menopausa, le donne sono colpite almeno una volta dalle infezioni vaginali. Ecco come prevenire i disturbi

Per quanto attente alla cura del corpo, le donne a volte dimenticano che le zone intime hanno bisogno di protezione e delicatezza. Capita così di fare la doccia con saponi aggressivi o indossare pantaloni stretti che, sfregando, creano disagi.

Le statistiche dimostrano che, dall’inizio della vita sessuale alla menopausa, tutte le donne sono colpite almeno una volta dalle infezioni vaginali. Questo accade perché la vagina è colonizzata da miliardi di batteri che partecipano al mantenimento di un particolare microambiente, il cosiddetto microbiota. Questi microrganismi hanno una funzione di alleanza e difesa ma se il loro equilibrio quantitativo si altera possono emergere disturbi a carico di questa area.

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Il micriobiota vaginale sta bene? Te lo rivela il pH

Il parametro che consente di stabilire se la flora vaginale è in salute si chiama pH: si rileva tramite una visita ginecologica fornendo un quadro ben preciso dell’acidità vaginale in una scala che va da 0 a 7. Per funzionare la nostra barriera naturale deve essere tendenzialmente acida, perché in questo tipo di ambiente virus, funghi e batteri “cattivi” non sopravvivono: ecco perché quando è in buona salute, il pH vaginale è compreso fra 3,8 e 4,5 ma il valore non è sempre lo stesso. Perché il microbiota vaginale, composto prevalentemente da lactobacilli, è un ambiente dinamico, che varia cioè nel corso della vita.

Il pH cambia in ogni fase della vita

  • Nella fase che precede lo sviluppo, i bassi livelli di estrogeni determinano un sottile strato della mucosa e bassi livelli di lactobacilli.
  • Con la pubertà, gli estrogeni fanno maturare la mucosa della vagina e i lactobacilli diventano dominanti, occupando quasi il 90% dell’ambiente e producendo acido lattico con conseguente stabilizzazione del pH a 4-4,5.
  • In menopausa, la situazione ormonale cambia nuovamente e capita così che i lattobacilli, incaricati della protezione delle mucose, si riducano.

Microbiota vaginale alterato: occhio a vaginosi e candidosi

Se il pH sale oltre il valore di 4,5 i batteri dannosi cominciano a svilupparsi e possono, alla lunga, provocare problemi. Quale sia il “nemico” si deduce solitamente dai sintomi: perdite di colore tendente al giallo accompagnate da bruciori indicano una vaginosi batterica, mentre il prurito con secrezioni biancastre possono far pensare a una candidosi, di origine micotica. Lo specialista indica a quel punto la soluzione più adatta, dagli ovuli ai farmaci, per ritrovare la giusta biodiversità.

pH alterato: i 5 fattori di rischio

Non è solo l’età a influire sul microbiota vaginale. Bisogna ricordare che tra i fattori che modificano il pH vaginale ci sono anche:  

  • alimentazione scorretta: una dieta troppo ricca in carboidrati complessi peggiora i problemi micotici. Meglio ridurre zuccheri e favorire frutta e verdura.
  • rapporti sessuali non protetti: il liquido seminale ha un pH alcalino che può alterare l’ambiente acido delle parti intime. Ecco perché solitamente con i preservativi si evitano le vaginosi;
  • uso eccessivo di antibiotici: questi farmaci, oltre a eliminare i batteri patogeni, uccidono anche quelli buoni, responsabili della produzione di acido lattico che, a sua volta, mantiene il pH basso;
  • ambiente umido: il clima caldo umido favorisce il proliferare dei batteri che finiscono per procurare fastidi e arrossamenti nelle parti più delicate del corpo;
  • stress: in caso di affaticamento psicofisico intenso la flora batterica può subire modifiche e le difese immunitarie si indeboliscono.

Microbiota vaginale: ecco come mantenerlo in equilibrio

Attenzione agli indumenti, non solo diurni

  • è bene preferire la biancheria di cotone e di colore bianco, che è traspirante e garantisce maggior protezione e freschezza;
  • non indossare spesso pantaloni aderenti possono dare irritazioni alla pelle e quindi far sviluppare germi che possono colonizzare la vescica;
  • no al bikini bagnato: può causare un’alterazione delle difese naturali ed esporre a un maggior rischio di irritazioni. Dopo ogni bagno in mare è consigliabile risciacquarsi subito con acqua dolce  e indossare il costume asciutto.
  • cambiare spesso il pigiama: come conferma una ricerca della London School of Hygiene & Tropical Medicine se si vuole ridurre il rischio di infezioni delle vie urinarie, l’indumento notturno va lavato ogni settimana.

Salva il micriobiota vaginale con probiotici e yoga intimo

Ecco i metodi per mantenere il pH vaginale moderatamente acido.

  • Prendi i probiotici. Studi clinici dimostrano che l’assunzione di probiotici protegga la mucosa e riequilibri la microflora e il pH vaginale. I migliori sono quelli per via orale che contengono diversi ceppi di lactobacilli.
  • Evita un’igiene intima ossessiva, che altera la flora batterica. Basta lavarsi 1-2 volte al giorno con acqua calda e un detergente delicato.
  • Attenzione alle vie urinarie. Trattenere l’urina favorirebbe la proliferazione dei batteri all’interno della vescica. Sarebbe poi opportuno limitare l’uso di tamponi interni o comunque cambiarli molto spesso perché la loro presenza rende troppo secche le mucose.
  • Fai lo yoga intimo. Tiene lontano lo stress che abbassa le difese e migliora il tono dei muscoli pelvici. Fai queste posizioni ogni mattina: seduta a terra, a gambe incrociate, dondola per 10 volte sul bacino avanti e indietro, con lentezza; poi sdraiati su un tappetino immagina un fiore al posto della vagina e respira: quando inspiri visualizza i petali che si aprono, quando espiri si chiudono. Ripeti per 10 volte.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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