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La salute in movimento: sei progetti per il rafforzamento della sanità italiana

Quali sono le priorità intorno alle quali costruire il futuro della salute in Italia? Le hanno individuate i partecipanti di “Agorà”, un appuntamento promosso da Novartis e Culture nell’ambito del progetto “La salute in movimento”. Le proposte sono state presentate a esponenti del Governo e delle istituzioni italiane ed europee e saranno incluse nel Manifesto per “la Salute del XXI secolo”. Sei azioni progettuali per un radicale rinnovamento del sistema salute: deciso rafforzamento del ruolo dell’innovazione; equità̀ di accesso alle cure; sviluppo di percorsi innovativi tra università, settore pubblico e privato; modernizzazione delle strutture e conseguente formazione degli operatori; migliore prevenzione e assistenza sul territorio; maggiore integrazione fra servizi sanitari e sociali.

Il traguardo è un sistema salute inclusivo

«In questo momento, l’Italia ha un’opportunità irripetibile di ridisegnare il futuro della sua sanità» afferma Pasquale Frega, Presidente e Amministratore delegato di Novartis Italia. «L’esperienza della pandemia ha dimostrato che la tutela della salute ha un ruolo centrale nella vita del paese e che la capacità di innovazione, tradotta sia in terapie avanzate sia in nuovi approcci nell’erogazione dei servizi a pazienti e cittadini, è determinante per garantire efficacia e accessibilità alle cure. Il traguardo è un sistema salute inclusivo, da costruire attraverso un’ampia collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti e il lavoro svolto da Agorà, con la sua capacità di suggerire alle istituzioni percorsi e soluzioni concrete e sostenibili è a mio avviso esemplare in questo senso».

Gruppo San Donato

L’importanza di sviluppare un ecosistema salute data-driven

«Il lavoro svolto dai sei tavoli dell’Agorà sottolinea con forza l’importanza di sviluppare un ecosistema salute data-driven» afferma Felicia Pelagalli, CEO Culture e docente al Master Big Data dell’Università Sapienza di Roma. «I dati aggregati che riguardano la nostra salute e che sono legati all’erogazione dei servizi, sono un “bene pubblico”, sono di “interesse generale”, non sono “di proprietà” di una singola struttura o di un singolo ente regionale o territoriale. Non è più pensabile di continuare a fare “resistenza passiva” non alimentando i flussi informativi, non consentendo interoperabilità delle banche-dati. Il governo dei dati sanitari, per il bene comune, deve rientrare tra le nuove missioni principali del Sistema Sanitario Nazionale, al pari della cura e della prevenzione».

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