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Herpes zoster: vaccinazione indispensabile per i pazienti oncologici

L’Herpes zoster, più comunemente noto come “Fuoco di Sant’Antonio”, è la riattivazione del virus della varicella, che colpisce le strutture nervose. Circa 1 individuo adulto su 3 è a rischio di sviluppare un episodio di Herpes Zoster nel corso della propria vita, ma nei pazienti con tumore il rischio è maggiore.

Herpes zoster: i pazienti oncologici rischiano di più

«Alla riattivazione del virus, di solito, si associa una dolorosa eruzione cutanea che, nonostante possa manifestarsi in qualsiasi parte del corpo, compare più frequentemente su un solo lato del torace o dell’addome sotto forma di una singola striscia di vescicole. Secondo le Raccomandazioni dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) non solo i pazienti oncologici hanno il doppio delle possibilità di sviluppare l’Herpes Zoster ma hanno anche un’elevata probabilità di affrontare le gravi conseguenze del virus, che possono portare alla morte. Per questo è fondamentale che tutti i cittadini con tumore, in particolare quelli immunodepressi, siano vaccinati contro l’Herpes Zoster» avverte Saverio Cinieri, Presidente AIOM.

Gruppo San Donato

L’importanza del vaccino

L’informazione deve arrivare dai professionisti sanitari e dai clinici che seguono le persone fragili è il messaggio di Roberta Siliquini, presidente Società italiana igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Siti): «Le persone fragili, tra queste i pazienti oncologici, possono esigere un diritto di essere vaccinate contro patologie importanti come l’Herpes zoster, le polmoniti e quindi lo pneumococco, l’influenza, il Covid e molte altre patologie. Un’informazione che deve derivare dai professionisti sanitari, dai medici di medicina generale, ma anche dai clinici che seguono le persone fragili per le patologie prioritarie».

Aggiunge Giovanni Rezza, ex direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il ministero della Salute: «Non basta coprire le persone più anziane, bisogna assicurare il vaccino anche alle persone che hanno meno di 60 anni di età, ma con patologie tali da compromettere il sistema immunitario. Le persone cosiddette fragili o vulnerabili. A loro vanno offerti gli stessi vaccini che vengono offerti agli anziani, come vaccino antinfluenzale innanzitutto, ma anche il vaccino contro lo zoster».

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