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Costanza Caracciolo: «Ho una diastasi addominale di 5 centimetri»

La showgirl e imprenditrice ci ha raccontato che dopo le due gravidanze ravvicinate i muscoli addominali si sono allontanati. Oltre al problema della pancia ha a che fare con la lombalgia

Dopo cinque minuti di chiacchierata (neanche di persona ma al telefono, dove è sempre più complicato creare empatia con chi sta dall’altra parte della cornetta), con Costanza Caracciolo si ride. E anche molto. A eccezione di chi la frequenta da sempre, infatti, pochi la conoscono davvero per il suo lato ironico e affabile.

«La vita mi ha regalato tanto e per esserne riconoscente cerco sempre di presentarmi con un sorriso e di avere un approccio quanto più positivo, sia nelle relazioni, sia in ambito lavorativo, ma anche sui social, dove inevitabilmente ho a che fare tutti i giorni con una platea variegata di interlocutori, da chi apprezza quello che faccio a chi proprio non lo sopporta», dice la showgirl.

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Ed è proprio in Rete, che è a tutti gli effetti lo specchio della società contemporanea, che può capitare spesso di sentirsi fuori posto, quasi inadeguati. «È successo anche a me, benché io sia una, appunto, che si mette in gioco e si prende in giro da sola senza troppi problemi», continua Caracciolo. «Dopo la nascita delle mie figlie, per esempio, qualcuno ha cercato di farmi sentire sbagliata per le mie forme, alludendo anche che potessi essere nuovamente in dolce attesa subito dopo aver partorito. Credo che l’aspetto fisico di una persona non debba mai essere oggetto di dibattito, a maggior ragione se è correlato a qualche disturbo, come nel mio caso».

Si riferisce alla diastasi addominale che le è stata diagnosticata un paio di anni fa?

«Esatto. Nel 2018 ho dato alla luce la mia prima bambina, Stella, e nel 2020, a soli 16 mesi di distanza, è nata la mia seconda figlia, Isabel. Tra una gravidanza e l’altra non ho avuto né il tempo né le energie per rimettermi in forma con un’attività fisica costante e un buon piano alimentare. Forse è per questo che i muscoli addominali, che normalmente sono paralleli e uniti da una fascia fibrosa centrale, non hanno retto, allontanandosi sempre di più gli uni dagli altri».

«Inizialmente credevo si trattasse di una condizione fisiologica, legata ai cambiamenti inevitabili del corpo durante le due gravidanze. Ma quando, a un anno di distanza dall’ultimo parto, ho capito che non c’era verso di buttare giù la pancia, né col solito allenamento (che nel frattempo avevo ripreso) né con le indicazioni del nutrizionista, mi sono sottoposta a un’ecografia della parete addominale, su consiglio del mio medico di famiglia. È venuto fuori che ho una diastasi di cinque centimetri, fortunatamente non accompagnata da ernia ombelicale».

Oltre al rilassamento della pancia ci sono stati altri campanelli d’allarme?

«La pancetta gonfia, soprattutto dopo i pasti, con la conseguente ma lieve perdita del punto vita, sono state il segno più evidente. Avevo anche qualche difficoltà digestiva e un senso di pesantezza a livello di stomaco e intestino, ma credevo fossero disturbi legati al solito gonfiore addominale di cui ho sempre sofferto e che probabilmente l’ultima gravidanza aveva accentuato, complice anche la naturale trasformazione del corpo. Invece i miei problemini di colon irritabile non c’entravano nulla. L’ho capito anche dal fatto che, nonostante seguissi un regime alimentare studiato appositamente per tenerli a bada, questi sintomi persistevano».

La diastasi le ha provocato anche sintomi «collaterali», che non riguardano solo l’addome?

«Sì, contrariamente a quanto si pensi, la diastasi non è un disturbo esclusivamente estetico o che coinvolge solo la pancia. Nel mio caso, ad esempio, ha scatenato anche dei mal di schiena che interessano soprattutto la parte bassa e che si intensificano quando svolgo attività che richiedono un certo sforzo fisico. Alla lombalgia si aggiungono sporadici fastidi alle anche e al bacino».

«Tuttavia, rispetto a tante altre donne, delle quali leggo spesso le storie sul gruppo Diastasi Italia su Facebook, mi ritengo piuttosto fortunata: la mia diastasi è di soli cinque centimetri, cioè l’equivalente di indice, medio e anulare affiancati, e non ho mai sviluppato ernie di alcun tipo, che purtroppo sono frequenti in queste situazioni».

«Un aspetto da non sottovalutare, poi, è quello psicologico: la diastasi può creare un disagio interiore. Bene o male io sono sempre riuscita ad arginare i commenti e le domande morbose riguardo al peso o a eventuali nuove gravidanze, ma non tutte le donne hanno la forza di reagire con una risata o una scrollata di spalle. Questa è una condizione che di per sé può minare l’autostima femminile e i commenti indelicati di qualcuno possono ulteriormente ferire».

Prima delle gravidanze era a conoscenza dell’eventualità di andare incontro a questo disturbo?

«No, nessuno me ne aveva parlato e non mi era mai capitato di leggere qualcosa a riguardo. E a giudicare dai racconti di tante altre donne non sono l’unica ad aver “scoperto” questo disturbo solo dopo averlo sperimentato sulla propria pelle, magari anche tardi rispetto alle sue prime manifestazioni e facendo ricerche personali in internet o sui social».

«Credo si debba sensibilizzare di più la popolazione femminile in modo che già prima di intraprendere il meraviglioso percorso della gravidanza si conosca questa eventualità. Per questo motivo apprezzo molto il lavoro di Diastasi Italia, che da anni si impegna per creare una rete di supporto per le donne e promuovere preziose iniziative volte a far conoscere il disturbo».

Ha mai pensato di rivolgersi a uno specialista per intervenire chirurgicamente?

«Poco tempo fa, a Roma, mi sono sottoposta a una visita specialistica con il chirurgo plastico, ricostruttivo ed estetico Erik Geiger per capire se intervenire ed eventualmente quale opzione terapeutica intraprendere. Oltre all’intervento per riavvicinare i muscoli addominali, eseguito in laparoendoscopia, si potrebbe infatti anche associare l’addominoplastica, che consente di eliminare la pelle in eccesso. Sono sincera, non ho ancora deciso se farlo o no».

«Da un lato vorrei fissare l’intervento a dopo l’estate per risolvere una volta per tutte il problema, che da solo certamente non sparirà. Anzi, temo che col tempo i disturbi collaterali, come ad esempio il mal di schiena e il gonfiore addominale, possano anche peggiorare, limitando le mie attività quotidiane. Dall’altro, però, sono frenata dal fatto che, tutto sommato, ho imparato a convivere con questa condizione. Mi chiedo, quindi, se l’operazione sia così necessaria. Insomma, sono combattuta».

«Nell’attesa di prendere una decisione cerco di fare quello che posso per tenere sotto controllo la diastasi, a partire dall’allenamento. Guidata dal mio personal trainer Gianluca Punta svolgo solo esercizi che, alternando la contrazione degli addominali obliqui e traversi a una corretta respirazione, siano in grado di rinforzare la muscolatura e riavvicinare i tessuti senza però peggiorare la situazione. Al contrario, evito tutti quegli esercizi come i crunch (i classici addominali), che potrebbero sollecitare i muscoli retti e aumentare ancor di più il divario già presente tra quelli di destra e quelli di sinistra».

«Inoltre cerco di seguire una dieta bilanciata, studiata appositamente dal mio nutrizionista Sacha Sorrentino per tenere a bada il gonfiore addominale di cui, come dicevo poco fa, ho sempre sofferto. Da un paio d’anni mangio solo cereali integrali e limito tutto ciò che, una volta ingerito, può ulteriormente fermentare, come le crucifere, i legumi, i latticini molli, ma anche le bibite gasate, i dolci industriali e i condimenti molto grassi».

«Consumo le fibre con gradualità e in particolari momenti della giornata: la frutta, ad esempio, lontana dai pasti, come spuntino spezza-fame, mentre per alcune verdure, come le zucchine, prediligo particolari metodi di cottura, in particolare alla griglia o al forno. Mi sono imposta delle regole per stare meglio, è vero, ma resto pur sempre una ragazza siciliana che ama godersi i piaceri della tavola. Insomma, toglietemi tutto, ma a un buon fritto misto non dirò mai di no!».

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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