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Marco Masini: la mia testa è piena di capelli artificiali

«A 19 anni ero già calvo, mi sento un altro con la chioma sintetica. Una volta l'anno torno a farmi fare l'innesto»

La testa di Marco Masini? È piena di capelli artificiali. Il cantante fiorentino racconta di essere diventato calvo a 19 anni e di essere diventato un altro con l’innesto di capelli sintetici. Ecco la sua confessione, pubblicata anche sul numero di OK di giugno 2010.

Ho iniziato a perdere i capelli durante la naja

«Mettete insieme l’ereditarietà e il servizio militare ed ecco un giovane Marco Masini con un numero di capelli pericolosamente in calo. Che c’entra la naja, che ai miei tempi era ancora obbligatoria? Be’, ero nella Vam, la Vigilanza aeronautica, facevo un sacco di guardie ad aeroporti e altri punti sensibili, per cui portavo quasi tutti i giorni e per molte ore l’elmetto. E penso proprio che, oltre alla predisposizione familiare, il copricapo rigido di metallo ci abbia messo del suo.

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E così mi ritrovai a 19 anni con una fronte che chiamare alta era un complimento: l’attaccatura saliva, saliva… E dietro? Una chierica che si andava via via allargando e che in poco tempo avrebbe fatto invidia a un francescano.
Da giovani un problema del genere pesa un sacco. Ho cercato di scherzarci su e di nasconderlo, ma era sempre lì che mi innervosiva a ogni appuntamento con una ragazza o a ogni concerto (all’epoca avevo già iniziato a esibirmi in pubblico).

Mi sono fatto fare l’innesto, ero calvo

Per un po’ ho convissuto con la mia calvizie alla Ippocrate, che è il tipo di alopecia più diffuso negli uomini: capelli solo sulle tempie e piazza al centro. A un certo punto, però, cominciai a informarmi sulle varie tecniche antipelata.
No, non c’entravano le prese in giro degli amici: a Firenze a ogni sfottò ricevuto ne partono dieci di ritorno. Ero mosso dal desiderio di piacere agli altri.

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Per un attimo pensai di dare un taglio netto ai capelli restanti, convinto che una testa rapata alla Bruce Willis avrebbe aumentato il mio fascino. Non so perché ma con me non funzionò: fu un disastro, ero solo un calvo totale!
E così mi misi con impegno alla ricerca della soluzione. Il trapianto no, il toupet meno che meno: si vede che hai in testa qualcosa di posticcio. Quando mi presentarono Raffaele Fusco come il primo specialista in Italia ad applicare la tecnica giapponese dell’innesto di capelli artificiali, lo ascoltai e mi convinse. Avevo trovato il modo di tornare giovane, pensavo tra me e me.

Una volta l’anno torno a farmi riempire i vuoti

Prima di iniziare il trattamento, discussi con Fusco la scelta dei capelli, il colore, lo spessore, gli mostrai anche le foto di quando avevo lo zazzerone in testa perché capisse come rifare l’attaccatura.

Dopo poche sedute, un migliaio di capelli alla volta, già vidi il risultato e ne fui entusiasta. Sembravo un ragazzino! Non ci potevo credere. Provai ad andare in piscina, feci subito shampoo e lozioni, mi pettinai e ripettinai: i capelli tenevano alla grande.

Tornai sul palco a cantare sentendomi a mio agio come mai prima. Unico inconveniente, una o due volte all’anno ci vuole una seduta di aggiustamento, per riempire i vuoti dei capelli che cadono, sia i miei sia quelli artificiali. Ma adesso ho una certezza: calvo non voglio diventare più, neanche da vecchio».

Marco Masini

Testo raccolto da Claudio Gattuso per OK La salute prima di tutto di giugno 2010

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