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Antonio Di Pietro: guai al cuore, mi sono dato una calmata

Il leader dell'Italia dei valori racconta a OK di novembre come è cambiato dopo l'impianto di due stent: «Voglio campare, ora cerco di arrabbiarmi di meno»

Il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro racconta a OK di novembre (in edicola dal 24 ottobre) di aver scoperto, per caso, di avere un’arteria occlusa. Si è salvato grazie a due stent alla coronaria. Ecco la sua confessione.

«Il 3 marzo 2012 mi si sono incrinate alcune vertebre e ho scoperto di avere un’arteria occlusa. Una iattura, eppure lo considero un giorno fortunato. Quella mattina, appena ho messo i piedi per terra, sono caduto. Per qualche istante sono rimasto come un salame sul pavimento, ma per fortuna sono riuscito a raggiungere il telefonino e a chiamare i soccorsi del 118.

Gruppo San Donato

Dal momento stesso in cui è arrivata a casa l’ambulanza che mi ha trasportato agli Ospedali Riuniti di Bergamo per tutti gli accertamenti, è scattato un meccanismo di professionalità e solidarietà che mi fa dire: “Esiste una sanità pubblica che funziona, è quella dei medici e degli operatori”. Non c’è solo la sanità degli affari, delle lotte politiche e delle mazzette. No, dentro al sistema sanitario c’è anche un mondo di cui essere orgogliosi, fatto di volontari della Croce rossa, di giovani medici che si fanno le ossa e di infermieri e primari con una lunga carriera alle spalle.

Sono felice di raccontare la mia esperienza, perché è la testimonianza di una parte dell’Italia che deve essere rispettata e salvaguardata. E poi sono grato al destino che quella mattina di marzo ha deciso che mi dovevo incrinare ben quattro vertebre, la prima, la seconda, la terza e la quinta. Soffrivo di mal di schiena e quel sabato, intorno alle 6.30, mentre mi stavo alzando dal letto, sono caduto per terra, perché ho avuto un crollo vertebrale. Ma quando sono finito in ospedale, il problema osseo è finito in secondo piano.

Ci potevo restare secco!
Mentre mi facevano alcuni esami cardiologici di routine, mi hanno trovato l’arteria coronaria discendente occlusa quasi al 90%! Ci potevo restare secco! Confesso, ho avuto paura di morire mentre facevo la coronarografia e il cardiologo mi diceva: “Se si fosse chiuso quest’altro pezzettino della coronaria, non sarebbe passato più il sangue, e lei sarebbe stato spacciato”.

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Ogni giorno dico grazie al destino che mi ha fatto ricoverare per tutt’altra ragione e dico grazie ai medici del pronto soccorso, che hanno subito capito la mia patologia e la gravità del problema.

In poche ore sono stato preparato per l’intervento e mi hanno inserito due stent al cuore, due piccoli dispositivi per allargare l’arteria e favorire la circolazione sanguigna. Appena sveglio, mi hanno subito rimesso in piedi. E ho stretto la mano ai due medici che mi avevano operato, il radiochirurgo Giuseppe Bonaldi e il cardiologo Orazio Valsecchi (leggi il suo focus sull’angioplastica coronarica). Lo devo a loro se oggi sono ancora qui a raccontare la mia storia.

L’inserimento degli stent al cuore non mi ha limitato, anzi, mi ha migliorato la vita. Per esempio, ho capito che devo stare più attento all’alimentazione. Quel che mangiavo prima mangio adesso. E cioè di tutto, vi assicuro. La differenza è che non esagero più nelle quantità. E poi tengo sotto controllo costante la pressione: mi sono comprato un apparecchio portatile e la misuro da solo ogni due-tre giorni.

Voglio campare, mi sono calmato
Una delle cose che mi aiutano molto è un regalo di mia figlia che tengo sempre in tasca. Si tratta del contapassi: suona come una sveglia dopo aver fatto diecimila passi. La regola per il benessere di una persona che ha avuto problemi di cuore, o che vuole mantenersi in forma, sarebbe proprio quella di avere una media giornaliera di diecimila passi… Quindi io vivo ogni mia giornata aspettando che suoni la campanella!

Quello che mi è capitato mi ha fatto capire quanto siano importanti i check up. Ero a tutti gli effetti alla vigilia di una crisi che, essendo asintomatica, è difficilmente diagnosticabile. E tutti sappiamo che un attacco cardiaco può essere devastante. È per questo che invito tutti coloro che iniziano a vedersi i capelli bianchi in testa a prenotare una visita cardiologica. Non è per nulla dolorosa e adesso anche la diagnostica, coro-tac compresa, non è invasiva. Mi sento di dire che un po’ di accortezza può evitare danni irreparabili. E ve lo racconta uno che invece lo ha scoperto per caso. Ma la fortuna non ci bacia tutte le mattine.

Quell’intervento mi ha imposto anche più maturità. Non ve ne siete accorti? Non avete visto che da mesi mi arrabbio molto meno durante i talk show televisivi e nelle arene politiche? C’è chi ancora oggi mi chiede come mai mi infurio di meno e sono cambiato così tanto. In realtà io sono lo stesso di sempre… Solo con la voglia di campare qualche anno di più!»
Antonio Di Pietro (confessione raccolta da Francesca del Rosso per OK Salute e benessere di novembre 2012)

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