Disabili

Due centimetri o poco più

Quanti sono per voi due centimetri? Pochi? Tanti? Dipende! Due centimetri nella disabilità possono essere davvero un'enormità, possono fare la differenza tra passare attraverso la porta del bagno e non passarci... Ma possono anche significare l'impossibilità, momentanea si spera, di realizzare un piccolo-grande sogno. Due centimetri sono infatti quelli che mancano per poter utilizzare il Rewalk. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa è arrivata la chiamata del professor Molteni (Leggi come racconta la nascita del progetto): «Esami ok, si può partire». Siccome i salti di gioia non mi risultano agevoli, ho fatto qualche impennata di giubilo lungo i corridoi della Rizzoli Periodici. L'avventura con le gambe robotiche aveva inizio. Dopo meno di una settimana mi presento al primo appuntamento con la riabilitazione e il training. Ero già stato preallertato che si sarebbe trattato solo di una giornata dedicata ai test psicologici e alle misurazioni per adattare le gambe bioniche alle mie.

Quanti sono per voi due centimetri? Pochi? Tanti? Dipende! Due centimetri nella disabilità possono essere davvero un’enormità, possono fare la differenza tra passare attraverso la porta del bagno e non passarci… Ma possono anche significare l’impossibilità, momentanea si spera, di realizzare un piccolo-grande sogno. Due centimetri sono infatti quelli che mancano per poter utilizzare il Rewalk. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa è arrivata la chiamata del professor Molteni (Leggi come racconta la nascita del progetto): «Esami ok, si può partire». Siccome i salti di gioia non mi risultano agevoli, ho fatto qualche impennata di giubilo lungo i corridoi della Rizzoli Periodici. L’avventura con le gambe robotiche aveva inizio. Dopo meno di una settimana mi presento al primo appuntamento con la riabilitazione e il training. Ero già stato preallertato che si sarebbe trattato solo di una giornata dedicata ai test psicologici e alle misurazioni per adattare le gambe bioniche alle mie.

Arrivo al centro e volo in ambulatorio per i test. Si passa alle misure e purtroppo son dolori. Mi presento al laboratorio del cammino del centro Villa Beretta e con l’aiuto di una paio di fisioterapiste (saranno le mie compagne di viaggio per tutta la riabilitazione) mi infilo all’interno del Rewalk che è stato in precedenza adagiato su un lettino. Un salto dalla carrozzina al lettino non proprio brillante, devo prenderci ancora la mano, e sono pronto per iniziare la taratura delle gambe bioniche. Buffa la scena. Il bioingengere che mi segue mi dice «rincula un po’ che sei fuori misura con il ginocchio». La risposta «più indietro di così non posso… mi ribalto con tutto il Rewalk»… ebbene le gambe bioniche erano piccole. Per funzionare lo snodo del ginocchio delle gambe robotiche (che vedete in foto) deve trovarsi perfettamente allineato con il mio ginocchio. Cosa che a causa di una coscia un po’ troppo lunga, la mia, non avviene. Quante maledizioni ho lanciato al troppo sci in gioventù.

Gruppo San Donato

Il Rewalk in dotazione all’ospedale infatti è standard e indossabile solo da persone alte meno di  1.85 centimetri e io sono 1.87. Ingenuamente avevamo pensato che si potesse allungare un pochino, ma era già esteso al massimo. Nel linguaggio della formula uno si protrebbe definire l’inghippo uno stop and go, ovvero una fermata prima di ripartire. Occorre che da Israele mandino un rewalk ospedaliero un po’ più lungo e ci vorrà almeno un mesetto. Sigh!

Ps. Eleonora, il bioingegnere del centro mi ha telefonato mentre tornavo a casa sconsolato lasciandomi intendere che forse le era venuto in mento un sistema per risolvere il problema in attesa che arrivi l’altro prototipo. Ahime dovrete attendere il responso come lo sto attendendo io…

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