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Mano bionica che restituisce il tatto sperimentata su italiana

L'intervento è stato eseguito nel giugno 2016 nel Policlinico Gemelli di Roma dal neurochirurgo Paolo Maria Rossini

Si chiama Almerina Mascarello la prima donna italiana a testare una speciale mano bionica capace di restituire il senso del tatto. La signora, che aveva perso la sua mano in un incidente avvenuto quasi 25 anni fa, ha detto che «è praticamente come riaverla indietro». Il team di scienziati, tra i quali specialisti italiani, svizzeri e tedeschi, avevano già messo a punto una mano bionica sensibile al tatto ma il meccanismo era troppo grande per essere impiantato su una persona. Ora invece è stato inserito in uno zaino e quindi è facilmente trasportabile dal paziente. Finora la mano è stata sperimentata su 5 persone. La signora Almerina è la prima donna in assoluto e la prima in Italia a indossare l’impianto per sei mesi, anche al di fuori del laboratorio.

Come funziona

La mano ha dei sensori che sono in grado di rilevare le informazioni sulla consistenza di un oggetto. Questi messaggi sono inviati a un computer, contenuto appunto nello zaino, capace di convertirli in un linguaggio che il cervello comprende. L’informazione viene trasmessa al cervello tramite piccoli elettrodi impiantati nei nervi della parte superiore del braccio. Nei test, Almerina – che era bendata – è stata in grado di dire se l’oggetto che stava toccando era duro o morbido.

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«Posso fare quello che facevo prima»

«La sensazione è naturale – ha raccontato la donna alla Bbc – come se fosse la tua vera mano. Posso finalmente fare cose che prima erano difficili, come vestirmi, indossare scarpe, tutte cose banali ma importanti. Ti senti completo».

Il parere degli esperti

«Stiamo andando sempre più nella direzione dei film di fantascienza, come la mano bionica di Luke Skywalker in Star Wars – spiega Silvestro Micera, neuro-ingegnere dell’Epfl di Losanna – una protesi completamente controllata e totalmente naturale, identica alla mano umana. «Ci stiamo avvicinando sempre più a una mano naturale – spiega Paolo Maria Rossini, responsabile della Struttura complessa di Neurologia del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma. Ora è anche sensorizzata».

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