Salute

Endometriosi: tutto quello che c’è da sapere

Il ginecologo Gianluca Benassi spiega cause, sintomi e trattamenti di una patologia esclusivamente femminile, che impatta sulla qualità della vita e (in alcuni rari casi) può portare a infertilità

Gianluca Benassi è chirurgo ginecologo presso la Casa di Cura Città di Parma. Spiega come si manifesta l’endometriosi, quali trattamenti ha a disposizione lo specialista e che relazione c’è con l’infertilità.

Cos’è l’endometriosi

L’endometriosi, che colpisce circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, è una malattia cronica benigna. «L’endometrio è un tessuto che riveste le pareti interne dell’utero, formata da cellule e mucosa. Quando questi due componenti, che normalmente dovrebbero rimanere all’interno della loro sede naturale, migrano verso altri organi può insorgere questa patologia. Generalmente la migrazione avviene nell’ovaio, nelle tube, nella vagina, nella vescica o nell’intestino».

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Endometriosi: quali sono le cause?

Le cause dell’endometriosi sono tuttora al vaglio della comunità scientifica. «L’ipotesi più accreditata attribuisce la responsabilità della malattia alla mestruazione retrograda. Si tratta della risalita di piccole quantità di sangue mestruale nelle tube, fino al diffondersi delle cellule endometriali in altre sedi corporee. Chiaramente, nell’insorgenza della patologia giocano un ruolo importante anche la familiarità e la genetica».

Sintomi dell’endometriosi

«Poiché le cellule endometriali possono colonizzare diversi distretti corporei, la sintomatologia è estremamente variabile. Tuttavia, la maggior parte delle donne con endometriosi accusa fortissimi dolori mestruali (dismenorrea). Sono così intensi che spesso richiedono dosi massicce di farmaci o, addirittura, un ricovero in ospedale. Si possono avvertire anche:

  • dolore durante l’atto sessuale,
  • dolori pelvici e addominali,
  • dolore a urinare o a defecare».

«In alcune situazioni, la malattia è asintomatica. Ciò dipende sostanzialmente dalla dimensione delle colonie cellulari, dalla loro posizione e dalle condizioni generali della donna».

La diagnosi arriva troppo tardi

Purtroppo, in molti casi, la diagnosi di endometriosi arriva dopo 5-6 anni dall’insorgenza dei primi sintomi. In questo lasso di tempo la donna si trova costretta a peregrinare da uno specialista all’altro. «Questo accade perché in alcune forme la malattia è subdola. In poche parole non si presenta con i sintomi caratteristici e, dunque, è difficile da individuare. Quando le colonie di cellule endometriali misurano pochi millimetri, non possiamo servirci di esami diagnostici in grado di evidenziarle. La diagnosi, quindi, richiede una grande esperienza da parte dello specialista. Deve avere avuto a che fare con l’endometriosi per molti anni e solo così può essere capace di riconoscerla prontamente».

La qualità della vita si riduce

«Nelle forme sintomatiche di endometriosi la qualità della vita di una donna è spesso ridotta» conferma il ginecologo. «A causa del ciclo mestruale doloroso molte persone sono costrette a letto, rimanendo a casa dal lavoro, da scuola o dall’università. Spesso la sintomatologia obbliga a rinunciare all’attività sportiva e a quella sessuale, con implicazioni sociali e psicologiche pesanti».

Come si cura?

Non esiste una cura “standard”, valida per tutte le donne: in base alla sintomatologia, all’età e alle esigenze personali della persona, lo specialista indica il percorso terapeutico. «In genere i trattamenti sono quasi tutti ormonali o paraormonali e mirano a mettere a riposo il tessuto dell’endometrio. Quelli maggiormente utilizzati sono i preparati a base di progesterone, che riducono o bloccano temporaneamente il ciclo mestruale, ma possono essere prescritti anche la pillola contraccettiva o altri farmaci che funzionano bene ma possono portare con sé degli effetti collaterali, come la secchezza genitale, i disturbi dell’umore e della pelle» spiega Benassi.

Endometriosi e infertilità

L’endometriosi può provocare infertilità? «La risposta è sì, ma bisogna spiegarla per non creare confusione e allarmismi immotivati: solo se la malattia non è diagnosticata, viene sottovalutata e non trattata per anni può dare problemi di sterilità. Al contrario, se una donna riceve una diagnosi precoce, si rivolge a specialisti competenti e si sottopone a controlli periodici, è rarissimo incorrere in questa problematica» rassicura il ginecologo.

L’endometriosi è nei LEA

Con l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del 2017, l’endometriosi entra finalmente nell’elenco delle malattie croniche invalidanti che danno diritto all’esenzione: nei casi più gravi (endometriosi terzo e quarto stadio) gran parte delle procedure diagnostiche sarà rimborsabile dal Sistema sanitario nazionale.

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