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Sanità in Italia: il Nord resta al top, ancora flop il Sud

Svelati i dati del rapporto "Una misura di Performance dei Servizi Sanitari Regionali" del Centro Studi Crea Sanità dell'Università di Roma Tor Vergata. Resta enorme il divario tra Nord e Sud del nostro Paese

Non cambia nulla nella classifica dei Servizi Sanitari Regionali. Al primo posto restano le province autonome di Trento e Bolzano, seguite da Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto. Sicilia, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria occupano le posizioni basse. Fanalino di coda la Sardegna. Al centro del ranking dei Servizi Sanitari Regionali (Ssr) ci sono Valle d’Aosta, Marche, Liguria, Umbria, Piemonte, Lazio e Abruzzo.

Chi è migliorato

La valutazione, condotta dal Crea, il Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, ha messo in luce il balzo in avanti del Friuli, passato dagli ultimi posti ai primi. Bene anche Trento e Bolzano avanzano rispetto allo scorso anno dalla metà classifica alla vetta.

Gruppo San Donato

Chi è peggiorato

Situazione opposta in Sardegna. L’isola è in ultima posizione, mentre l’anno scorso occupava la zona centrale della classifica.

Come è stata fatta la classifica

Il metodo di valutazione utilizzato è multi-dimensionale. Prende cioè in considerazione gli aspetti sociali, quelli economici finanziari, i risultati, l’appropriatezza e l’innovazione.

Allo stesso tempo è anche multi-prospettiva. Di conseguenza fa la media delle valutazioni di diversi stakeholder del sistema, ovvero utenti, management aziendale, professioni sanitarie, istituzioni e industria medicale.

Il parere degli esperti 

Complessivamente i livelli di soddisfazione dei circa 100 esperti del panel rispetto alle performance attuali “sono relativamente scarsi” e “anche i migliori risultati regionali raggiunti, sono infatti ben lontani da una Performance ottimale”. Di contro, tra professionisti sanitari e management aziendale “prevale il convincimento degli esperti, suffragato peraltro da molte ragioni, di avere fatto «il massimo» con le risorse disponibili”.

 

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