Benessere

Sport: come allenare la mente a essere un campione

L'atteggiamento mentale incide circa il 60% sul risultato. Per questo bisogna allenare le proprie abilità personali

Vincere o perdere? Nel mondo dello sport, come nel lavoro e nella vita quotidiana, tutto dipende dalla mente e da come la si allena. In ogni prestazione sportiva individuale, infatti, l’atteggiamento mentale incide circa il 60% sul risultato finale. Per questo avere un’ottima preparazione atletica, buona tecnica e strategie chiaramente definite, non basta. Per generare una performance di alto livello che porti (si spera) alla vittoria è necessario incrementare anche le proprie abilità personali.

Come allenare la mente a essere un campione

«Come spesso dico ai miei atleti, se la mente rema contro i risultati non arrivano, se non in modo casuale. In tal senso la parte difficile non è tanto vincere, bensì rivincere, cioè essere in grado di replicare con continuità prestazioni ottimali e senza una struttura mentale ben formulata questo non avviene mai», spiega Giovanni Gabrielli, Sport mental coach della FISI, Federazione Italiana degli Sport Invernali. Allenare la mente a essere “un campione” è possibile. In base ad atleta, età, sesso, tipo e livello di sport praticato si interviene su aree specifiche. Gabrielli spiega che «il primo punto su cui bisogna lavorare è la definizione degli obiettivi prestazionali che si vogliono ottenere nel breve, medio e lungo periodo. Sembra strano ma spesso quest’area, che è estremamente importante e delicata, è sottovalutata, perché si pensa tanto al risultato ma non a cosa serva in termini di prestazione per raggiungerlo».

Gruppo San Donato

Anche le credenze personali, cioè autostima ed autoefficacia, svolgono un ruolo importante nel raggiungimento di un risultato. «La prima è la valutazione che io ho di me stesso rispetto agli altri, mentre la seconda è la conoscenza dei propri punti di forza e la capacità di attivarli quando servono. Noi spesso conosciamo molto bene le nostre aree di debolezza e spesso le sopravvalutiamo, ma conosciamo meno bene i nostri punti di forza e spesso li sottovalutiamo» sottolinea lo specialista.

Non sottovalutare il linguaggio

Un altro aspetto da non sottovalutare è il linguaggio. «Il dialogo interno che ogni atleta ha con sé stesso e che utilizza per definirsi ha degli effetti importanti in termini di prestazione. Un linguaggio negativo non è mai funzionale agli obiettivi che si vogliono ottenere» precisa Gabrielli. Ecco perché quando si parla, bisogna prestare attenzione a cosa si dice e a come lo si dice.

Altri aspetti su cui è possibile lavorare sono il focus, la concentrazione e gli atteggiamenti, insieme ai comportamenti, definiti “non funzionali”. Come spiega il mental coach «la paura della sconfitta, ma anche  della vittoria, l’ansia pre-gara e lo stress, sono sensazioni comuni quando si parla di gare e competizioni. Per questo allenarsi e lavorare sotto pressione, gestire aggressività e impeto, così come imparare a rischiare, è fondamentale per ottenere risultati con intelligenza».

L’importanza del mental coach

Figura chiave nello sviluppo e nell’incremento delle abilità mentali è il mental coach, un professionista che collabora con atleti ed allenatori per sviluppare una struttura mentale efficace che diventi alleata, e non nemica, nel raggiungere prestazioni efficaci e vincenti. «Il nostro lavoro consiste essenzialmente nella definizione degli obiettivi prestazionali degli atleti, sui loro comportamenti, sul dialogo interno, sui linguaggi e sul modo di pensare. Lavoriamo nel presente con qualche incursione nel futuro, ma il merito nel raggiungere gli obiettivi è sempre e solo dell’atleta, noi siamo un supporto» sottolinea Gabrielli.

Quando iniziare a lavorare sulla mente di un atleta

Non esiste un’età definita per iniziare a lavorare sulla mente di un atleta. «È però sempre meglio farlo prima piuttosto che dopo. Ci sono specialisti che iniziano a lavorare con i bambini dai 10 anni in su, altri più avanti. Sicuramente uno dei periodi chiave è l’adolescenza, perché è il punto di svolta per diventare veri atleti o lasciare perdere» conclude l’esperto. A tutti gli atleti Gabrielli ricorda che «non vi è futuro ne passato, tutto è ora, non c’è nessun luogo in cui andare, ne da raggiungere, tutto è già qui».

Leggi anche…

Mostra di più

Beatrice Foresti

Giornalista pubblicista, collabora con OK Salute e Benessere, insieme ad altre testate. È laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all’Università IULM di Milano e ha da poco terminato un Master in Giornalismo alla RCS Academy. È appassionata di scrittura, radio, fotografia e viaggi.
Pulsante per tornare all'inizio