Benessere

Occhio secco: perché le donne sono più a rischio?

Tra i fattori alla base della sindrome dell’occhio secco ci sono le variazioni ormonali. Ma non è l’unica causa di questo disturbo che, per fortuna, oggi vede nuovi trattamenti specifici

Sempre più donne soffrono della sindrome dell’occhio secco, un disturbo oculare dovuto a una ridotta produzione lacrimale, da eccessiva evaporazione lacrimale o a un’alterata qualità e composizione delle lacrime. Si stima che ne soffra quasi il 25% della popolazione che, di fronte a fastidi oculari, tende a sottovalutare il problema. Ecco le nuove cure e i motivi che lo portano a essere un problema soprattutto al femminile.

Occhio secco e donne: colpisce di più in gravidanza e menopausa

«Tra le cause più comuni dell’occhio secco (in inglese dry-eye) ci sono l’invecchiamento e le variazioni ormonali. È per questo che le donne in gravidanza o in menopausa rappresentano il gruppo più numeroso tra i pazienti che soffrono di questa sindrome». A farlo sapere il dottor Luigi Marino, referente di AIMO per la Regione Lombardia, in occasione di un incontro sul tema che si è svolto nell’ambito del 13esimo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, il primo organizzato congiuntamente con la Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (SISO).

Gruppo San Donato

Altre cause dell’occhio secco

Tra gli altri fattori che contribuiscono all’evoluzione della sindrome ci sono anche fattori ambientali, farmaci e patologie sistemiche e locali. Ma cosa si intende esattamente con il termine occhio secco? «Una serie di condizioni patologiche che causano la formazione di aree corneali o congiuntivali secche, asciutte (dry spots), conseguenti a una insufficiente lubrificazione della superficie oculare», ha spiegato Marino. «Spesso il dry eye viene confuso con una congiuntivite, è quindi molto importante che sia formulata una diagnosi da un medico oculista».

Il fattore età nella sindrome dell’occhio secco

Man mano che l’età avanza, tutto l’organismo ha delle trasformazioni, così anche la composizione delle lacrime varia. «Di fatto con l’invecchiamento si riduce il bisogno di bere», ha proseguito l’esperto, «la pelle diventa rugosa e le palpebre lasse modificano la regolare forma e architettura palpebrale. Inoltre, con il tempo, le patologie palpebrali modificano i dotti e alterano la produzione ghiandolare di Meibomio. Si avranno così lacrime con un ridotto contenuto di lipidi, che porteranno a una rapida e precoce evaporazione della parte acquosa del film lacrimale, creando una condizione di squilibrio e la sindrome da disfunzione del film lacrimale, appunto l’occhio secco».

Occhio secco e donne: il ruolo delle variazioni ormonali

Anche alcuni ormoni (gli androgeni) stimolano la produzione di lacrime. «Per questo variazioni di livelli ormonali possono ridurre la normale produzione di lacrime. Stati fisiologici come la gravidanza e il ciclo mestruale», ha fatto sapere ancora Marino, «influiscono sulla produzione di lacrime; infatti, in menopausa, si hanno quadri clinici oculari davvero drammatici». È dunque abbastanza intuitivo capire perché l’occhio secco e tutte le patologie connesse siano «così comuni dopo i 50 anni, soprattutto se si è donna».

Tra i fattori scatenanti ci sono anche i dispositivi elettronici

Oltre 8 pazienti su 10 soffrono di secchezza oculare a causa anche dell’inquinamento ambientale e dell’uso eccessivo di dispositivi tecnologici, quali smartphone e PC. Ovviamente l’impatto negativo sulla salute dei nostri occhi non dipende dai dispositivi in sé, bensì da un abuso tecnologico che ne facciamo, assai lontano dall’utilizzo corretto e responsabile necessario. Per evitare la sindrome da occhio secco è bene evitare di trascorrere troppe ore consecutive davanti a uno schermo o, per lo meno, di tenersi ad almeno 30 cm di distanza.

Le lenti a contatto possono provocare occhio secco

Tra le cause dell’occhio secco, inoltre, c’è l’utilizzo di lenti a contatto, che si collocano sulla cornea e galleggiano sul film lacrimale assorbendo una grande quantità di film lacrimale. «L’uso (ma soprattutto l’abuso) di lenti a contatto concorre al provocare una sindrome da disfunzione del film lacrimale», ha aggiunto il dottor Marino, «questo succede specialmente quando non si impiegano lenti a contatto usa e getta o giornaliere e per la corretta e necessaria igiene si impiegano soluzioni conservanti ricche di sostanze – a lungo andare – dannose».

Il ruolo di alcuni farmaci 

Farmaci sistemici che hanno come effetto collaterale un occhio secco sono:

  • gli ansiolitici;
  • i sedativi;
  • gli antidepressivi;
  • gli antistaminici;
  • i decongestionanti nasali;
  • i contraccettivi orali;
  • i diuretici.

Come curare l’occhio secco

Non è sempre facile curare alla radice la secchezza oculare ma è possibile attenuarne i sintomi e aiutare la lubrificazione e la protezione della superficie oculare. In che modo? Prima di tutto con le lacrime artificiali, un comune rimedio per ridurre in tempi brevi i sintomi. Ci sono poi i gel oftalmici che sono d’aiuto ed essendo molto resistenti permettono di umettare per un periodo prolungato l’occhio. Infine, chi soffre di secchezza oculare deve cercare di riequilibrare la propria condizione attraverso colliri ad azione completa.

L’idratazione è fondamentale

Tenendo presente che l’occhio è principalmente costituito da acqua e ha bisogno di quest’ultima per funzionare correttamente, una corretta idratazione è essenziale per garantire la salute degli occhi. Gli esperti suggeriscono un quantitativo di 8-10 bicchieri di acqua al giorno per mantenere il nostro organismo correttamente in funzione, non trascurando che un adeguato consumo di frutta e verdura può contribuire a raggiungere il fabbisogno.

Due nuove tecnologie per curare l’occhio secco

Per il trattamento dell’occhio secco sono a disposizione due nuove tecnologie. Ne ha parlato in occasione del Congresso il dottor Carlo Orione, socio fondatore di AIMO e referente dell’Associazione per la Regione Piemonte.

Il Jett plasma

«La prima è il Jett plasma, una nuovissima tecnologia che con un elettrodo d’oro decheratinizza il bordo palpebrale riaprendo le ghiandole», ha detto, «e con quello d’argento le svuota dal Meibum solido e ripolarizza le cellule ghiandolari riattivandole». In parole semplici, utilizzando un elettrodo d’argento si ottiene un aumento di perfusione sanguigna delle ghiandole che riprendono a produrre un Meibum oleoso.

La luce pulsata al servizio degli oculisti

La seconda soluzione è la Dry Eye Dual System, che si avvale della luce pulsata (la stessa che si usa per l’epilazione ndr).

«Se utilizziamo filtri a 530 micron, siamo sicuri di non danneggiare il bulbo pilifero che si trova a 640 micron di profondità. Importantissima in questo senso è la protezione dell’occhio con appositi gusci scuri. La luce pulsata causa, dunque, la riduzione dei vasi sanguigni teleangectasici, che rilasciano fattori infiammatori all’occhio (citochine e chemochine): se chiudiamo le teleangectasie il ciclo infiammatorio si riduce».

A riprova dell’importante successo, gli effetti benefici di questa metodologia all’avanguardia sono stati da poco pubblicati sulla rivista internazionale The Ocular Surface.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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