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I neonati che vanno in piscina dormono tutta la notte

Un corso di acquaticità, già a partire dai tre mesi, assicura sonni più profondi e più tranquilli

Fatica ad addormentarsi? Portate il neonato in piscina. Un corso di acquaticità è un sistema sano per fare stancare il piccolino, che verso sera chiuderà gli occhi più facilmente e magari si farà una bella tirata fino al mattino dopo. «Quella mezz’ora nella vasca, specie al pomeriggio, assicura un sonno più profondo e più tranquillo», conferma Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri. «Il movimento provoca la liberazione nell’organismo di endorfine, sostanze che regalano benessere e serenità. L’immersione, poi, calma i neonati, perché ricorda loro le sensazioni piacevoli della vita intrauterina, quando venivano cullati dal liquido amniotico, mentre l’acqua esercita un micro-massaggio che rilassa la muscolatura».
Ma i vantaggi non finiscono qui. Sguazzare sotto l’occhio vigile di mamma o papà rafforza il legame con i genitori, tonifica il sistema cardiocircolatorio e aiuta a mantenere pulite le vie respiratorie. «L’ambiente umido della piscina fluidifica le secrezioni favorendone l’espulsione», continua Mele.

Non c’è pericolo che beva troppo
Altro beneficio, il neonato familiarizza subito con l’acqua: sarà così avvantaggiato nell’imparare a nuotare e difficilmente avrà paura di entrare in mare quando sarà più grandicello. Tanto più che, almeno durante il primo anno di vita, non c’è alcun pericolo che beva troppo. «Nei bambini fino ai 12 mesi è istintivo il riflesso d’apnea, che fa chiudere l’epiglottide e impedisce che l’acqua entri nei polmoni», spiega Mele. «È comunque opportuno aspettare che il neonato abbia almeno tre mesi prima di portarlo in piscina. E l’inserimento dev’essere graduale, non più di un giorno alla settimana».

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PER PORTARE I NEONATI IN PISCINA

• Mamma o papà devono stare con il neonato in acqua e in vasca dev’essere presente anche un istruttore preparato che sappia giocare e infondere sicurezza.
• Meglio iscrivere il bebè a corsi di acquaticità con gruppi ridotti: non più di cinque bambini e tutti della stessa età.
• È opportuno scegliere impianti di dimensioni contenute: il rimbombo tipico delle piscine grandi potrebbe spaventare il bambino.
• Verificare che gli spogliatoi siano attrezzati con fasciatoi e box e che ci sia possibilità di allattare o dare il biberon dopo la lezione.
• La temperatura dell’acqua non dev’essere inferiore ai 32 gradi, mentre quella dell’ambiente deve oscillare tra i 29 e i 31 gradi.
• Niente pannolini in acqua, perché appesantiscono il bambino. Per evitare eventuali pipì o popò si può mettere un costumino di lattice.
Paola Arosio – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 10 novembre 2009

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