Benessere

I benefici del canottaggio, uno sport che si può iniziare anche a 60 anni

Coinvolge muscoli della braccia, delle gambe e allena il cuore. Da Milano a Venezia, la prima regata a impatto zero porta l'attenzione sulla salvaguardia del fiume Po e sui lati positivi di uno sport non così diffuso

Sei ore al giorno in canoa per percorrere sessanta chilometri quotidiani e in tutto fare otto tappe lungo il fiume Po, dalla Darsena di Milano fino a Venezia. Sono i numeri di VogaPosse, la prima regata a impatto zero realizzata non da sportivi professionisti, ma da ventuno appassionati di canottaggio amatoriali, sei donne e quindici uomini, dai 35 ai 63 anni. È la prima volta, dal 1927, che si ripercorre interamente questa via d’acqua partendo da Milano.

L’impresa sportiva da un lato sensibilizza sulla necessità di salvaguardare un fiume ormai in pericolo dal punto di vista ambientale e sulla possibilità di fare un turismo lento e sostenibile; dall’altro mostra i lati positivi di uno sport di gruppo come il canottaggio. Come spiega Roberto, il coach che ha seguito e segue il team VogaPosse lungo l’intera regata, non ci sono limiti per praticare questo sport. «Il gruppo è formato da commercialisti, fotografi, consulenti, avvocati, architetti e professori, con un’età media di oltre 45 anni» racconta. «Alcuni si sono appassionati al canottaggio guardando le gare in televisione, altri per il desiderio di provare uno sport diverso dai solito, altri ancora grazie ai figli».

Gruppo San Donato

I benefici del canottaggio

Il canottaggio, infatti, non è un sport esclusivo, ma decisamente inclusivo. «Si può iniziare a praticare anche a 60 anni. E anche se verrebbe da pensare che ad allenarsi siano solo le braccia, in realtà, un po’ come il nuoto, il canottaggio coinvolge fino all’85% della massa muscolare. Muscoli pettorali, dorsali, bicipiti e tricipiti, ma anche i muscoli delle gambe» continua il coach.

«Vogare ha anche benefici sul sistema cardiovascolare perché è sia un’attività anaerobica, soprattutto all’inizio, in partenza, che aerobica, lungo l’intero percorso». Il ritmo da tenere durante la regata, dopotutto, è sostenuto: ogni minuto si fanno più o meno 20 vogate (o colpi). «Non ci sono controindicazioni se qualcuno ha problemi di mobilità articolare, perché i movimenti che si fanno durante le vogate non impegnano le articolazioni in modo violento» precisa Roberto.

Vogaposse

L’allenamento a terra

Il team VogaPosse, in vista della partenza di fine maggio, si sta allenando da circa un anno al Circolo canottieri di Milano. Come prepararsi a una gara del genere senza rischiare di farsi male, vista l’età di alcuni partecipanti? «Prima di iniziare l’attività su canoa in acqua abbiamo svolto degli allenamenti in palestra» fa sapere il coach. «Per preparare muscoli e fiato abbiamo fatto sia esercizi anaerobici, ad esempio pesi o circuiti di interval training, che sessioni aerobiche dalla durata sempre maggiore per abituare il fisico alla lunghezza delle varie tappe, in tutto otto e di sei ore ciascuna».

L’obiettivo della regata: curare il Po

La regata è partita dalla Darsena di Milano il 28 maggio e arriverà a Venezia il 5 giugno passando dall’Emilia-Romagna. Si definisce a impatto zero non solo perché le barche sono prive di motore, ma anche perché  i mezzi che le accompagnano lungo il percorso sono elettrici e gli spostamenti di ogni tappa vengono fatti a piedi.

Una volta conclusa, VogaPosse lancerà un crowdfunding e devolverà il ricavato a Legambiente e Plastic Free per salvaguardare il Po. Questo fiume oggi è definito il «grande malato» perché trasporta ogni giorno undici tonnellate di microplastiche nel mar Adriatico. Per ogni 10 euro raccolti verrà “adottato” e poi  sanato un chilometro del corso d’acqua.

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