Benessere

Cammino di Santiago: ecco perché bisognerebbe farlo almeno una volta nella vita

L'itinerario è lungo circa 800 chilometri e dura mediamente un mese. Ogni anno è attraversato sia a piedi sia in bicicletta da oltre 200mila persone

Centinaia di chilometri da percorrere tra colline, paesi, città e oceano con uno zaino in spalla: è il Cammino di Santiago, il pellegrinaggio spirituale di origine medievale più famoso al mondo. Un “viaggio” unico, non solo per i religiosi, ma anche per coloro che sono alla ricerca di un’esperienza profonda e perché no, anche trascendentale. C’è chi parte per vivere un’avventura, chi per ritrovare sé stesso, superare un dolore oppure ancora per fede, ma indipendentemente dal motivo che spinge a scegliere questo percorso, ciò che accumuna i pellegrini è la sensazione ultima di felicità. Ecco perché bisognerebbe mettersi in cammino almeno una volta nella vita.

Le origini del nome

Leggenda narra che l’eremita Pelayo una sera stava riposando sul punto più alto di un colle chiamato Liberdòn, quando vide una stella che gli indicò il luogo dove giacevano le reliquie di San Giacomo il Maggiore, uno degli apostoli di Gesù, ovvero la Cattedrale di Santiago di Compostela. Così l’eremita si alzò, percorse il tragitto indicato dalla stella e, dopo un lungo pellegrinaggio, arrivò a destinazione. Di qui il nome: Santiago (contrattura iberica di San Giacomo) de Compostela (campus stellae, che in latino significa cielo stellato).

Gruppo San Donato

L’itinerario

L’itinerario del Cammino di Santiago ha diversi percorsi in tutta Europa, ma il più conosciuto ha come punto di partenza Saint Jean Pied de Port, in Francia, e come tappa finale la città spagnola di Santiago di Compostela, nella regione della Galizia, considerata la terza meta di pellegrinaggio più importante dopo Gerusalemme e Roma. Proprio per questo è divenuto nel corso dei secoli un punto di riferimento e luogo di culto per tutta la cristianità, oltre che uno dei pellegrinaggi più intrapresi.

Il percorso è lungo circa 800 chilometri e dura mediamente un mese. Secondo le stime, ogni anno è attraversato sia a piedi sia in bicicletta, in solitaria o in compagnia, da oltre 200mila persone di ogni nazionalità, ben oltre quelle europee.

I benefici sulla mente

Ormai è noto come una passeggiata, ancor più se immersi nella natura, apporti benefici al corpo e alla mente. Ma il Cammino di Santiago, in particolare, sembra rendere più felici. Lo evidenzia una ricerca dal nome Proyecto Ultreya, promossa dall’Università di Saragozza con il sostegno dell’Associazione degli amici del Cammino di Santiago del Nord, condotta allo scopo di valutare gli effetti psicologici, sociali e spirituali che scaturiscono dalla fatica e dal dolore del pellegrinaggio (umore, soddisfazione di vita, capacità di vivere nel presente), oltre ad alcuni aspetti personali.

Nel dettaglio, i risultati dell’indagine mostrano che non ci sono grandi differenze se lo si percorre in solitudine o in compagnia, così come se lo si percorre perché religiosi oppure no. Il Cammino stimola la meditazione e produce effetti terapeutici positivi in egual misura. Come afferma il ricercatore Javier García Campayo dell’Università di Saragozza, «il cammino è caratterizzato da tre fattori: la solitudine (anche se si è in compagnia si ci ritrova soli con se stessi), la solidarietà e il dolore fisico: tre componenti essenziali che sfociano nella immensa felicità una volta raggiunto il traguardo». Quindi, il “perché” si prova felicità al termine del viaggio deriva dalla consapevolezza di essere riusciti a raggiungere un traguardo così grande.

Nel commentare i risultati, il team di ricerca sottolinea però che i benefici del Cammino potrebbero essere indotti più in generale dal semplice essere in vacanza o dal contatto con la natura. Ciononostante, è indubbio che il Cammino di Santiago si prefigge come un viaggio esperienziale e culturale tra bellezze paesaggistiche, nuove conoscenze e occasioni di convivialità.

Qualche consiglio di viaggio

Trattandosi di un lungo itinerario, il cammino di Santiago richiede preparazione e organizzazione. Per evitare di trovarsi impreparati durante il viaggio è importante in primis procurarsi il kit necessario: uno zaino di qualità capiente e comodo, delle buone scarpe da trekking in goretex e un sacco a pelo, mentre per l’abbigliamento, il consiglio generale è di scegliere vestiti impermeabili.

Una volta in viaggio, poi, è importante ricordarsi di seguire il proprio ritmo (biologico e spirituale, per chi ci crede) e lasciarsi guidare esclusivamente da quello.

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Beatrice Foresti

Giornalista pubblicista, collabora con OK Salute e Benessere, insieme ad altre testate. È laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all’Università IULM di Milano e ha da poco terminato un Master in Giornalismo alla RCS Academy. È appassionata di scrittura, radio, fotografia e viaggi.
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