Benessere

Body Positivity: come abbandonare l’idea di non essere adeguate

La dott.ssa Marinella Cozzolino ci spiega in che modo accettare, valorizzare e amare il nostro corpo

Mai giudicare un libro dalla copertina. È questa la frase che dovremmo ripeterci ogni volta che pensiamo al nostro aspetto esteriore. Oggi più che mai sentiamo parlare di “body positivity”, il movimento sociale che sprona ad accettare, valorizzare e amare il proprio corpo in tutte le sue imperfezioni. Ma, come imparare davvero a piacersi e abbandonare l’idea di non essere mai adeguate? «Non sentirsi rappresentate dal proprio corpo e non riuscire a pensarlo in positivo è una comune», spiega Marinella Cozzolino, psicoterapeuta, sessuologa clinica e presidente dell’Associazione Italiana Sessuologia Clinica. «Fino a qualche tempo fa il problema riguardava una precisa fascia di età, cioè le ragazze più giovani tra i 25 e i 30 anni, ora è pensiero anche delle donne oltre i 50 anni».

Cosa mi identifica come persona

Quando pensiamo al nostro corpo spesso pensiamo all’immagine o all’idea di noi che trasmettiamo agli altri. Un’immagine che magari non ci piace, che non riusciamo ad accettare e che vorremmo in qualche modo migliorare. Ma per fare davvero pace con noi stessi la prima domanda che dovremmo porci, afferma Cozzolino, è «Cosa mi identifica come persona? Faccio un esempio. Magari non hai le gambe perfette o il naso che vorresti, ma, se li avessi, sarebbero davvero il tuo punto di forza? E sei sicura che se riuscissi ad avere quel corpo la tua vita sarebbe diversa? La risposta molto probabilmente sarebbe no». Volersi migliorare è un bene, ma quando la perfezione diventa un limite significa che la situazione sta sfuggendo di mano.

Gruppo San Donato

I canoni di bellezza

Oggi mostrare il proprio corpo con orgoglio non è semplice. La società in cui viviamo ci impone canoni di bellezza che non fanno altro che accendere in noi una sensazione di invidia ed emulazione. «In una scala da 1 a 10 non credo di esagerare se dicessi che i social ci influenzano 10», continua la psicologa. «Le persone che hanno successo sui social, però, non hanno successo per il loro aspetto fisico, ma per un personalissimo modo di stare al mondo, per la capacità che hanno di comunicare e farsi ascoltare. Ecco perché pensarsi come persona e pensare al proprio potenziale è fondamentale per lavorare sulla consapevolezza di sé».

Gli altri non sono così attenti come pensiamo

Un’altra domanda, a cui forse non abbiamo mai pensato, è: siamo davvero sicuri che gli altri ci osservino così tanto come crediamo? «Una persona si vergogna perché ha paura di non essere piacente o piacevole, quindi teme il giudizio degli altri, ma non sa che gli altri non sono così attenti come lo siamo noi», precisa Cozzolino. «Una persona normalmente dotata in termini estetici, con i suoi pregi e difetti, ha sempre qualcosa su cui poter contare per acquisire fiducia in sé stessa».

La voglia di piacersi poi, va in un certo senso allenata, non basta sognare. La specialista infatti spiega che «quando si guardano corpi belli ci si dimentica che dietro a un fisico perfetto c’è tanto lavoro. A volte si è troppo pigri per attivarsi e quindi il problema rimane, perché ci si nasconde dietro a frasi fatte tipo “sono fatta così, non posso cambiare”».

La risposta è dentro di noi

Tutto parte da noi stessi. «Conosciamo dalla scuola e dall’università la storia, la geografia, la chimica e la matematica, ma non conosciamo noi stessi. Nessuno conosce il proprio potenziale e ci ha mai ragionato su. Ci siamo sempre e solo un po’ paragonati agli altri, usandoli come unità di misura», continua Cozzolino. Insomma, la risposta a tutte le nostre domande è dentro di noi. «Ciò che bisogna valutare è chi siamo, lavorare sulle nostre potenzialità, che non sono le ambizioni e i desideri, ma le attitudini, ovvero ciò che ci viene facile. È questo ciò che dobbiamo mettere avanti di noi, le cose che sappiamo fare, non le cose che ci mancano», conclude.

Appellandosi alle donne la dottoressa lancia un messaggio: «Chiediti chi vuoi essere realmente nella vita. Questa domanda non ce la poniamo mai, ma è la chiave di tutto. Tutti quelli che sono diventati qualcuno nella vita sono partiti da un’idea, un punto chiaro. Ricorda che il corpo è soltanto uno strumento per il raggiungimento dei tuoi obiettivi».

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Beatrice Foresti

Giornalista pubblicista, collabora con OK Salute e Benessere, insieme ad altre testate. È laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all’Università IULM di Milano e ha da poco terminato un Master in Giornalismo alla RCS Academy. È appassionata di scrittura, radio, fotografia e viaggi.
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