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Una pillola prima dei pasti per perdere peso? Un brevetto italiano

Uno studio internazionale ha sperimentato gli effetti dell'assunzione di una capsula prima dei pasti da parte di pazienti obesi e in sovrappeso. I risultati sono positivi

Combattere l’obesità ingerendo una pillola prima dei pasti? Sembra possibile, secondo uno studio internazionale presentato a Nashville all’ObesityWeek 2018. L’esperimento è stato condotto su una capsula anti-obesità nata da un brevetto italiano, fra gli autori Livio Luzi, responsabile dell’Area endocrinologia e malattie metaboliche dell’Irccs Policlinico San Donato.

Come funziona la pillola?

Si tratta di capsule da ingerire con acqua prima dei pasti principali, quindi 2-3 o 4 volte al giorno in base a come sono suddivisi. Quando queste pillole arrivano nello stomaco, si sciolgono e rilasciano un gel che a contatto con i liquidi aumenta di volume, contribuendo a limitare la capacità dello stomaco e ad aumentare il senso di sazietà. Dopo qualche ora, il materiale assume una consistenza liquida e viene espulso dal corpo con le feci, senza essere assorbito.

Gruppo San Donato

Un esperimento in doppio cieco

Durante lo studio, gli scienziati hanno analizzato la variazione di peso nel campione di adulti obesi o in sovrappeso dopo 6 mesi di trattamento. Il trial è stato randomizzato in doppio cieco, che significa che sia il paziente, sia il medico non conoscevano le caratteristiche del farmaco somministrato (la tipologia, la dose, eccetera). Lo scopo del doppio cieco è quello di garantire il maggior livello di neutralità possibile e di ridurre al minimo gli errori, ovvero il rischio di influenzare il risultato della ricerca. Lo studio ha coinvolto 436 pazienti: a 223 è stato somministrato il prodotto e a 213 un placebo.

I risultati

Il 59% degli adulti ha ottenuto una perdita di peso di almeno il 5%, contro il 42% del gruppo placebo. I pazienti a cui è stata data la capsula si sono suddivisi in gruppi: i “responder”, ossia le 6 persone su 10 che hanno perso in media il 10% del peso
corporeo totale (10 kg) e 9,7 centimetri di girovita, e i “non-responder” che hanno perso in media l’1% del peso corporeo totale (meno di 1 kg). Il 27% dei pazienti trattati, contro il 15% dei controlli, sono stati “super responder”, cioè hanno avuto una perdita di peso maggiore del 10%.

Prospettive di cura

Per gli esperti i risultati dello studio aprono uno scenario interessante. La capsula anti-obesità potrebbe diventare una nuova ed efficace terapia non sistemica, sicura e tollerabile. Dopotutto, viviamo in un mondo sempre più “obeso”: l’obesità è la malattia metabolica più diffusa, con oltre 600 milioni di pazienti, e 2,8 milioni di morti l’anno sono causate da questa condizione patologica.

Fonte

Risultati pubblicati su Obesity e annunciati a Nashville all’ObesityWeek 2018, Congresso annuale combinato dell’American Society for Metabolic and Bariatric Surgery e della The Obesity Society.

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