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Sai che esiste una pizza che previene i tumori?

Si chiama pizza Pascalina ed è stata ideata a Napoli dall'Istituto Nazionale dei Tumori. Scopri la ricetta e le sue caratteristiche nutrizionali

Una pizza in grado di prevenire i tumori? Esiste e si chiama pizza Pascalina perché è stata “sfornata” dall’Istituto dei Tumori di Napoli “Fondazione Pascale”. La ricetta della pizza Pascalina è salutare, ma anche sfiziosa: friarielli, pomodori campani, olive nere, noci, olio, farina integrale, aglio e peperoncino. L’idea di creare una pizza con proprietà antitumorali è nata nell’Istituto napoletano con lo scopo di stimolare un’alimentazione mediterranea sana e di promuovere la ricerca contro il cancro. Il team che ha lavorato alla ricetta è composto dal direttore genereale della Fondazione Pascale Attilio Bianchi, dal direttore dell’unità di epidemiologia Maurizio Montella, dal direttore di chirurgia oncologica colorettale Paolo Delrio e dalla nutrizionista Livia Augustin.

Una pizza salutare

Sostiene la ricerca

Come sostiene la ricerca scientifica la pizza Pascalina? Le pizzerie che la inseriscono nel menù (la ricetta si trova sul sito e sono già 50 quelle che hanno aderito: diverse in Campania, ma una anche a Milano e una a New York) devolvono un euro alla ricerca contro il cancro per ogni pizza venduta.

Gruppo San Donato

Gli ingredienti della pizza che previene i tumori

«Gli ingredienti sono 160g farina di frumento di tipo 1, 120 grammi di friarelli campani, 120 grammi di pomodori San Marzano o Corbara, 30 grammi di olio extra vergine di oliva del Cilento, 30 grammi di olive nere campane, 20 grammi di noci, lievito madre, aglio e peperoncino a piacere» spiega Livia Augustin, nutrizionista dell’Unità di epidemiologia Istituo Nazionale dei Tumori Fondazione Pascale di Napoli e affiliata del Saint Michael Hospital di Toronto.

Caratteristiche nutrizionali

Come tutte le pizze, anche la Pascalina costituisce un pasto completo. «Apporta circa 980 calorie – spiega Augustin – e contiene 15 grammi di fibra dei 35 grammi che un adulto dovrebbe consumare quotidianamente». Tante fibre, quindi tanta verdura. «La pizza Pascalina permette di assumere una delle tre porzioni di verdura giornaliere consigliate dalle linee guide internazionali per la prevenzione delle malattie croniche, inclusi i tumori» ricorda l’esperta.

Tra gli altri nutrienti che compongono la pizza Pascalina, «grassi monoinsaturi, che provengono dall’olio extra vergine di oliva, e polinsaturi omega 3, che arrivano dalle noci». In totale, il 45% delle calorie proviene dai grassi insaturi, il 43% dai carboidrati, quindi dall’impasto con farina integrale, e il 12% dalle proteine.

Una ricetta mediterranea

Con tante verdure e nessun alimento di origine animale, questa ricetta «dà la possibilità di avvicinarsi alla dieta mediterranea tradizionale, cioè quella tipica del Cilento negli anni Sessanta, ricca di prodotti di origine vegetale e povera di cibi di origine animale» sottolinea Augustin. Dopotutto, sono tantissimi gli studi che hanno dimostrato gli effetti preventivi della dieta mediterranea nei confronti delle malattie cardiovascolari e oncologiche.

Benefici dimostrati

Tutti gli ingredienti della pizza Pascalina hanno studi scientifici alle spalle che dimostrano effetti benefici per la salute. Non solo l’olio extra vergine di oliva, su cui la letteratura è molto ampia, ma anche i cereali integrali, le crucifere, i pomodori, le olive nere e le noci. «Recentemente il nostro Istituto ha condotto uno studio in vitro sull’attività antitumorale dei pomodori San Marzano e Corbarino – spiega la nutrizonista – si è scoperto che nelle cellule di tumore gastrico, gli estratti di questi pomodori riescono a regolare i processi cellulari che inducono alla crescita tumorale. È uno studio sui meccanismi della carcinogenesi e supporta i risultati degli studi di popolazione sul consumo di pomodori che mostrano una riduzione del rischio di sviluppare vari tipi di tumori per chi consuma più podomori rispetto a chi li consuma raramente». Molti studi internazionali, inoltre, hanno dimostrato come «il consumo settimanale di crucifere e di olio extra vergine d’oliva sia in grado di ridurre il rischio di tumore alla mammella e al colon retto».

Una-due volte a settimana

La pizza Pascalina può essere mangiata una o due volte a settimana grazie ai suoi ingredienti. A pranzo o cena, «assicurandosi sempre di fare una camminata dopo il pasto» avverte Augustin.

Studio sulla pizza margherita

I benefici di una pizza cucinata secondo la tradizione mediterranea sono già stati dimostrati da uno studio epidemiologico del 2003 pubblicato su International Journal of Cancer. Secondo questo studio consumare la pizza italiana in un contesto di dieta mediterranea aiuta a prevenire il cancro: del 20% quello al colon e del 25-45% quelli dell’apparato respiratorio superiore. «È possibile che il consumo di pizza in Italia – conclude la nutrizionista – sia un marcatore di consumo di dieta mediterranea. Se con la pizza Pascalina riuscissimo a far riavvicinare le persone a quella che è la dieta mediterranea tradizionale, più ricca di cibi vegetali e più povera di quelli di origine animale rispetto ad ora, sarebbe un buon risultato».

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