Dalle bacche di Prunus spinosa, pianta molto utilizzata in Molise per la produzione del liquore trignolino, è possibile ottenere un estratto anti-tumorale. Sono positivi i risultati appena presentati al VII Congresso Internazionale ARTOI negli spazi dell’Expo di Milano, provenienti dai laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità: annunciati già la scorsa primavera, gli studi in vitro sulle proprietà della formulazione idroalcolica a base del frutto blu hanno ottenuto delle conferme.
Noto già per le sue proprietà antiossidanti, il prunus si è rivelato in grado di inibire la proliferazione delle cellule tumorali, che spingono la malattia a progredire, solo però quando è miscelato con uno specifico complesso a base di aminoacidi, minerali e vitamine (chiamato Can). Il brevetto del mix anti-cancro è già pronto, e se i risultati ottenuti in laboratorio fossero confermati anche sull’uomo potrebbe dare vita a un integratore da abbinare alle terapia di prima linea per i tumori, chemioterapia e radioterapia.
L’azione svolta dall’estratto ideato dai ricercatori italiani è stata osservata su cellule cancerose di pazienti affetti da cancro a colon, polmone e cervice uterina, distruggendo oltre due terzi delle cellule ‘impazzite’. «Adesso è conclusa la fase preliminare della ricerca», ha spiegato in una nota stampa Stefania Meschini, ricercatrice del Dipartimento Tecnologie e Salute dell’ISS, «e i risultati ci spingono sicuramente a continuare in questa direzione, perché il preparato Prunus Spinosa + CAN, utilizzato su linee cellulari umane di istotipi diversi, ha mostrato una massiccia attività antitumorale che vale la pena di sperimentare anche sull’uomo». Qualora i risultati ottenuti in laboratorio fossero confermati anche sull’uomo il team di ricerca prevede lo sviluppo di una formulazione chimica estratta dalla pianta da utilizzare in oncologia. (CP)
29/06/2015