
Insonnia, sonno interrotto, risvegli precoci: per molti italiani queste non sono semplici notti difficili, ma un problema quotidiano che mina equilibrio, credibilità professionale, umore e relazioni. Oggi un adulto su quattro vive con disturbi del sonno, ma in troppi ancora li banalizzano o li affrontano in autonomia, senza una diagnosi.
Per questo nasce Se vuoi essere sveglio, dormi, la campagna nazionale promossa da Neopharmed Gentili che punta a cambiare la cultura del sonno in Italia. È stata presentata a Milano durante l’iniziativa “Ipnosis – Accendere una luce sulla notte”, una mostra-percorso che ha riunito 15 opere d’arte dedicate all’insonnia. Da Goya a Munch, da Dalí a Jeff Wall fino ai disegni notturni di Louise Bourgeois, il progetto ha mostrato come il sonno negato sia un tema che attraversa i secoli.
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Una campagna per fare luce sull’insonnia
In questo itinerario visivo, l’insonnia è apparsa come inquietudine, sospensione, fragilità ed eco emotiva: un modo per mostrare che non è solo un disturbo clinico, ma un’esperienza che tocca corpo, mente ed emozioni.
Attraverso le opere, la mostra ha preparato il terreno alla campagna “Se vuoi essere sveglio, dormi”, invitando i visitatori a osservare l’insonnia con uno sguardo nuovo, più consapevole e meno giudicante. L’obiettivo è semplice, ma radicale: aiutare le persone a riconoscere l’insonnia come un vero disturbo medico, che merita attenzione e non va relegato a una “questione caratteriale” o a un contrattempo passeggero. Sul sito della campagna e sulle piattaforme YouTube e Spotify è possibile trovare:
- racconti di chi ha vissuto o sta vivendo l’insonnia, per far capire che non si è soli;
- spiegazioni degli esperti su come funziona il sonno, perché si altera e quali segnali indicano che è il momento di chiedere aiuto;
- materiali pratici su come prepararsi al sonno, come gestire lo stress serale e quali abitudini favoriscono un riposo più stabile;
- indicazioni sui percorsi diagnostici e terapeutici disponibili oggi.
Insonnia: una “sindrome delle 24 ore”
Uno dei messaggi centrali della campagna è che l’insonnia non si esaurisce nella notte. Gli esperti la definiscono infatti una sindrome delle 24 ore, perché altera il ciclo continuo tra riposo, attività e benessere emotivo.
Durante la notte
L’insonnia si manifesta come una difficoltà a entrare nel sonno o a mantenerlo. Alcune persone restano sveglie per ore prima di addormentarsi; altre si risvegliano molte volte o si svegliano troppo presto, con la sensazione di “non aver dormito affatto”. Non è solo un problema di quantità, ma soprattutto di qualità del sonno: anche quando le ore dormite sembrano sufficienti, il riposo è leggero, agitato, frammentato.
Durante il giorno
Gli effetti si trascinano ben oltre il mattino. La persona si muove in un equilibrio instabile, spesso senza collegare il malessere alla notte precedente: fatica a restare concentrata, reagisce con irritabilità, sente un calo di energia e di motivazione, percepisce un peggioramento della memoria e della capacità di prendere decisioni. È un impatto che coinvolge la sfera emotiva, cognitiva e fisica, e che nel tempo può ripercuotersi su lavoro, relazioni e autoconsapevolezza.
Relazioni e vita sociale: quando dormire male ci allontana dagli altri
Uno degli aspetti più innovativi messi in evidenza dalla campagna riguarda l’effetto dell’insonnia sulla vita di relazione. Come sottolinea lo psichiatra Claudio Mencacci, esiste una relazione bidirezionale tra sonno ed equilibrio sociale. Dormire poco non significa solo sentirsi stanchi: altera il modo in cui percepiamo gli altri e in cui reagiamo alle emozioni. Le persone con insonnia diventano, spesso inconsapevolmente:
- più irritabili e meno tolleranti;
- meno empatiche nelle conversazioni;
- più fragili davanti ai conflitti;
- più bisognose di protezione, ma meno capaci di chiederla.
Questo genera una distanza emotiva che può peggiorare ulteriormente il riposo. Perché anche il contrario è vero: relazioni serene, comunicazioni più chiare e contesti sociali non conflittuali favoriscono un sonno più stabile. La campagna punta proprio a evidenziare questo circolo: il sonno non è un fatto privato, ma una componente fondamentale della qualità della nostra vita sociale.
Cosa succede al corpo quando il sonno si spezza
La professoressa Carolina Lombardi, Direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’Istituto Auxologico Italiano IRCCS, mette in luce un aspetto essenziale: il sonno è un processo biologico che protegge ogni sistema del nostro organismo. Durante la notte il corpo non si spegne, ma lavora per:
- preservare il sistema cardiocircolatorio, regolando pressione e frequenza cardiaca;
- sostenere il sistema immunitario, che ripara e prepara le difese dell’organismo;
- favorire la rigenerazione dei tessuti;
- permettere al cervello di “pulire” sostanze tossiche accumulate durante la veglia, un processo fondamentale per la prevenzione delle malattie neurodegenerative;
- regolare gli ormoni che controllano fame, sazietà, stress e metabolismo.
Quando il sonno viene interrotto o ridotto per troppo tempo, questi meccanismi non funzionano più in modo ottimale. Da qui nascono conseguenze concrete: maggiore ansia, difficoltà nella regolazione emotiva, aumento del rischio cardiovascolare, indebolimento del sistema immunitario, calo dell’energia vitale. «È una condizione che merita attenzione e trattamenti mirati», ribadisce Lombardi, ricordando quanto sia importante arrivare a una diagnosi corretta e personalizzare la terapia in base alla causa dell’insonnia.
Insonnia: come si arriva alla diagnosi
La campagna spiega in modo chiaro il percorso diagnostico, perché molte persone non sanno da dove cominciare. La diagnosi si costruisce attraverso un colloquio clinico approfondito, durante il quale il medico indaga abitudini di sonno, orari, fattori di stress, farmaci utilizzati, sintomi emotivi e fisici. Spesso viene proposto un diario del sonno, uno strumento semplice che permette di cogliere schemi e difficoltà nascoste nella routine quotidiana. Nei casi più complessi si ricorre alla polisonnografia, un esame che registra attività cerebrale, respiro, frequenza cardiaca e movimenti durante la notte. È l’indagine più precisa per capire se l’insonnia è legata ad altri disturbi, come apnee o movimentazione periodica degli arti.
Dove trovare aiuto: i Centri del sonno in Italia
Per chi vive con l’insonnia, chiedere aiuto può cambiare la vita. In Italia esistono oltre 60 Centri del sonno, distribuiti su tutto il territorio, che offrono percorsi diagnostici completi e terapie personalizzate. È possibile consultarli sul sito: www.sevuoiesseresvegliodormi.it/centri-del-sonno.




