
Da anni in molti sono convinti che aggiungere qualche cucchiaio di aceto di mele possa aiutare a perdere peso. La tradizione sostiene che sarebbe in grado di aiutare a tenere sotto controllo la glicemia, la sensibilità all’insulina e a rallentare la digestione, facendosi sentire più sazi e favorendo così il dimagrimento e la prevenzione del diabete di tipo 2.
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Aceto di mele non fa dimagrire: perché la rivista scientifica ha ritirato lo studio?
A sostegno di questa tesi c’è anche uno studio del 2024, pubblicato su una rivista scientifica prestigiosa come Bmj Nutrition, Prevention & Health, che sembrava confermare questi benefici. La brutta notizia è però che proprio la rivista scientifica ha ritirato lo studio perché gli esperti avrebbero commesso gravi errori di metodo sia nella raccolta che nell’analisi dei dati.
Cosa dicevano i risultati?
Appena pubblicata, la ricerca ha subito conosciuto una grande popolarità su tutti i mezzi di informazione. Del resto lo studio dell’Università dello Spirito Santo di Kaslik e dell’Università americana di scienza e tecnologia di Beirut, in Libano, aveva sostenuto che dopo tre mesi i partecipanti che avevano assunto ogni giorno l’aceto di mele erano dimagriti in media di 7 chili e avevano visto ridursi il proprio indice di massa corporea di quasi tre punti.
I dubbi della comunità scientifica
La capillare diffusione di questo studio ha però attirato anche l’attenzione da parte della comunità scientifica. Da subito gli esperti hanno sostenuto che ci fossero stati errori nelle scelte metodologiche dei loro colleghi e nell’analisi dei dati. Insomma il fatto che si sostenesse un dimagrimento così rapido e importante ha fatto drizzare le antenne a molti, che si sono concentrati nello studio dettagliato dei risultati.
Nuovo studio ha bocciato il precedente
Dopo le critiche la rivista scientifica ha chiesto a un gruppo di esperti di occuparsi di verificare in modo inoppugnabile le informazioni contenute nel lavoro delle due università libanesi. Questa analisi ha messo in evidenza i gravi errori della ricerca, tanto da spingere il British Medical Journal ad annunciare il ritiro dello studio, ammettendo gli errori.




