
Educazione sessuale nelle scuole? Sì, ma solo nelle secondarie di secondo grado (le “superiori”) e previo consenso informato dei genitori. Vietata, invece, nelle secondarie di primo grado (le “medie”): un recente provvedimento, approvato dalla Commissione Cultura della Camera, ma non ancora calendarizzato per l’aula, ha disposto che non vengano affrontate tematiche sessuali di fronte ai ragazzini di 11, 12 e 13 anni. Secondo i promotori della misura, l’intento è quello di preservare il ruolo educativo delle famiglie su argomenti ritenuti sensibili. Di contro, varie associazioni hanno espresso preoccupazione per le possibili implicazioni sulla formazione degli studenti.
Secondo gli esperti, introdurre un insegnamento obbligatorio già dalla scuola primaria aiuterebbe a prevenire gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili (MST), aumentando la consapevolezza tra i giovani.
In questo articolo
Educazione sessuale: un approccio multidisciplinare
Secondo Marta Giuliani, psicosessuologa e autrice di un manuale sull’educazione sessuale, l’approccio deve essere olistico, integrando prospettive mediche, psicologiche e sociali. L’obiettivo è andare oltre la semplice prevenzione delle MST, promuovendo una consapevolezza critica sul consenso e sulle relazioni. Questo approccio multidisciplinare mira a formare studenti informati e consapevoli, capaci di prendere decisioni autonome e responsabili.
La prima esperienza sessuale in Italia: sempre più precoce
Un recente sondaggio condotto da Skuola.net e Durex ha rivelato che l’11,6% dei ragazzi ha la prima esperienza sessuale completa tra gli 11 e i 13 anni, un dato in crescita rispetto agli anni precedenti. Questi numeri dimostrano quanto sia urgente introdurre l’educazione sessuale prima che i ragazzi inizino ad avere esperienze sessuali, per prevenire comportamenti a rischio.
L’informazione sessuale si cerca online
Con il 94% dei giovani che chiede l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole, emerge un problema chiave: molti ragazzi cercano risposte su internet o tra i pari, anziché parlare con genitori o medici. Solo il 9,3% discute di sessualità con i genitori, mentre il 5,9% si rivolge al medico. È quindi fondamentale fornire ai ragazzi le informazioni necessarie in un ambiente sicuro e autorevole, come la scuola.
La prevenzione delle MST tra i giovani
L’Istituto Superiore di Sanità ha registrato una crescita esponenziale di infezioni sessualmente trasmissibili tra i giovani, con clamidia, gonorrea e sifilide in aumento del 20-40% ogni anno.
Questo è aggravato dal fatto che oltre il 60% dei ragazzi non usa il preservativo e non è consapevole dei rischi. L’educazione sessuale, oltre a promuovere la consapevolezza sul consenso e sulle relazioni, è cruciale per prevenire queste malattie.
L’educazione sessuale in Europa
In molti Paesi europei l’educazione sessuale è obbligatoria: in Svezia dal 1955, in Austria dal 1970, e in Francia dal 2001. In Italia, invece, l’insegnamento rimane facoltativo. Un cambiamento in questo senso potrebbe portare a una maggiore consapevolezza e prevenzione tra i giovani.
Conclusioni
Introdurre l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole italiane, a partire dalla primaria, è fondamentale per garantire ai giovani le competenze necessarie per gestire la loro sessualità in modo sano e consapevole. Una formazione strutturata ridurrebbe gravidanze indesiderate, MST e promuoverebbe relazioni basate sul rispetto reciproco e il consenso.




