Salute Mentale

La felicità in ufficio? Non esiste

Meglio cercarla altrove. A Torino al Festival della Psicologia si insegna a costruirsi la felicità attraverso gioco, arte e socialità

La sveglia suona e il primo pensiero del mattino fa capolino: otto ore in ufficio, da passare a proteggersi da mail infuocate, invidie dei colleghi e capi sfiancanti. Si può essere felici così? Non sul lavoro, magari, ma altrove sì. E’ la felicità il tema al centro della prima edizione del Festival della Psicologia (qui il programma), in calendario il 27 e 28 giugno all’Arsenale della Pace di Torino, per mostrarne tutte le declinazioni, dall’arte al teatro, dalla gioco alla pet therapy e insegnare, attraverso workshop e incontri, a costruirla e a ‘intercettarla’ nella propria vita. Anche quando va tutto male e al lavoro non ce la facciamo più, ci sono aree della nostra vita in cui trovare briciole di felicità. Perché parlare di felicità, oggi? «E’ un tema sfuggente, per noi addetti ai lavori rappresenta una sfida», commenta Alessandro Lombardo, Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte. «Da sempre si cerca di dargli una definizione ma senza successo. Il concetto di felicità è però importante per la società tanto da essere entrato anche nell’agenda politica e negli studi di economia».

Oggi siamo un po’ in carenza di felicità?

Gruppo San Donato

Diciamo che, a volte, è l’attenzione verso la felicità e lo stare bene a mancare. Anche la progettazione degli spazi urbani può favorire il suo raggiungimento: progettare una piazza, vivibile e accessibile, decreta la possibilità alle persone di incontrarsi. Questo può incidere sulla ‘costruzione’ della felicità, anche individuale. Se manca questa attenzione, inevitabilmente le possibilità offerte per essere felici diminuiscono.

Si impara da bambini a essere felici?

Da piccoli si impara a volersi bene. La sfida più grossa per un genitore è proprio insegnare al figlio a farlo. Da questo si può imparare anche a essere felici o, quantomeno, a permetterselo.

Quale il segreto per esserlo anche da adulti?

Ci sono molte strade, la saggezza popolare fornisce ottimi spunti per essere felici. Uno su tutti: lo stare insieme agli altri. Oggi ciò che allontana di più dall’idea di felicità è proprio l’isolamento e la solitudine.

Per molti il lavoro è ciò che allontana di più dall’idea di felicità: come riuscire a essere felici anche in ufficio?

Una grande utopia moderna è proprio quella di essere felici sul luogo di lavoro. Fino a prova contraria il lavoro è fatica, è impensabile porlo sullo stesso piano della felicità. Se si cerca la felicità sul lavoro, quindi, è inevitabile la delusione. E’ più realistico, invece, pensare di essere soddisfatti a tutto tondo, non solo economicamente, e realizzati rispetto alle proprie passioni.

Quindi l’alternativa è solo quella di cambiare lavoro?

Purtroppo in casi limite, quella è l’unica strada. Non tutti hanno la possibilità di fare un lavoro che copre aspettative, esigenze e passioni. Così come non tutti hanno la possibilità di scegliere, per questo è meglio essere realisti. Però esiste una strategia efficace, quella di coltivarsi non solo come essere lavorativo e professionale: il lavoro è solo un pezzo della propria vita, non l’unico e ce ne sono molti altri, come quelli che esploriamo durante questo festival, che vale la pena di coltivare.

Attenzione alla felicità: dovrebbe averla anche l’azienda per cui si lavora o il capo-tiranno?

Certamente. Nei contesti di lavoro non è il lavoratore a doversi far carico anche della propria felicità e benessere, è una responsabilità in più. Piuttosto, il consiglio su come essere felici sul luogo di lavoro dovrebbe essere dato all’azienda o datore di lavoro, anche per migliorare la produttività: attenzione alle tue persone, alle tue risorse. Chi ha la responsabilità di altre persone farebbe bene a capire che tipo di ambiente organizzativo sta facendo frequentare e vivere ai propri collaboratori e dipendenti. Molti contesti organizzativi sono una vera ‘macchina da guerra’: e fino a prova contraria, la guerra è l’esatto opposto della felicità.

 

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