Salute

Fecondazione assistita: 5 regole per non sbagliare centro

Quasi 80 mila coppie italiane si rivolgono alla procreazione medicalmente assistita. Molte, però, sono vittima di pubblicità ingannevole. Ecco come orientarsi

Più del 3% del totale dei piccoli che vengono al mondo in Italia oggi (14 mila) nascono attraverso la fecondazione assistita. Quasi 80 mila coppie italiane, infatti, si rivolgono alla procreazione medicalmente assistita (Pma) per soddisfare il loro desiderio di genitorialità e andare oltre una diagnosi di infertilità (dati 2018 della Relazione al Parlamento sulla PMA 2020).

Che cos’è la procreazione medicalmente assistita?

La procreazione medicalmente assistita, chiamata più comunemente “fecondazione artificiale” o “fecondazione assistita”, è l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento nelle coppie con difficoltà. Nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici siano inadeguati.

La Pma utilizza diverse tecniche. Tutte comportano la manipolazione di ovociti, spermatozoi o embrioni con il fine di stimolare una gravidanza. Ci sono metodiche di I livello, semplici e poco invasive, caratterizzate dal fatto che la fecondazione avviene all’interno dell’apparato genitale femminile. Ma ci sono anche le tecniche di II e III livello, più complesse e invasive, prevedono che la fecondazione avvenga in vitro.

Gruppo San Donato

Pma: tanta pubblicità ingannevole

Come avverte la la Società italiana di Fertilità e Sterilità-Medicina della Riproduzione (Sifes-Mr) a volte il flusso di informazioni in questo settore, in particolare sui tassi di successo delle tecniche, rischia di andare oltre i limiti di correttezza e trasparenza. Esponendo le coppie con problemi di infertilità, spesso più fragili e facili bersaglio di informazioni ingannevoli, a illusioni e sofferenze.
«In molti Paesi europei, Italia inclusa, circolano promozioni di centri di fecondazione in vitro sul territorio nazionale e in altri Paesi (Spagna, Grecia, Cipro, Malta) che promettono risultati del 70% con il trasferimento di un solo embrione, indipendentemente dalle caratteristiche anagrafiche e cliniche delle coppie» spiegaCarlo Bulletticonsigliere della Sifes-Mr. «Oppure promettono l’80% di successo al primo tentativo di Pma. Altre ancora promuovono su cartellonistica stradale che nove coppie su dieci avranno un bambino nel loro centro, senza altra specifica. Altre ancora assicurano un tasso di gravidanza di oltre il 90%».

Come riconoscere un centro di Pma valido?

Alla luce di tutto questo, la Sifes-Mr ha dato vita a un Osservatorio composto non solo da medici, ma anche da esperti di comunicazione, che possa studiare il panorama italiano e intercettare anche le segnalazioni dei pazienti, attraverso una sezione che sarà a breve on line sul sito web della Società. Non solo, la Sifes-Mr ha anche stilato un decalogo, con 5 regole dedicate ai pazienti e 5 ai medici, per orientarsi nella scelta del centro.

Fecondazione assistita: 5 regole per le coppie

1. Una clinica che strilla risultati clamorosi, superiori agli altri e al di fuori degli standard internazionali – in Italia o all’estero – vi vuole attrarre promettendo di dare ciò che gli altri non hanno saputo dare. Ma chi è consapevole delle proprie possibilità non fa promesse che sa di non potere realizzare. Quindi difficilmente lo vedrete promettere grandi numeri.
2. Una grande clinica non è solo quella che offre un trattamento efficace, è quella con personale compassionevole, prezzi chiari, processi amministrativi senza soluzione di continuità. E un ottimo supporto emotivo.
3. Dopo otto cicli completi, quello che viene definito l’optimal CLBR (Cumulative Live Birth Rate) è stato computato nel 82,4% (David J. McLernon et al. Human Reprod, marzo 2016). Chiunque faccia promesse di risultati migliori in pochi cicli o con tecniche mirabolanti va valutato criticamente, prendendone le distanze.
4. Andate sulla biblioteca del National Center for Biotechnology Information di Bethesda con oltre 2 mila riviste e cercate il nome del medico che dirige il centro che avete scelto. Se ha una buona produzione scientifica, questo rappresenta un valore aggiunto.
5. Fate simulare una prognosi di risultato dal centro scelto e poi confrontatela con quella che risulta da questo algoritmo, costruito grazie a un database di migliaia di coppie, preparato da Scott Nelson. Avrete così un’idea sul fatto che possiate essere o meno sul sentiero giusto.

Fecondazione assistita: 5 regole per i medici

1. Un ginecologo esperto di medicina riproduttiva non promette ciò che non può mantenere. Per serietà e per formazione scientifica.
2. Un ginecologo esperto prospetta alla coppia solo soluzioni corroborate da evidenza scientifica. Ciò che cerca quella coppia sono soluzioni, non opinioni. Le soluzioni si ottengono applicando tecniche e procedure dotate di evidenza di risultato.
3. È importante capire la sofferenza della coppia. Indirizzandola anche a un mirato supporto psicologico.
4. Nel difficile percorso della Pma, gran parte delle delusioni è dovuta alla scarsa attenzione che un centro concede alle coppie. Che spesso desiderano avere colloqui al di fuori dei momenti di visita, anche solo per lenire ansie e dolori.
5. Un ginecologo che promette tecniche non validate scientificamente o prescrive esami o farmaci di non provata efficacia non è il medico che vi darà la gioia che state cercando.

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