Salute

Nei, sfatiamo i falsi miti

Dal prurito alle caratteristiche di colore, forma e dimensione, gli esperti spiegano come controllare correttamente la propria pelle e riconoscere i melanomi

Un neo sporgente e grosso significa melanoma? I nei che crescono sotto i piedi o nelle zone intime sono pericolosi? E se un neo mi prude, cosa significa? I falsi miti sui nei sono tanti e molti sono legati a pratiche mediche passate, oggi smentite da studi scientifici più recenti. Abbiamo raccolto le più comuni e le abbiamo sottoposte all’esperta Anna Rita Giampetruzzi, dermatologa all’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma (puoi chiederle un consulto qui).

Se accidentalmente gratto via un neo, cosa rischio? Il neo può diventare “maligno”?

«Questo tipo di trauma non rappresenta usualmente un pericolo. Se durante la rasatura, un’attività sportiva o ludica si procura accidentalmente un trauma a un neo, il neo in questione non si trasforma in maligno. Naturalmente è sempre consigliato sottoporsi a una visita dermatologica per una valutazione corretta, ma tendenzialmente non si corrono rischi. In passato si dava molta importanza a questo tipo di traumi e si pensava che potessero indurre trasformazioni del neo in un melanoma. Studi più recenti, invece, non supportano questo convincimento».

Gruppo San Donato

Se un neo mi prude, cosa significa?

«Il prurito non costituisce necessariamente un sintomo di malignità, in quanto può presentarsi come un’infiammazione o irritazione solo momentanea. Esistono poi delle varianti di nei, noti come nevi di Meyerson, che assumono un particolare aspetto infiammatorio. Se un neo però prude occasionalmente, può essere grattato senza problemi e non deve allarmare. Importante ricordare che in condizioni normali i nei sono asintomatici, pertanto se uno di loro inizia a prudere costantemente o presenta ripetute manifestazioni fastidiose potrebbe essere un segnale da non sottovalutare e per cui sottoporsi a un controllo dermatologico».

Se ho dei peli sul neo, posso toglierli o sarebbe meglio non toccarli?

«Solitamente è bene lasciarli o tagliarli con le forbici, e non eliminarli con la depilazione. In questo modo si eviterà di indurre sovra-infezioni locali che possono dare vita a un’infiammazione temporanea del neo».

Sedute di depilazione definitiva, per esempio quelle che utilizzano il laser, possono essere pericolose per i nei?

«In caso di epilazione con laser o luce pulsata, bisogna fare attenzione. Ci sono strumenti precisi, infatti, che coprono e proteggono i nei dagli stimoli esterni utilizzati durante la depilazione. Tra questi specifiche creme protettive, pasta di zinco o matite bianche che offrono uno schermo protettivo».

Se ho nei in zone “critiche” del corpo, ad esempio dove si chiude il reggiseno, è meglio rimuoverli?

«Questa è una decisione legata alla praticità del paziente, che valiterà se per lui rappresenta un fastidio effettivo. Se deciderà di tenerlo, anche se sfrega contro il reggiseno o la cintura dei jeans, non rappresenta un problema, così anche se deciderà di rimuoverlo, come abbiamo detto all’inizio, non correrà rischi».

Ci sono delle parti del corpo dove l’insorgenza di nei deve preoccupare?

«I nei possono comparire in qualsiasi parte del nostro corpo. Tanto sulla cute, quanto sulle mucose. In passato si pensava che quelli che comparivano nelle regioni plantari fossero necessariamente pericolosi e quindi venivano rimossi a a scopo cautelativo, solo per il fatto di essere localizzati in quella parte del corpo. Studi recenti, invece, spiegano che la localizzazione del neo non ha importanza, l’asportazione deve avvenire quando il neo è sospetto, al pari di tutte le altre sedi corporee. L’unica differenza per i nei localizzati in zone plantari, nelle parti intime, nel cavo orale o sul cuoio capelluto, è che essendo più nascosti degli altri sono più difficili da tenere sotto controllo e quindi può risultare complicato notare delle anomalie o trasformazioni nel tempo. Ricordarsi, quindi, di osservarli periodicamente è fondamentale, poi per il resto non significa che i nei nati in zone nascoste siano necessariamente maligni».

Quali sono le caratteristiche di un neo che devono preoccupare? 

«Bisogna prendere in considerazione entrambi gli aspetti: la possibilità che un neo già esistente si modifichi e la comparsa di nuovi nei. La chiave interpretativa, cioè il modo per capire se un neo è benigno o maligno, è la regola dell’ABCDE: bisogna notare se un neo presenta Asimmetrie nella forma, Bordi irregolari, Colore variabile, Dimensioni superiori ai 6 millimetri e all’Evoluzione di questi parametri nel tempo. Osservare i propri nei, infatti, è fondamentale e si consiglia di farlo almeno una volta al mese, senza risparmiare alcuna zona corporea, nemmeno quelle più nascoste come la pianta dei piedi, il cuoio cappelluto e le parti intime. L’osservazione attenta dei propri nei rappresenta il cosiddetto Autoesame. Se c’è il sospetto che un neo possa essere maligno è necessario farsi valutare da uno specialista per un controllo dermatologico».

Quindi non è vero che tutti i nei grossi e sporgenti sono maligni

«Alcune lesioni rilevate sulla nostra pelle possono avere un aspetto estetico non gradevole in quanto grandi o sporgenti, ma nella maggior parte dei casi può trattarsi di nei benigni, come i nevi dermici, i nevi di Miescher o i nevi moriformi. In altri casi, specie nelle persone mature, possono essere presenti altre tipologie di lesioni come le cosiddette verruche seborroiche. Tutti gli esempi ricordati esprimono lesioni di natura benigna. In ogni caso, è sempre importante fare attenzione a eventuali evoluzioni o anomalie e solo una visita specialistica può inquadrarne correttamente la natura, in quanto purtroppo esistono anche lesioni che diventano sporgenti rispetto al piano cutaneo e possono avere un carattere decisamente maligno per cui è fondamentale arrivare velocemente alla diagnosi».

Se da piccoli si hanno nei sul volto che non piacciono esteticamente, qual è l’età adatta in cui rimuoverli? 

«Normalmente si tratta di nei congeniti, che presentano dimensioni abbastanza grandi e che col tempo possono ricoprirsi di peluria. Se si decide di rimuovere qualche neo, si deve sempre valutare la reale necessità di sottoporre un bambino a un intervento chirurgico, per cui solitamente sarebbe poco opportuno prima della pubertà».

I nei vanno protetti dal sole più del resto del corpo?

No. L’esperto Antonio Costanzo, Responsabile dell’ Unità Operativa di Dermatologia all’Humanitas di Rozzano (MI), ci spiega il motivo. «I nei sono naturalmente protetti dal sole, perché hanno una pigmentazione molto alta e la pigmentazione protegge il nucleo delle cellule dai raggi ultravioletti». Il pigmento di cui parliamo è la melanina, una sorta di barriera che protegge la cute dal sole, la stessa che il corpo produce quando viene esposto al sole. Tuttavia, anche in presenza di melanina, la crema solare va utilizzata. Quindi sì alla protezione dei nei, ma con lo stesso filtro utilizzato sul resto della pelle. Il discorso cambia se avete dei nei di recente sviluppo, che vanno tenuti sotto controllo o hanno contorni o composizioni strane. In questo caso rivolgetevi al vostro dermatologo.

 

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