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Massimiliano Rosolino: farò l’autotrapianto di capelli

«Chiamatemi narciso, ma non voglio finire calvo come mio padre. Ho già seguito una terapia anticaduta, non basta»

«Mio papà ha la piazza e le mie stempiature indicano che seguirò le sue orme», racconta Massimiliano Rosolino. «La genetica non perdona. E l’aggravante è il nuoto: le otto ore al giorno nell’acqua e nel cloro della piscina mi indeboliscono la chioma. Sono già corso ai ripari, con una serie di terapie anticaduta. Ma non basta. Così farò l’autotrapianto di capelli ».
Ecco la confessione del campione di nuoto a OK.

«La sveglia suona presto. Sbadiglio, mi stiracchio, su dalle lenzuola, pronto allo stretching a bordo vasca e poi dritto in acqua. Prima uno stop obbligato, davanti allo specchio. Uff: questa notte non ho dormito bene, guarda che occhiaie. Subito crema contro le zampe di gallina. Sì, sono vanitoso. Per me l’immagine è fondamentale, ci tengo un sacco. E se il giorno della gara non mi vedo le borse sotto gli occhi sono più contento.

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Ma in cima alle mie preoccupazioni estetiche stanno i capelli. Il mio incubo è diventare calvo. Mio papà ha la piazza e il mio destino è quello di seguire le sue orme. Lì, sulle tempie, qualcosa si vede già. Le ciocche si diradano, si assottigliano, si indeboliscono con facilità. Oltre alla predisposizione genetica ci si mette di mezzo il nuoto.

Da quando sono ragazzino, ogni giorno ammollo nel cloro della piscina e in acqua otto ore. Contro l’alopecia non ci sono molti rimedi, so che goccine e compagnia sono una lotta già persa in partenza. Ma di una cosa sono convinto: farò l’autotrapianto piuttosto che restare con la lampadina. Mi incolleranno bulbo pilifero dopo bulbo pilifero dalla nuca alle tempie. E amen. Di nuovo capellone.

A vent’anni la prima visita tricologica
L’assillo della testa è cominciato quando ero poco più che un adolescente tutto allenamenti. La chioma lanciava qualche sos. Il cloro schiarisce, e io ero sempre più biondo. Fin qui nessun problema. L’altro lato della medaglia era che i capelli s’indebolivano a vista d’occhio. Quando passavo la mano in testa li sentivo fragili, soprattutto sulle tempie. Mi presi paura. Così, a meno di vent’anni, facevo visita al primo dermatologo, a Napoli. Una visita rapida, uno schemino per spiegarmi cosa mi sarebbe successo nel caso non avessi iniziato subito a curarmi.

Prevenzione è diventata la parola d’ordine. Via di minoxidil e finasteride, i due farmaci che sono la terapia più indicata nelle prime fasi della calvizie. Il minoxidil si applica direttamente sul cuoio capelluto, con un piccolo massaggio, ogni sera, prima di dormire. Il finasteride invece si assume per bocca. A cicli alterni e combinati, li ho presi per qualche anno. Hanno funzionato: ho già staccato di dieci anni papà, che alla mia età era tale e quale a Bruce Willis.

E il finasteride non mi ha mai causato quei tremendi effetti collaterali che i medici minacciano… Quali? Diminuzione della libido, difficoltà a mantenere l’erezione e via dicendo. Nel 2003 però ho dovuto smettere: la Wada (World anti doping agency) ha dichiarato il finasteride vietato per gli atleti perché maschera alcune sostanze considerate doping, per esempio il nandrolone.

E non mi verrebbe mai in mente di mandare a monte mesi e mesi di lavoro in vista di una competizione perché risulto positivo a una piccolissima quantità di un medicinale anti caduta. Con questo non ho smesso di tenere a bada la stempiatura. 

Uso una lozione che è un salasso per le tasche
Niente shampoo miracolosi, integratori o cheratina, il mio segreto oggi è una crema barriera: un unguento che, tra tour de force in acqua e stress da gara, preserva i capelli dalle aggressioni.

È come mettersi un solare, uno schermo contro il cloro. Poi, per lavarli, una volta al giorno uso una lozione che è un salasso per le tasche e una maschera rinforzante. Ci vuole metodo, pazienza e determinazione per mantenere intatta la mia zazzera bionda. Un po’ come conquistare una medaglia.

Ma curare l’aspetto fisico direi che è un vizio di famiglia. Mia sorella Vanessa è maniaca quanto me di creme, cremine e balsami: invidia il mio costosissimo siero al caviale per il contorno occhi. Lo ammetto: sono quasi fissato.

Non mi raperei mai i capelli a zero, tipo Ronaldo vecchia maniera, per non far vedere che mi sta venendo la piazza. La propria bellezza uno la deve vivere, percepirsela addosso. Io senza capelli non sarei a mio agio. Per questo l’autotrapianto mi aspetta dietro l’angolo. Perché Massi si sente Massi con tutti i suoi capelli a posto in testa. E dite pure che sono un narciso».

Massimiliano Rosolino (testo raccolto da Francesca Gambarini nell’agosto 2008 per OK La salute prima di tutto)

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