FertilitàSessualità

Salpingectomia: il caso dell’influencer che si è fatta togliere le tube per non restare incinta

A soli 22 anni Francesca Guacci è ricorsa all’operazione per evitare di avere gravidanze. Secondo gli esperti, però, la salpingectomia non è consigliata a scopo anticoncezionale

Nel corso degli ultimi mesi si è sentito parlare molto della salpingectomia, un’operazione chirurgica che prevede la rimozione delle tube di Falloppio. Il motivo? Le dichiarazioni dell’influencer Francesca Guacci, che in un’intervista al quotidiano Il Gazzettino ha difeso la propria scelta di sottoporsi a un intervento di salpingectomia bilaterale, a 22 anni, per evitare una gravidanza naturale. Per lei, ha raccontato, gli anticoncezionali non erano abbastanza e viveva ogni rapporto con il terrore di rimanere incinta.

L’operazione è semplice, si esegue in anestesia totale e in laparoscopia, quindi apportando pochi piccoli buchi all’addome. Non comporta alcun cambiamento ormonale e non condiziona la vita successiva della donna. Tuttavia, per quanto sia un intervento poco rischioso, la salpingectomia è completamente irreversibile e in genere non si effettua nelle giovani donne a scopo anticoncezionale. Tant’è che prima di riuscire a eseguire l’operazione Francesca Guacci ha ricevuto tanti rifiuti.

Gruppo San Donato

Antonio Lanzone, professore di ginecologia e ostetricia e direttore dell’unità operativa complessa di ostetricia e patologia ostetrica presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, esprime una certa perplessità rispetto alla scelta della giovane influencer (che oggi ha 28 anni). «Il caso andrebbe analizzato nel dettaglio, mi sembra strano che in assenza di fattori di rischio la scelta sia stata quella di un’operazione del genere, che di certo non è la prassi per le donne che non vogliono concepire».

Salpingectomia: in quali casi si fa? 

In caso di gravidanza extrauterina

La salpingectomia è un intervento curativo o profilattico che si rende necessario, per esempio, in caso di gravidanza extrauterina o di infezione grave delle tube. «Solitamente questa operazione si effettua d’urgenza nelle donne che presentano una gravidanza extrauterina, cioè nei casi in cui l’embrione, invece di essersi annidato nell’utero, è rimasto nelle tube», spiega il ginecologo. «In genere, intorno alla sesta o settima settimana di gravidanza la paziente presenta dolore, perdite di sangue ed è a rischio di rottura delle tube, perciò si ricorre all’esportazione della tuba in cui è presente l’embrione».

In caso di infezione grave delle tube

Un’altra circostanza relativamente comune che richiede una procedura di questo tipo è la presenza di problemi infiammatori. «In caso di infiammazione a livello della tuba si somministrano degli antibiotici ma se, nonostante il trattamento farmacologico, l’infiammazione non regredisce e si espande (con il rischio di coinvolgere altri organi vicini), occorre effettuare un intervento per l’asportazione del nucleo infetto. Talvolta le infiammazioni di questo tipo si sviluppano in seguito a un’appendicite, che coinvolge la tuba limitrofa all’intestino».

Per prevenire un tumore

In altri casi la salpingectomia si esegue come strategia preventiva per evitare lo sviluppo di un tumore degli organi riproduttivi nelle donne che presentano particolari fattori di rischio. Negli ultimi decenni i ricercatori hanno individuato delle mutazioni genetiche che predispongono a tumori come il cancro della mammella e dell’ovaio. Ne sono un esempio le variazioni nei geni BRCA1 e BRCA2. L’attrice Angelina Jolie, per esempio, è portatrice di una di queste mutazioni e ha scelto di sottoporsi all’asportazione di entrambe le mammelle e delle ovaie.

«Sappiamo che le donne con cancro alla mammella e che presentano determinate mutazioni genetiche hanno un alto rischio di sviluppare successivamente un tumore ovarico», continua Lanzone. «Fino a qualche anno fa l’asportazione profilattica nelle donne in premenopausa senza fattori di rischio che si sottoponevano a interventi sull’utero era discutibile, ma negli ultimi anni abbiamo scoperto che una parte consistente dei tumori dell’ovaio parte proprio dalle tube di Falloppio. Perciò oggi asportiamo anche le tube e lasciamo il più possibile l’ovaio, fondamentale non solo per la riproduzione, ma anche per la produzione di ormoni».

Invece la legatura delle tube non è del tutto irreversibile

Ritornando al caso della influencer, lo specialista del Gemelli precisa che esiste effettivamente una richiesta, seppur ancora numericamente non significativa, di salpingectomia da parte di donne dopo varie gravidanze con taglio cesareo, e per le quali una gravidanza ulteriore può rappresentare un rischio, oppure ai fini di una scelta contraccettiva.

In questi casi, però, oltre alla salpingectomia si può eseguire la legatura delle tube, un’operazione non del tutto irreversibile rispetto al desiderio riproduttivo: si tratta sostanzialmente di ostacolare il viaggio degli spermatozoi verso l’ovaio con vari metodi (le tube si possono incidere e allontanare, oppure si inserisce una sostanza che crea una sorta di barriera). È chiaro, conclude Lanzone, «che in una scelta di questo tipo, oltre il consenso ben ponderato della paziente con un periodo di riflessione ulteriore, si deve considerare la possibilità che il medico possa rifiutare di effettuare l’intervento a scopi contraccettivi».

Il corrispettivo maschile è la vasectomia (che, però, è reversibile)

Il corrispettivo maschile della salpingectomia potrebbe essere la vasectomia, anche se tra le due procedure ci sono non poche differenze. «Con la vasectomia il chirurgo interrompe la via che porta gli spermatozoi dai testicoli verso l’esterno», spiega Luca Boeri, urologo e andrologo presso l’Ospedale Maggiore Policlinico Milano. Gli spermatozoi si formano nei testicoli, vengono poi raccolti nell’epididimo, un piccolo dotto, e restano lì fino all’eiaculazione. Al momento dell’eiaculazione percorrono il dotto deferente e vengono emessi dal pene.

«La vasectomia è una procedura mininvasiva, viene effettuata in regime ambulatoriale e consiste nel tagliare il dotto deferente e nell’allontanare le due estremità del dotto al fine di bloccare il passaggio e l’uscita degli spermatozoi», continua lo specialista. Si tratta di una procedura reversibile e microchirurgica: richiede infatti 10-15 minuti e senza anestesia totale. La procedura non è rischiosa, anche se, come tutte le operazioni, può presentare delle complicazioni. «Possono verificarsi infezioni locali, sanguinamenti oppure, dopo l’intervento, può insorgere un dolore testicolare cronico nel punto in cui il dotto è stato interrotto», precisa Boeri.

«Sono comunque rischi e complicanze molto rare: in genere la vasectomia è ben tollerata. Questa procedura è molto diffusa in tutto il mondo, ma molto meno in Italia, anche se non ci sono impedimenti legislativi per il suo utilizzo». E aggiunge: «La vasectomia è un ottimo metodo contraccettivo spesso richiesto dalle coppie in cui la donna non possa assumere contraccettivi ormonali, da coppie che non amano utilizzare i classici metodi “barriera” e da quei genitori che non desiderano avere altri figli e scelgono una vita di coppia più spontanea».

Leggi anche…

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio