Sessualità

Le basi biochimiche della gelosia

Alcuni psichiatri hanno prelevato il sangue ai gelosi e hanno riscontrato un calo dei livelli
di serotonina, il cosiddetto neurotrasmettitore della felicità

La gelosia morbosa ha una base biochimica, secondo una ricerca dell’Università di Pisa, pubblicata sulla rivista Neuropsychobiology. Sembra che nell’ossessione legata alla paura di essere traditi sia coinvolto un calo dei livelli di serotonina, il neurotrasmettitore detto della felicità. «Non dovremmo meravigliarcene», commenta l’autrice dello studio, la psichiatra Donatella Marazziti (puoi chiederle un consulto). «È un sentimento che fa parte del repertorio emozionale della nostra specie e serve alla stabilità di coppia, perché segnala il pericolo che il partner risulti appetibile per qualcun altro».
Il primo passo è stato sottoporre un questionario sulle relazioni affettive a un gruppo di 400 giovani fra 25 e 30 anni. Dai 250 questionari restituiti è emerso che nove giovani su dieci erano gelosi in modo normale, mentre il 10% soffriva di tormenti molto più intensi. Di questi 25 individui, a 21 è stato fatto un prelievo di sangue, dal quale è emerso che i livelli di serotonina erano notevolmente ridotti.
Una ricerca successiva ha evidenziato come il geloso e la gelosa presentassero anche lievi tracce di disturbi come ansia, depressione, tendenze ossessivo-compulsive.
«Possiamo dunque concludere che la gelosia colpisce le persone più vulnerabili, il cui fragile equilibrio viene messo in crisi dalla tempesta biochimica legata all’innamoramento», sintetizza Marazziti.
Emma Chiaia – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2009

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