Sessualità

La passione per i vampiri? Nasconde una voglia di eternità

Nel 165° anniversario della nascita di Bram Stoker, il papà di Dracula, le creature che si nutrono di sangue riscuotono ancora successo. Ecco perché, secondo gli psicologi

Per festeggiare il compleanno di Bram Stoker, lo scrittore irlandese «papà» di Dracula, Google ha dedicato un doodle al creatore del vampiro della Transilvania. Un classico del terrore che ancora oggi, a 165 anni dalla nascita di Stroker, continua ad affascinare lettori e spettatori dei vari film che ne sono stati tratti. Ma perché il terrificante vampiro riscuote così successo, e con lui i suoi «nipotini» di Twilight? O di Vampire diaries di Lisa Jane Smith e della serie True Blood , tanto amata dalla famiglia Obama, in cui i morti viventi non devono più cibarsi degli umani perché è stato inventato il sangue sintetico?

Il sogno dell’eternità
Come si spiega la vampiromania? «Sognare di farsi mordere sul collo o di diventare Dracula nasconde un desiderio di tutti: l’eternità», spiega Gian Piero Quaglino, docente di psicologia della formazione e della narrazione investigativa all’Università di Torino. Non c’è più morte, non c’è vecchiaia. Anche la crisi economica finisce nel dimenticatoio, almeno per lo spazio di un libro o di un film.
«Gli immortali vivono di notte, una dimensione che in psicoanalisi è il simbolo dell’inconscio ma anche di tutto quanto abbiamo messo al sicuro dallo sguardo altrui», continua Quaglino. Una specie di scrigno dell’anima.
E immergersi nelle tenebre significa cercare la natura perduta, in una società come la nostra che non dorme mai, sterile di pause e di buio. Tra l’altro, il vampiro si nutre di sangue, simbolo di vita.
Film come New Moon rappresentano una fuga dalla routine e un’esperienza rigenerante, come un rito di passaggio, con tanto di immersione nella vita selvatica e ritorno. Non a caso il tema è da sempre presente nelle leggende e nella letteratura.
Certo, i vampiretti del nuovo boom non sono malvagi come Nosferatu. Piuttosto condividono con gli adolescenti la solitudine, persino il modo di vestire. E piacciono anche agli adulti, perché oggi l’adolescenza non finisce mai.
La pellicola volge alla fine e regala l’effetto liberatorio di ogni thriller che si rispetti, dove il Bene prevale sul Male: se il vampiro è cattivo viene eliminato, se è buono rinuncia a uccidere la preda. Al massimo la assaggia un po’…
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