Salute

Usare i dispositivi acustici abbassa il rischio di demenza

Uno studio su quasi 500.000 persone ha confermato l'importanza di correggere i difetti all'orecchio, anche per abbassare le probabilità di ammalarsi di Alzheimer. In Italia quasi 3 persone su 4 con problemi di calo di udito non usano apparecchi per correggere il difetto

Il legame tra calo dell’udito e demenza è già stato al centro di molti studi scientifici, che ne confermano la validità. In pratica la maggior parte dei lavori sostiene che utilizzare un apparecchio acustico quando si hanno problemi di udito può ritardarne l’insorgenza.

Ora un nuovo studio svolto dall’Università cinese di Shandong sostiene che se da un lato il calo dell’udito aumenta il rischio di demenza, usare gli apparecchi giusti abbassa il rischio, riportandolo a quello della popolazione generale che ci sente bene.

Gruppo San Donato

Legame tra calo dell’udito e demenza: già studi precedenti erano arrivati alle stesse conclusioni 

Uno studio svolto nel 2020 pubblicato su The Lancet aveva dimostrato che il calo dell’udito non corretto provocherebbe l’8% dei casi di demenza. Anche un’altra ricerca questa volta dello scorso dicembre pubblicata su Jama Neurology aveva dimostrato che chi corregge i problemi di udito migliora quasi subito i propri punteggi nei test cognitivi.

I ricercatori hanno analizzato i dati di quasi mezzo milione di persone. Le loro informazioni erano contenute nella Biobanca del Regno Unito, un imponente database britannico che raccoglie da anni notizie sulla salute dei suoi cittadini.

Usare i dispositivi di correzione è fondamentale anche per la prevenzione

Il gruppo di ricerca sostiene che usare apparecchi per l’udito rappresenti il più importante intervento sui fattori di rischio della demenza perlomeno per le persone di mezza età, che sono quelle decisamente più colpito dal calo dell’udito. Tra gli altri fattori di rischio ricordiamo la depressione, l’isolamento sociale e anche una vita sedentaria.

Il motivo per cui gli apparecchi acustici funzionino anche sul rischio di demenza è che riduce lo sforzo cognitivo che produciamo ogni qual volta che non riusciamo a sentire bene una parola.

Il parere dell’esperto

Il professore Camillo Marra, direttore dell’Unità Operativa della Clinica della Memoria del Gemelli di Roma, spiega in questa video intervista come una correzione tempestiva dell’udito possa ritardare l’insorgenza di demenza, anche nelle persone predisposte.

Legame tra calo dell’udito e demenza: troppo pochi gli italiani che accettano l’apparecchio acustico

Il problema è che ancora troppo poche persone che seppur ne avrebbero bisogno, utilizzano gli apparecchi acustici. In Italia sono circa 7 milioni le persone che hanno problemi di udito. Il 75% di loro però non indossa una protesi acustica. I più colpiti sono gli uomini dopo i 65 anni. Impiegano però fino a sette anni per accettare di avere un problema e di rivolgersi a uno specialista per risolverlo.

Leggi anche…

Mostra di più

Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
Pulsante per tornare all'inizio